La rosa bianca, sola in una coppa
di vetro, nel silenzio si disfoglia
e non sa di morire e ch’io la guardo
morire. Un dopo l’altro si distaccano
i petali; ma intatti: immacolati:
un presso l’altro con un tocco lieve
posano, e stanno: attenti, se un prodigio
li risollevi o li ridoni, ancóra
vivi, candidi ancóra, al gambo spoglio.
Tal mi sento cadere sul cuore i giorni
del mio tempo fugace: intatti; e il cuore
vorrebbe, ma non può, comporli in una
rosa novella, su piú alto stelo.
Ada Negri
da “Il dono”, Mondadori, 1936
Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita,
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto) non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico:— È oggi –
ad ogni giorno che tramonta io dico:
— Sarà domani. — Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.
Ada Negri
da “Il dono”, A. Mondadori Editore, 1936
Prima scrittrice italiana generata dalla classe operaia, Ada Negri nacque nel 1870 in una famiglia molto povera. Il padre era manovale e la madre tessitrice. Insegnò a partire dal 1888 nella scuola elementare di Motta Visconti e poi a Milano. In questo periodo pubblicò le sue prime poesie, raccolte nel volume Fatalità (1892), in seguito definite poesie del Quarto Stato per via delle tematiche sociali che presentavano. Forse l’ispirazione “sociale” di Ada Negri era dovuta alla sua esperienza personale. Nel 1896 sposò Federico Garlanda. Pochi anni dopo i due si separarono, ed Ada, con l’inizio della Prima Guerra Mondiale si spostò in Svizzera. Successivamente ebbe una relazione tormentata con un altro uomo, esperienza descritta dalla scrittrice nel libro di poesie Il libro di Mara del 1919. Nel 1894 vinse il premio Milli per la poesia e nel 1931 il premio Mussolini per la carriera. Nella sua seconda collezione di poesie, Tempeste (1895), affrontò temi sociali rivoluzionari espressi con un linguaggio molto moderato. Dopo le orazioni patriottiche tenute dalla scrittrice e raccolte nel 1918 in Orazioni, Ada Negri pubblicò Maternità (1904) e Dal profondo (1910), due opere spiccatamente introspettive. A seguito di questo periodo di malinconia uscì nel 1914 Esilio e nel 1917 una raccolta di quattordici racconti, Le solitaire. Nel 1919 uscì Il libro di Mara a cui fece seguito I canti dell’isola del 1924; uscirono inoltre Vespertina del 1930, un libro di poesie, Finestre alte del 1923 e Le strade del 1926, entrambi libri di racconti, poi Di giorno in giorno che contiene una raccolta di meditazioni sulle opere della scrittrice ed Erba nel sagrato del 1939. L’ultima opera conosciuta di Ada Negri è Oltre, uscito postumo, in cui l’autrice propose una sua agiografia di Santa Caterina da Siena. Nel 1940 Ada Negri divenne membro dell’ Accademia Italiana. Appena cinque anni più tardi, l’11 gennaio del 1945, fu trovata morta nel suo studio dalla figlia Bianca.