senza titolo
per la mia mente è davvero incredibile
che tutto venga dopo quel falotico
mondo del mercato. ma non starò
qui nel momento a smidollare gli alibi
di chi voleva raddrizzare i torti
– alibi nostri, certo, che nell’urto
dell’accaduto – quasi la pezzuola
sulla piaga di uno morto male –
hanno scolato subito. ma pare
che nel silenzio ancora il ringhio sale
della cagna-poesia. al capitale
– qualcuno ha detto – può restare in gola
l’osso senza carne della parola
(avesse l’osso forma di pistola).
*
giratina vesuviana
né più me lo domando se un mattino
ci rifarà, se un esse emme esse
di un archeologo perso nel vino
chiederà mai ke cose vi successero
miei pompeiani spompati – al cammino
ke sale al cono, all’antico scommettere
non ritornate? esiste un più vicino
vulcano, ne saliamo le introflesse
scale di lava in ogni istante, il volto
vestito di una calma vesuviana
– c’è una ginestra, ma non sembra molto
lenta, odorata – no, nella sterpezza,
scontenta dei deserti ha in filigrana
i segni della sete. e la nerezza.
*
un finale
non guarderò di nuovo l’orologio,
il tuo ritardo ha la matematica
entità di quando si è lasciati
non discorsivamente – tutto ciò
che mi avvolge in attesa, un quasi estatico
irreale è una scena mia… toh!
nell’arduo riquadro il re nero non
evita lo scacco; sùbito alzàti
i giocatori dell’angolo stretto
alla vetrina del bar – la partita
non era dunque perenne, un onesto
errore aspettava da una vita
di divenire commesso… cosa aspetto
a scegliere una mossa per l’uscita?
Mariano Bàino, Prova d’inchiostro e altri sonetti, nino aragno editore, 2017
Mariano Bàino, (Napoli, 1955) ha pubblicato in poesia: Camera iperbarica (1983), Fax giallo (1993, poi 2001), Ônne ‘e terra (1994, poi 2003), Pinocchio (moviole) (2000), Sparigli marsigliesi (2000, poi 2003), Amarellimerick (2003); in prosa: Le anatre di ghiaccio (2004), L’uomo avanzato (2008), Dal rumore bianco (2012), In (nessuna) Patagonia (2014).