Czesław Miłosz, due poesie

Czesław Miłosz

Genealogia

Certo abbiamo molte cose in comune
tutti noi che siamo cresciuti nelle città del Barocco
senza chiedere quale re volle erigere la chiesa
che vediamo passando ogni giorno, quali principesse
abitarono il palazzo, né come si chiamassero
architetti, scultori, donde venissero e quando, e per che cosa
ebbero la celebrità. Preferivamo
giocare a palla sotto la fila dei portici eleganti,
correre a lato degli aggetti e delle scale di marmo.
Poi ci furono più cari i sedili dei parchi ombrosi
che non i groppi di angeli in gesso sulla testa.
Però qualcosa ci resta: un gusto per la linea tortuosa,
le alte spirali delle contraddizioni, fiammeggianti,
abiti femminili con drappeggi sontuosi
per aggiungere fulgore al ballo degli scheletri.

Czesław Miłosz nella traduzione di Valeria Rosselli. Da “Le regioni ulteriori”, in “Czesław Miłosz, La fodera del mondo”, Fondazione Piazzolla, Roma, 1966

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Guido Reni alla Galleria Corsini di Roma

“Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro”. Esposizione alla Galleria Corsini di Roma.

Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano fino al 17 febbraio 2019, nella sede di Galleria Corsini a Roma, la mostra Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro, a cura di Stefano Pierguidi.

L’esposizione ruota intorno a uno dei quadri più emblematici della storia della collezione delle Gallerie Nazionali: la Visione di sant’Andrea Corsinidi Guido Reni, commissionata dai Corsini per la canonizzazione del santo vissuto nel Trecento, avvenuta nel 1629 durante il pontificato di Urbano VIII Barberini.

Il capolavoro di Reni, oggi agli Uffizi, era ospitato nelle sale di Palazzo Barberini fino al 1936, quando passò ai Corsini di Firenze.

In mostra viene messo a confronto, per la prima volta, sia con la replica eseguita nel 1732 da Agostino Masucci, rimasta in via della Lungara e realizzata per la versione musiva voluta da Papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, per l’altare della cappella di famiglia in San Giovanni in Laterano (1730), sia con il dipinto conservato alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, opera di Reni stesso, che ritrae il Santo in altre movenze. Quest’ultima opera arriverà in mostra dopo un accurato restauro finanziato dalla Gallerie Nazionali Barberini Corsini. Continua a leggere

L’Accademia Mondiale della poesia promuove la Seconda Edizione del Concorso di Poesia con Immagine “ON THE ROAD”


DESCRIZIONE

Il concorso di poesia promosso quest’anno dall’Accademia Mondiale della Poesia di Verona propone il tema del viaggio. Nessuna prospettiva come quella del viaggio ha attirato e incantato i poeti antichi e moderni, dall’autore di Gilgamesh all’Omero dell’Odissea a Dante, da Bashoa Santoka, da Baudelaire a Rimbaud, da Whitman alla Beat Generation.

L’esperienza contemporanea del viaggio, però, rischia spesso di ca- dere nello stereotipo, nei recinti convenzionali della cultura di massa. Mai come oggi, dunque, i poeti hanno il compito di risvegliare lo spirito vero del viaggio (spirito aperto al diverso, all’ignoto, all’altrove; spirito flessibile, intrepido e ardente, capace di confrontarsi col movimento incessante della vita, col mistero multiforme del mondo) dalle ceneri del disincanto, dalla noia del turismo prefabbricato, dai luoghi comuni del pensiero unico.

I poeti autentici sanno che per risvegliare questo spirito non occorre inventare immagini eccessive, effetti speciali o ipotesi fantascientifi- che: spesso l’altrove si annida, per chi sa riconoscerlo poeticamente, anche nel più umile luogo, nella più inappariscente occasione, nel più semplice “qui”; non di rado le montagne sacre, i castelli incantati e le isole del tesoro sono a pochi passi da noi…

La vera poesia sa tentare le proprie fughe e i propri ritorni fra tutti i luoghi dell’universo, dai più remoti ai più prossimi; sa spostarsi dalla realtà ai sogni, dal possibile all’impossibile e viceversa; sa mostrarci la bellezza che rinasce di continuo di fronte a noi e in noi quando ci mettiamo in cammino con un bagaglio leggero.

