Fioriture capovolte: corolle (e semi) che si espandono sottoterra, alla ricerca di sensi profondi, di legami con le radici che nella vita di superficie sfuggono. Significano anche il lato rovescio dell’esistenza, quando il dolore e le difficoltà sembrano prevalere, un mondo che si tende a rimuovere, ma è in realtà una faticosa ricchezza tutta da esplorare. Capovolte, infine, può significare semplicemente «reclinate», cioè fioriture che hanno terminato la loro fase di crescita, quando i fiori si ripiegano, perdono qualche petalo, si avviano alla fine del loro ciclo. La raccolta di Giovanna Rosadini è infatti anche un libro autobiografico, una sorta di bilancio esistenziale di mezza età. E venendo dopo tre precedenti raccolte e la cura di un’antologia che è stata al centro di un ampio dibattito, anche dal punto di vista del percorso poetico non può non essere il suo libro della maturità. La messa a punto di un linguaggio che nasconda un «doppio fondo» di senso nonostante la trasparenza, la ricerca di un ritmo e di sonorità suggestive, emotivamente coinvolgenti, il gioco con le rime piú facili sapientemente rivitalizzate, le citazioni e i continui riferimenti da e ad altri poeti: tutto è ormai un meccanismo preciso, potremmo dire professionale, se non ci fosse il rischio di connotare in senso asettico i versi della Rosadini, che al contrario hanno sempre una temperatura sentimentale molto alta, quasi sgorgati in presa diretta da una serie di ferite ancora molto sensibili.
ESTRATTI
Siamo soli dentro la distanza
perduti nel senso di mancanza
che fa vuoto di ogni pieno
dove tutto sembra alieno…
*
Il cielo è un campo azzurro
intatto e puro, steso sopra il mondo;
saperti e non trovare il varco
per arrivare a sciogliere l’imgombto.
*
Ti abita un’inedita oltranza,
rocciosa e acuminata come dolore
rappresobe tindhiuso si se stesso –
come se fossi una partita
da giocare adesso, prima che tutto
scivoli in un compromesso
che possa sciogliere la sofferenza..
*
Infinita e la pazienza delle cose
adagiate nell’olio inerte della casa
finché uno sguardo non le rianima
e tornano ad essere – per loro per noi
la forma semplice dei gesti usuali
lo scivolare lento di giorni tutti uguali.
Giovanna Rosadini è nata a Genova nel 1963. Vive a Milano. Ha pubblicato la raccolta Il sistema limbico (Atelier 2008) e altre poesie in riviste e antologie collettive. Per Einaudi ha pubblicato la raccolta Unità di risveglio (2010) e ha curato l’antologia Nuovi poeti italiani 6 (2012). Sempre per Einaudi, ha pubblicato la raccolta Fioriture capovolte (2018).