Lorenzo Chiuchiù, “Le parti del grido”

Lorenzo Chiuchiù

La stanza febbraio è ancora
la nuda correzione del fulmine –

possediamo il foglio che separa
il bianco dentro il bianco
ed è nostro anche se niente è nostro.
Abbiamo colpa e fuoco cardiaco –
e correremo. Abbiamo trattenuto il fiato:
una due dieci volte, una unica e solitaria
la notte– e respireremo:
sua è la stella ascetica.

L’estremo ti trova senza motivo
sostanza misericordia non ritrattabile
e vene infuse nel marmo senza
le molte avvisaglie del passo falso.
Dicevi grazie all’unica volta,
perdutamente, ma ricorsive come
le vite nel passo ancora falso
le nuove metriche erano
il corale che cantavi da solo
per tentarti, per tradirti, per
sottrarti: ma tu credevi, avevi te stesso
colpa e notturno cardiaco.

È sempre il febbraio delle carte decifrate –
anche per un sasso che affonda nella neve
mentre tu ritorni dal lavoro e dal presente:
ma tutte le menti amate sono sconfitte e gloriose
perché, guardami, i cieli sono tutti scritti,
feriti a morte e ancora sacrificati, come soldati.

E dall’altra parte piove –
dovremo dividere pane e terra,
finché non saremo pane e terra.

Affermazione

Dici: continuerò a credere e tu devi accettarlo –
io sono questa veste, l’icona rubata e
la gioia a bruciapelo che non smette più –
e io lo so: anche questa pioggia cade
dall’altro mondo, e la sirena di fabbrica
esce dal corno della genesi

ma nessuna pietà per le pietre,
o per le terre: solo la nave le vene
e le vele in fiamme
ci condurranno e ci negheranno:
perché, te lo ripeto ancora, noi resteremo.
C’è solo la guerra del cielo dei violenti
e prima solo un freddo alla tempia,
un cerchio assoluto
la pura incarnazione, nell’orbita.

Domina l’arteria astrale e hai
la seconda resurrezione, la porta arcuata
il cratere ricoperto di stelle marine
profonde come fornaci benedicenti –

e voi, partiti verso la terra, ne avete chiesto
la parte: e non dire, non cadere,
non voltare la carta. Hai trovato
il ponte che arde nella sua maestà:

ricorrenti come il grano
scansioni di silenzio, geologie, combustioni:
tu non tornerai ma hai l’arteria astrale

e anche tu, nella periferia dei presagi
possiedi le tue vene raggianti.

Da Le parti del grido di Lorenzo Chiuchiù, Effigie, 2018

Lorenzo Chiuchiù ha pubblicato i libri di poesia Iride incendio (Niebo, La Vita Felice, 2005), Sorteggio Marietti, 2012), Le parti del grido (Effigie, 2018). Ha curato Metafisica cristiana e neoplatonismo e La devozione alla croce di Albert Camus (Diabasis, 2004 e 2005). Di Jean-Paul Sartre ha curato e tradotto Mallarmé, la lucidità e il suo volto d’ombra (Diabasis, 2010). Ha pubblicato Atleti del fuoco. Undici studi tra arte, tragedia e rivolta (Mimesis, 2018). Ha scritto un’introduzione a Così parlò Zarathustra (Giunti, 2017).

 

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