L’ACCADEMIA MONDIALE DELLA POESIA

L’Accademia Mondiale della Poesia nasce il 23 giugno 2001 a Verona con il sostegno del Comune di Verona e della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero italiano degli Affari Esteri, dell’’UNESCO, della Regione Veneto, della Provincia di Verona e dell’Università di Verona.

Nel corso della sua 30^ sessione tenutasi a Parigi nel 1999, la Con- ferenza generale dell’UNESCO aveva adottato una risoluzione (n. 29) che proclamava il 21 marzo di ogni anno Giornata Mondiale della Po- esia. Per dare seguito a tale risoluzione occorreva costituire un con- servatorio dell’eccellenza poetica ed un legame creativo tra le diverse espressioni poetiche dei cinque continenti.

Per questo, dal 22 al 24 giugno 2001 Verona, classificata dall’UNESCO città patrimonio storico e culturale dell’umanità, ha accolto una cinquantina di poeti provenienti dall’insieme delle aree geo-culturali del mondo: dall’Africa il Premio Nobel per la Letteratura 1986 Wole Soyinka (Nigeria), Jean Baptiste Tati Loutard (Congo) e Babacar Sall (Senegal); dall’America latina il Presidente del PEN Club International Homero Aridjis (Messico), Haroldo de Campos (Brasile), Marcia Theo- philo (Brasile) e Luis Mizon (Cile); dall’Asia Ayyappa Paniker (India), Gozo Yoshimasu (Giappone) e Ko Un (Corea del Sud); dal Mondo Arabo Adonis e Mahmoud Darwich; dall’Europa Mario Luzi e Andrea Zanzotto (Italia), Kenneth White (Gran Bretagna), André Velter (Fran- cia), Andrei Voznesenski (Russia), Ana Blandiana (Romania), Jean Portante (Lussemburgo); dall’America del Nord Nicole Brossard (Ca- nada) e Jerome Rothenberg (Stati Uniti). Grandi poeti, come Leopold Sedar Senghor, Seamus Heaney (Premio Nobel per la Letteratura), Yves Bonnefoy e Andrea Zanzotto, hanno ugualmente accettato di essere membri dell’Accademia. Il Professor Nadir M. Aziza, riveste la carica di Cancelliere dell’Accademia.

IL CONCORSO

Oltre al concorso nazionale, è prevista una sezione rivolta a tutte le scuole superiori di ogni tipo statali e parificate, nonché per le Università.

CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL CONCORSO

Lo svolgimento della Cerimonia di Premiazione del concorso avverrà in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il 22 marzo 2018 mattina a Verona, presso la Sala Maffeiana dell’Accademia Filar- monica nell’ambito delle celebrazioni della Giornata mondiale della poesia.

REGOLAMENTO

Per partecipare al concorso di poesia con immagine Instagram, occorre realizzare, a partire dal 30 novembre 2018 e fino al 15 febbraio 2019, una poesia dedicata al tema “Il Viaggio”, sia esso reale o onirico, fisico o simbolico. Peculiarità del concorso è unire la fotografia e la parola scritta: la poesia dovrà essere un componimento originale di massimo 15 versi e la parola scritta dovrà essere riprodotta attraverso la foto- grafia. Il testo potrà essere scritto nei modi più svariati: a mano, a mac- china, attraverso una realizzazione grafica, purché la parola scritta sia creativamente prodotta attraverso l’uso contemporaneo della fotogra- fia digitale social. Le poesie selezionate dalla Giuria saranno pubblica- te sulla piattaforma Instagram dell’Accademia Mondiale della Poesia. Si partecipa pubblicando la foto sul proprio canale Instagram tag- gando il profilo di accademiamondialepoesia e inserendo gli hashtag #accademiapoesia o #infinito200.

