Beppe Sebaste, “Come un cinghiale in una macchia d’inchiostro”

Poesia scritta sulla carta del pane

spiaggia, un sabato
molto tranquillo di aprile,
aria & luce,
africa e alpi, mare
allegro, calmo, brillante,
palme, fragranza –
sfilano scie bianche nel cielo azzurro
e contemporaneamente
granelli di sabbia
tra le dita di mio figlio
poi
ci guardiamo
silenziosamente
un istante
– aria, luce, il profilo di Montemarcello,
il mare che luccica, il bianco
delle case bianche di Viareggio,
bianco come Tel Aviv…
i volti, in paradiso,
non hanno più bisogno
di espressioni

 

Preghiera

Disteso sull’erba tra gli ulivi le colline e le stelle
io prego.
Prego il cielo, Prego Dio o Nulla, prego Qual-
cosa di tanto più grande di me.
Prego.
Prego ti prego prego Ti prego ti,
pietà.
Ti prego Pietà per me pietà per ogni essere prego
ti prego.
Che io possa amare e essere amato
che io possa illuminare e essere illuminato
prego ti prego
Ti.
Pietà per me pietà per ogni essere
che io possa onorare il mio corpo la mia natura
che io possa onorare la natura di ogni natura
prego Ti prego
che
io possa a lungo pregare
che io possa essere felice così come ogni essere
prego. Pietà.
Ti prego pietà. Prego pietà di me di ogni essere ti prego Ti.

 

Poesia è costruire cieli

poesia è costruire cieli
la sostanza dei cieli è solida e fragile
resistente eternamente neonata
i cieli sono carezze
si scambiano senza volere nulla
nulla che si tramuta di continuo in tutto
forma e non forma, volto e volto
le tue labbra e le mie
il mio corpo e il tuo
che fanno l’amore e
con le labbra del cielo
suggellano baci che restano
in eterno

DA: COME UN CINGHIALE IN UNA MACCHIA D’INCHIOSTRO (Nino Aragno Editore, 2018)

Beppe Sebaste è nato a Parma nel 1959 e ha abitato in vari luoghi: Bologna, Ginevra, Pietrasanta, Parigi e Roma, condividendo alcuni di questi luoghi con la pittrice e coreografa Cathy Josefowitz, da cui nel 1991 ha avuto il figlio Pierre Ilya. Dopo anni di poesia underground ha esordito poco più che ventenne nella narrativa con L’ultimo buco nell’acqua (Aelia Laelia 1983), scritto con Giorgio Messori. Ha pubblicato racconti (Café Suisse e altri luoghi di sosta, 1992, Niente di tutto questo mi appartiene, 1994, entrambi con Feltrinelli, Oggetti smarriti e altre apparizioni, Laterza 2009), romanzi (Tolbiac, Baldini Castoldi Dalai 2002, HP. L’ultimo autista di lady Diana, Quiritta 2004, selezionato Premio Strega 2005, poi Einaudi Stile Libero 2007) e saggi (Porte senza porta. Incontri con maestri contemporanei, Feltrinelli 1997, poi Il libro dei maestri. Porte senza porta rewind, Luca Sossella editore 2010 (con nuovi capitoli e un cd). Il suo libro più inclassificabile è Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne (Laterza 2008, giunto nel 2012 alla 5a edizione). Il suo ultimo libro è uscito ha sperimentato il mondo della pubblicazione indipendente: Fallire. Storia con fantasmi, è infatti per ora venduto solo da Amazon, in formato digitale kindle e in edizione cartacea (con copertina di Anish Kapoor).Suoi racconti sono presenti in varie antologie, tra cui Narratori delle riserve, a cura di Gianni Celati (Feltrinelli 1992) e Periferie, a cura di Stefania Scateni (Laterza 2006). Con Stefania Scateni ha curato il pamphlet Non siamo in vendita. Voci contro il regime (Arcana 2002). Ha tradotto e curato opere di Emmanuel Bove (I miei amici, Feltrinelli), Joe Bousquet, Nicolas Bouvier (Il Pesce-scorpione, Laterza; Il suono di una mano sola, Diabasis) e Le passeggiate del sognatore solitario di Jean-Jacques Rousseau (Feltrinelli-I Classici 1996, poi 2012, con una nuova Introduzione). Ha collaborato per anni, tenendovi diverse rubriche, con l‘Unità, poi con la Repubblica e con Venerdì di Repubblica, e curato trasmissioni su Radiotre. Attualmente ha poca voglia di scrivere sui giornali, preferisce scrivere poesie e inventare alte forme di enunciazione e di racconto. Si alterna tra Roma e Narni, dove ha aperto e gestisce il “luogo per le arti” chiamato Stanza. Ci sono cieli dappertutto e non manca di soggiornare un paio di mesi l’anno in India.

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