Napoli, Genova e Milano a confronto | 1610-1640
Dal 30 novembre 2017 all’8 aprile 2018 le Gallerie d’Italia – Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, presentano la mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri. Napoli, Genova e Milano a confronto (1610-1640), a cura di Alessandro Morandotti con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.
La mostra costituisce un eccezionale approfondimento delle vicende artistiche sviluppatesi nelle città di Napoli, Genova e Milano a seguito della scomparsa del Merisi, in un periodo storico-artistico diviso tra la rivoluzione devota al naturale di Caravaggio e la nuova età colorata e festosa del Barocco. Il Martirio di sant’Orsola (1610) di Caravaggio, ultimo capolavoro del maestro che morirà poche settimane dopo, sarà quindi il punto di partenza per un confronto con gli artisti del tempo, divisi tra chi ne raccolse l’eredità e chi invece intraprese nuove strade.
Con i patrocini del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Milano nonché la partnership dei Musei di Strada Nuova di Genova e la collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, l’esposizione L’Ultimo Caravaggio illustra in sette sezioni un Seicento in cui gli sviluppi artistici sono esemplificati anche attraverso le collezioni dei due fratelli Doria, Marcantonio e Giovan Carlo, banchieri e mecenati di grande munificenza.
Le scelte di gusto dei due genovesi rispecchiano le aree di interesse economico in cui rispettivamente si mossero. Da un lato Napoli, ricca di caravaggismo ed echi classicheggianti, piazza preferita di Marcantonio, con opere, fra gli altri, di Battistello Caracciolo e José de Ribera, dall’altro Milano e Genova, dove Giovan Carlo si volgerà verso le pitture “avanguardistiche” per l’epoca, comprando opere di Giulio Cesare Procaccini, Pieter Paul Rubens, Bernardo Strozzi, Simon Vouet e molti altri maestri coevi italiani ed europei.
«Con L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri percorriamo un viaggio attraverso la pittura del primo Seicento a Napoli, Genova e Milano, tra fascinazione e resistenza al nuovo e rivoluzionario linguaggio del pittore lombardo. In questo percorso, fatto di contrapposizioni, di contaminazioni e di rispecchiamenti con altri grandi protagonisti di quel periodo, viene affrontato il tema della sfortuna e della fortuna di un artista, partendo dal suo ultimo dipinto, il Martirio di sant’Orsola», afferma Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo. «Questo capolavoro di Caravaggio, che fa parte delle raccolte della nostra banca, è messo a confronto con diversi e splendidi dipinti di Procaccini, Strozzi, Rubens, Van Dyck ed altri maestri dell’epoca, provenienti da musei nazionali e internazionali. La mostra conferma l’impegno di Intesa Sanpaolo per la promozione della straordinaria storia culturale e artistica del nostro Paese.»
Un focus speciale è dedicato al Martirio di sant’Orsola di Caravaggio, principale opera della collezione di Intesa Sanpaolo, recentemente esposta al Metropolitan Museum of Art di New York e sino alla fine di novembre inserita nel percorso di visita della mostra Dentro Caravaggio a Palazzo Reale a Milano, di cui Intesa Sanpaolo è, oltre che prestatore, main sponsor.
La tela è una straordinaria testimonianza della stagione estrema di Caravaggio, dipinta nel 1610, alla fine del suo secondo soggiorno partenopeo. Immediatamente inviato a Genova a Marcantonio Doria, che l’aveva commissionato, il Martirio però non riscosse immediata attenzione: le reazioni furono tiepide, se non indifferenti, perché le preferenze artistiche erano altre, come mostra il dipinto, raffigurante sempre il Martirio di sant’Orsola, realizzato da Bernardo Strozzi (che certamente aveva visto l’opera del Merisi) negli anni della sua prima maturità (1615-1618) e che a Milano verrà affiancato per la prima volta a quello di Caravaggio. Un confronto che svela in modo emblematico le due correnti artistiche contrapposte di quegli anni, il naturalismo caravaggesco e l’esplosione del barocco.
Tra le oltre cinquanta opere – molte delle quali esposte per la prima volta a Milano – spicca la monumentale “Ultima cena” (40 metri quadrati) di Procaccini, presentata dopo un lungo e articolato lavoro di restauro realizzato al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale (To), ente con cui Intesa Sanpaolo collabora intensamente. Per la durata della mostra l’opera potrà essere ammirata da vicino, prima di tornare nella sua collocazione originale, la Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato a Genova, a venti metri di altezza. Sempre di Procaccini, erede della pittura dolce e aggraziata di Correggio e della rapida e abbozzata abilità disegnativa di Parmigianino, viene presentato anche un Martirio di sant’Orsola da poco ritrovato, perfettamente consentaneo all’analoga prova di Strozzi.
In occasione della mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri, dal 19 dicembre 2017 al 18 marzo 2018 verrà proposto alle Gallerie d’Italia un focus monografico di Omar Galliani – tra le più originali voci del panorama artistico contemporaneo – dedicato a Caravaggio e centrato sul Martirio di Sant’Orsola, con un’opera appositamente creata per Gallerie d’Italia dal titolo “Rosso Cadmio per Caravaggio”.
Dal 30 novembre 2017 all’8 aprile 2018, i visitatori della mostra di Palazzo Reale, presentando il proprio biglietto alle Gallerie d’Italia, avranno diritto alla tariffa speciale per l’ingresso alla mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri.
Il catalogo è edito da Skira Editore.
Gallerie d’Italia – Piazza Scala
Sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano
30 novembre 2017 – 8 aprile 2018
Mostra a cura di Alessandro Morandotti
Coordinamento generale di Gianfranco Brunelli
Progetto di allestimento di Valter Palmieri
non si capisce bene quanti e quali quadri di Caravaggio si possono vedere. oltre al martiro di Sant’Orsola cosa c’è?
Può andare a vedere… no?