Affinché la partecipazione sia regolare la fotografia andrà anche inviata all’indirizzo: info@accademiamondialepoesia.com
Non si accetteranno le poesie pervenute solo via instagram. Per chi lo desidera sarà possibile partecipare anche inviando solo la poesia sempre all’indirizzo mail sopra indicato. In questo caso saranno esa- minate e premiate a parte. Farà fede la data di invio.

I lavori inviati non saranno restituiti
I riferimenti di segreteria dell’Associazione per ulteriori chiarimenti ed informazioni sono i seguenti:
Tel. 045 59 25 44 – Fax 045 59 19 91
e-mail: info@accademiamondialepoesia.com www.accademiamondialepoesia.com

PREMI PER I VINCITORI DEL CONCORSO

Per i primi 3 classificati della sezione scuole è previsto un laboratorio di poesia con Isabella Leardini. Per gli altri classificati (3 primi premi a livello nazionale e 7 menzioni speciali) è previsto il Diploma d’Onore dell’Accademia Mondiale della Poesia che verrà assegnato nel cor- so di un incontro di poesia con Isabella Leardini venerdì 22 marzo presso la Sala Maffeiana dell’Accademia Filarmonica di Verona.

È previsto anche un premio speciale assegnato dalla Giuria web di cui fanno parte Andrea Cati, Ottavio Rossani e Marcia Theophilo che rappresentano i più importanti canali web di poesia e che diffonderanno attraverso i loro canali il progetto determinando assieme ai loro followers il vincitore decretato dal web.

GIURIA

Sono membri della Giuria, in ordine alfabetico: Claudio Damiani, Paolo Lagazzi, Paolo Ruffilli e Luigia Sorrentino.

Giulia Napoleone e la poesia

Giulia Napoleone, Rifrazioni 1, 1980

Comunicato stampa

Giulia Napoleone e la poesia
Letture dai libri d’artista

Interventi
Giuseppe Appella, Curatore della mostra
Paolo Mauri, Critico letterario
Franco Vitelli, Ordinario di letteratura italiana, Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Sarà presente l’artista

Venerdì 23 novembre 2018, ore 18.00
Sala delle Colonne
Ingresso libero

Venerdì 23 novembre 2018, alle ore 18.00, nella Sala delle Colonne, in occasione dell’antologica curata da Giuseppe Appella che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea dedica a Giulia Napoleone, i poeti che l’hanno accompagnata nel corso degli anni e, tra il 1974 e il 2017, hanno firmato con lei i libri d’artista prodotti da noti editori italiani e stranieri, si alterneranno nella lettura delle loro poesie, completando, in questo modo, quanto la mostra accoglie e rende visibile.

Annelisa Alleva, Antonella Anedda, Primerio Bellomo, Marco Caporali, Maria Clelia Cardona, Francesco Dalessandro, Roberto Deidier, Paolo Febbraro, Biancamaria Frabotta, Rita Iacomino, Valerio Magrelli, Gabriella Pace, Elio Pecora, Rosa Pierno, Fabio Pusterla, Silvana Sinisi, Luigia Sorrentino, Brunello Tirozzi, Alberto Toni, Marco Vitale, Domenico Vuoto, Simone Zafferani hanno scelto “i versi che più mettono in evidenza la capacità di Giulia a raggiungere, senza mai farsi illustrazione, una nuova visione proprio attraverso la poesia che, a sua volta, non accompagna solo l’opera grafica ma ne potenzia le possibilità espressive e di comprensione, quindi il dialogo. L’una e l’altra sottolineano sempre l’importanza dell’immaginazione che, attraverso le forme, la luce, i colori fatti parola e viceversa, ferma l’incanto del silenzio, gli spazi nascosti tra un verso e un segno, un campo bianco e un brulichio di punti neri”. (Giuseppe Appella) Continua a leggere

Odisseas Elitis, da “Monogramma”

Ti piangerò sempre − mi senti −
da solo, in Paradiso

I
Girerà altrove le linee
Della mano, il Destino, come un manovratore
Per un attimo acconsentirà il Tempo

E come altrimenti, visto che si amano gli uomini.

