Microfratture
L’idea della catastrofe, una catastrofe silenziosa,
appena avvertita, ma inevitabile.
Oppure le microfratture psichiche,
le microfratture di un’anima.
La mia anima è piena di
microfratture. Sono i piccoli traumi nascosti,
dimenticati, che tornano ogni tanto, quando l’anima è sotto sforzo,
quando non te ne accorgi. Dentro sono franato tutto. Non me ne accorgo,
ma lo sono. Magari quando attraversi una strada e un rumore ti fa rabbrividire,
quando tremi alla pronuncia di un nome, quando
hai un improvviso soprassalto di insicurezza. Le microfratture
sono le telefonate e gli appuntamenti che ti snervano,
improvvisamente,
l’andare in una stanza e chiedersi: che ci sto a fare,
ecc. ecc.
tutto un elenco dei nervosismi, dei soprassalti, delle cose che ti feriscono,
e le minuzie che ti snervano, ecc ecc
il cervello che funziona troppo,
Rose
Con le sembianze dell’amore e della speme,
della gloriosa bellezza,
perché, perché, regaliamo fiori alle donne,
perché regaliamo loro le rose odorose?
Mi chiedo: perché regaliamo alle donne gli organi
sessuali delle piante, dopo averle recise?
Perché alleviamo piante allo scopo di reciderne gli organi sessuali
Perché questa artificiale promessa di piacere?
Perché le rose? I bambini
stridono come uccelli, nel parco,
le ragazze
dagli occhi fioriti camminano,
noi le guardiamo. Perché i fiori
alle donne? Così vogliamo che il piacere
ci guidi alla cieca, questa artificiale promessa di piacere, come una statua
di marmo che pensa il crepuscolo, la mattina.
…………………………………Non pensa,
Davanti al mare.
…………………………………………………..Non pensa. I
bambini stridono come uccelli, minacciosi.
…………………………….Perché la rosa?
Perché la statua di carne pensi
Così i bambini stridono e squittiscono,
e la statua pensa La
nostalgia. Per questo le donne sistemano i fiori, come su una tomba,
le fattezze chiare,
le chiare carni:
doniamo loro
nudità e bellezza.
Corteo
Se ne tornano a casa, mesti,
con una leggera zoppìa,
il corteo zoppo,
e invero molto stanchi,
quando il corteo è già terminato,
con il loro incedere regale, mesto,
con grande dignità perché
anche se il corteo è
già morto, l’incedere è ancora magico.
Nel silenzio e
nella solitudine,
piangendo,
con una lieve zoppìa, nel buio già della sera,
perché la dignità si vede
quando non ci sono spettatori
Poesie tratte da “Carlo Bordini, I costruttori di vulcani. Tutte le poesie 1975-2010” , Luca Sossella 2010.
Carlo Bordini è nato a Roma nel 1938. Militante trotskista negli anni sessanta, è divenuto ricercatore presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università La Sapienza di Roma. Influenzate da certe opere di Eliot, Guido Gozzano e soprattutto da Apollinaire, le sue poesie possono essere chiamate “poesie narrative”.
Le sue pubblicazioni in poesia sono:
Strana categoria, Roma, Stampato in proprio, 1975.
Poesie leggere, Siena, Barbablù, 1981.
Strategia, Roma, Savelli, 1981.
Pericolo, Reggio Emilia, Aelia Laelia, 1984.
Mangiare, Roma, Empirìa, 1995.
Polvere, Roma, Empirìa, 1999.
Purpureo nettare, Bergamo, Alla pasticceria del pesce, 2006.
Sasso, Milano, Scheiwiller, 2008.
Antologia: Pericolo, Poesie 1975-2001, San Cesario di Lecce, Manni, 2004.
I costruttori di vulcani, Luca Sossella, Bologna, 2010.