Man and Camel
On the eve of my fortieth birthday
I sat on the porch having a smoke
when out of the blue a man and a camel
happened by. Neither uttered a sound
at first, but as they drifted up the street
and out of town the two of them began to sing.
Yet what they sang is still a mystery to me—
the words were indistinct and the tune
too ornamental to recall. Into the desert
they went and as they went their voices
rose as one above the sifting sound
of windblown sand. The wonder of their singing,
its elusive blend of man and camel, seemed
an ideal image for all uncommon couples.
Was this the night that I had waited for
so long? I wanted to believe it was,
but just as they were vanishing, the man
and camel ceased to sing, and galloped
back to town. They stood before my porch,
staring up at me with beady eyes, and said:
“You ruined it. You ruined it forever.”
Uomo e cammello. Così rispondeva Mark Strand a Luigia Sorrentino nell’intervista all’american Academy in Rome nel 2011 : “Credo che ‘L’uomo e il cammello’ sia una poesia piuttosto divertente, in cui l’uomo e il cammello della poesia si rivoltano contro il poeta, poiché ha interpretato il loro significato. Ed è questo il motivo per cui alla fine ritornano e dicono: ‘l’hai rovinata, rovinata per sempre!’ (riferendosi alla poesia). E’ la poesia stessa che si vendica con il poeta. Ma, voglio dire, un uomo e un cammello che cantano, è ridicolo!… Un uomo e un cammello che appaiono all’improvviso! A dire la verità ho avuto l’immagine di un uomo e di un cammello e mi sono detto: ‘Come posso metterli insieme in una poesia? Cosa posso fare con un uomo e un cammello in una poesia?’ E così ho inventato questa piccola storia, che ho pensato fosse divertente.”
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Mark Strand (1934-2014) è stato uno dei più autorevoli poeti statunitensi. È vissuto a New York, dove ha insegnato alla Columbia University. In Italia, oltre alle plaquette per le Edizioni “L’Obliquo” sono disponibili tre antologie delle sue poesie: “L’inizio di una sedia”, Donzelli, 1999; “Il futuro non è più quello di una volta”; Minimum fax, 2006; “L’uomo che cammina a un passo avanti al buio, Poesie 1964-2006”, Oscar Mondadori, 2011 con traduzione di Damiano Abeni. È altresì disponibile un volume di scritti d’arte (“Edward Hopper – Un poeta legge un pittore”, Donzelli 2003) e la favola “Il pianeta delle cose perdute”, Beisler 2002. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Pulitzer per la poesia con “Blizzard of One”.