La figura umana ha buchi neri
nella faccia e candeline sulla torta
tombale… e fatica attorno alle ossa
per un solo giorno di caldo e sudore.
Grande Madre della notte – silenzio
di tarlo adesso – uno spazzolino sfrega contro
il tondo giallo della luna – aprici all’istante,
alla via per il sorriso del mare. Deponi tutto
questo: la miseria, il sangue, noi… nella schiuma
dell’onda che riparte e ritorna, nell’amore
che lava la riva delle nostre gracili sorti.
*
Noi abbiamo sostato in una soglia
a lungo conducendo l’inchiesta del meglio
fuori o dentro, tanto a lungo da diventare
barriera noi stessi di un confine, muro
tra interno ed esterno – impenetrabile limite.
Dimorando quell’inabitabile perché
spenti nel freddo i corpi, era un remoto gelo
di cattedrale entrare nei guanti delle mani,
mordere i propri denti a digrignare le notti,
quel profondo spessore di lamiera intatta.
*
Eri nell’ombra che mortifica ogni cosa
e stavi solo in quell’ombra più estesa
della tua mano grandiosa, nel lungo trasvolo
oltre la comunione dell’Uno – fuori
dal cerchio – corrugando fino al seme
nel marcio della cesta del frutto
chiamato con nome di morte.
Matthias Ferrino è nato ad Aosta il 31 luglio 1988. Italo-francese, ha vissuto e svolto vari lavori in Italia, Francia e Spagna. Ha compiuto studi letterari all’Università di Torino e all’Université de Nîmes. La Sottrazione è il suo libro d’esordio.