“A undici anni, in pochi mesi può finire l’infanzia. E i tradimenti che ci sembra di subire a volte li cerchiamo, oppure li inventiamo, per consentire a un’altra età di avere inizio.”
Gian Mario Villalta
Vengono da un mondo lontano i ricordi che si sprigionano nella mente del protagonista di questo romanzo nel momento in cui apprende della morte di uno zio un tempo molto amato e poi altrettanto detestato. Per la precisione – se poi davvero precisi possono essere i ricordi dell’infanzia – vengono da un piccolo paese del Nordest, durante gli anni Sessanta, quando la coda del boom economico inizia a cambiare le abitudini e i comportamenti. È l’epoca in cui «le stalle hanno cominciato a puzzare» e «gli animali – così come la terra – sono diventati materia per la produzione industriale». Ma a tornare alla mente del protagonista sono soprattutto i momenti vissuti insieme al cugino Giuseppe. Perché è proprio il complesso rapporto fra i due a segnare, forse più di ogni altra cosa, la sua infanzia. Un rapporto fatto di grande complicità ma anche di violenza e di paura: sentimenti, questi, che non lo hanno più abbandonato, né mai è riuscito a sciogliere nella loro aggrovigliata natura. Oggi, il bambino di allora, arrivato alla soglia dei sessant’anni, si chiede le ragioni di quella violenza sorda, cupa, marcio frutto di altra violenza. E si chiede se la sua vita, senza quelle vicende ormai lontane, sarebbe stata diversa. Gian Mario Villalta, narratore, saggista, poeta tra i più significativi della nostra letteratura, con Bestia da latte scrive un romanzo intenso e potente, una storia di famiglia e insieme di formazione.
Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pasiano, in provincia di Pordenone, nel 1959. Laureato in Lettere a Bologna insegna nel liceo scientifico Ettore Majorana di Pordenone. Ha scritto numerosi romanzi, racconti e saggi, fin dai primi anni Ottanta. Il più recente, L’isola senza memoria (2018). Fin dagli esordi, ha dedicato particolare attenzione all’opera di Andrea Zanzotto con una monografia e numerosi interventi, collaborando al Meridiano Le poesie e prose scelte e assumendo la cura dei due volumi degli Scritti sulla letteratura. I suoi libri di poesia più recenti sono: Vanità della mente (2011) Premio Viareggio e Telepatia (2016), Premio Carducci. È il direttore artistico di pordenonelegge.