Giovanni Testori, da “I Trionfi”

Sì,
tu sei;
esisti nella vita,
risorgi nella morte
per ciò che ti brucia dentro gli occhi a mandorla,
azzurri,
per ciò che sai di te donare nel lamento
e più,
più ancora,
nel silenzio.
Non piangere;
tanta vita è già qui, tra noi,
e tanta ancora sarà,
tutta che resti a noi da vivere,
angelo e cane,
purché qualunque sia la redenzione
che tu farai di me in me,
sempre sarò legato
all’ombra oscura di tuguri e tane,
all’idiote speranze
gettate nella fragile allegria
d’incontri provvisori,
mai compromessi e spinti fino al limite
del sangue,
salvati sempre
o forse più dannati
da un lieve crepuscolo di gioco.

da I TRIONFI. 1965

Giovanni Testori (Novate, Milano, 1923 – Milano, 1993), critico d’arte, poeta, autore teatrale e romanziere, è stato tra le personalità intellettuali più complesse del secondo Novecento. Negli anni Cinquanta ha raccontato la periferia milanese nel ciclo I segreti di Milano. Per il teatro, con la Trilogia degli scarrozzanti (L’Ambleto, Macbetto e Edipus), ha creato una personalissima lingua drammaturgica, proseguita con gli oratori di argomento sacro, quali Conversazione con la morte, Interrogatorio a Maria e Factum est, e culminata con la messa in scena del romanzo In exitu, uno dei suoi capolavori. La sua ultima opera, quasi un testamento fra teatro e poesia, è Tre lai.

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