di Fabio Pusterla
Ecco un libro aspro, tragico e necessario, tutto calato nel presente del lavoro e della civile o incivile convivenza, dove “Non è davvero la vita in sé ad esser sconcia / ma la sua organizzazione sociale selvaggia”. La collaborazione, che funge da titolo e da motivo ricorrente, è qualcosa di acre, in bilico tra sarcasmo sdegnato e rassegnazione di fronte a una sconfitta poiché nella nuova situazione di asservimento che schiaccia o annulla i destini individuali il mondo si presenta quasi esclusivamente “come impresa e sublimazione”, in cui “gli svariati sensi della collaborazione” precipitano in un verso infernale, che fotografa impietoso i nuovi lavoranti: “spingendosi come porci collaborano”. Raccolta dunque politica, nel senso più alto e coraggioso, libro di crudo realismo e riflessione acuminata, in cui Fabrizio Bajec affronta di petto la generale proletarizzazione, e persino l’arretramento contemporaneo alle condizioni ‘iniziali’ del movimento operaio, all’epoca di Germinale, con tutte le conseguenze del caso. “oh voi che ne respirate l’aria / lottate battetevi anche senza vittoria”: così suonano gli ultimi versi di un poemetto, ed è un suono non privo di cupezza, soprattutto se l’epoca delle grandi lotte e delle grandi speranze è alle spalle di tutto questo. Il presente si staglia di fronte a noi come una prigione sconfinata e “il mio avvenire si copre di nebbia e buche”.
VI ABBIAMO MOSTRATO COME CI SI BATTE
adesso per voi non possiamo più nulla
salvo mandarvi un po’ del nostro caffè
che vi darà coraggio e vi terrà svegli
nei giorni delle lotte anche di notte
Siete robusti ma il nemico è lo stesso
ammazzate il profitto colpite al cuore
il suffragio questo governo che arranca
ostinato nell’errore e troppo libero
di ignorarvi in tutta impunità
Fabrizio Bajec (1975), italo-francese, vive a Parigi e scrive nelle due lingue. È autore dei seguenti libri di versi: Corpo nemico (in «Ottavo quaderno di poesia italiana contemporanea», Marcos y Marcos, 2004), Gli ultimi (Transeuropa, 2008), Entrare nel vuoto (con-fine, 2011), La cura(Fermenti, 2015). Alcuni in doppia versione e pubblicati in Belgio, Svizzera e Francia: Entrer dans le vide (Éditions du Fram, 2012), Loin de Dieu, près de toi (L’Âge d’Homme, 2013), La collaboration (tituli, 2018). Tra i suoi testi teatrali rappresentati in Italia da Luciano Melchionna fino al 2007, Rage è stato portato in scena al Teatro Nazionale di Bruxelles nel 2009, nell’ambito di un festival, e pubblicato in Francia nel 2017. Le sue poesie sono presenti in diverse antologie e riviste, e tradotte in spagnolo e svedese. Ha inoltre tradotto in italiano i versi del belga William Cliff: Il pane quotidiano e altre poesie (Edizioni Torino poesia, 2007); Poesie scelte(Fermenti/Fondazione Piazzolla, 2015). Tradurre gli altri e tradurre se stesso in italiano o in francese lo ha portato a riflettere su questa pratica di scrittura in un breve saggio edito dalla rivista «Transalpina» dell’Università di Caen (2015), Loin de Dieu, près de toi: l’autotraduzione come processo generativo.
Marcos y Marcos ha pubblicato la raccolta di poesia La collaborazione.