Il cielo darà forma alle nostre viscere
E l’innocenza colpirà il mondo
Con l’acre nero della morte. Continua a leggere

L’immagine del silenzio

L’idea portante della mostra, condivisa da Ottavio Celestino, Riccardo De Massimi, Dino Ignani, Claudio Nardulli, Alessandro Valeri è una sottolineatura della necessità di “eliminazione del rumore di fondo”, scegliendo manufatti antropici – architetture e statuaria – in assenza proprio dell’essere umano tutto intorno. Ne risultano strutture quasi metafisiche che, come spiega la curatrice, Barbara Martusciello, “sono calate in atmosfere ambigue e sempre con un effetto di sospensione spazio temporale; Continua a leggere

A Recanati, Enzo Cucchi-Niba

ENZO CUCCHI – NIBA

Testo di Nikla Cingolani

OPENING: DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018 DALLE ORE 18

Domenica 18 novembre si inaugura alla Galleria Idill’io arte contemporanea la mostra di “Enzo Cucchi e Niba a Recanati”.

Il titolo suggerito da Liliana Maniero al gallerista Pio Monti, identifica una temporalità per designare un’azione che dovrà accadere. E’ bastato solo un accento volato su una o, come un passero “sulla vetta della torre antica”, a creare la dimensione profetica di un’occasione che potrà avvenire. E sono lo spiazzamento onirico dell’installazione e la sospensione temporale a rendere il senso infinito dell’attesa. Il Leopardi tutto d’oro di Niba si confronta con la statua della piazza che si riflette nella vetrina della galleria.

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Premio Lagrange 2018

César Hidalgo, Foto per la stampa

Il vincitore dell’undicesima edizione del Premio Lagrange – Fondazione CRT, il premio istituito dalla Fondazione CRT – Cassa di Risparmio di Torino e coordinato dalla Fondazione ISI – Istituto per l’Interscambio Scientifico di Torino, è César Hidalgo, scienziato di origine cilena oggi professore al MIT di Boston. Oggi, giovedi 15 novembre, alle 18 ha luogo la cerimonia di consegna del premio nell’elegante cornice del Piccolo Teatro Regio di Torino.

Nato nel 1979, laureato in fisica all’Universidad Catolica de Chile, con PhD a Notre Dame (Indiana, USA) e postdoc a Harvard, César Hidalgo è professore associato di Media, Arts and Sciences presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston, dove dirige il gruppo di ricerca Collective Learning. Nel 2014 è stato co-autore di The Atlas of Economic Complexity: Mapping Paths to Prosperity, un volume che misura la situazione economica di 128 Paesi e la presenta attraverso un innovativo kit di mappe e visualizzazioni (una versione online è ospitata su atlas.media.mit.edu). Il suo ultimo libro L’evoluzione dell’ordine. La crescita dell’informazione dagli atomi alle economie (Bollati Boringhieri, 2016) è stato tradotto in oltre dieci lingue. A Hidalgo si devono alcune popolari piattaforme di “data visualization” (The Observatory of Economic Complexity, DataViva, Pantheon, Immersion, DataUSA, DataAfrica, DataChile), che hanno ricevuto oltre 100 milioni di contatti e numerosi riconoscimenti. Lo scienziato cileno è anche tra i fondatori di Datawheel LLC, società specializzata nella creazione di motori per la visualizzazione dei grandi dati che si propone l’obiettivo di “rendere l’informazione del mondo accessibile e comprensibile per il beneficio della collettività”.

Queste le motivazioni della giuria del Premio Lagrange – Fondazione CRT: Continua a leggere

Ida Travi, Tasàr

In un campo ai bordi di un’autostrada, alcuni esseri umani si trovano a vivere la loro condizione di parlanti. Parlano una lingua ridotta all’osso. Sono i Tolki. Con loro vive Tasàr, alterego di Balthazar, asinello celebrato da Robert Bresson nel cinema. Nel campo c’è fango e neve. C’è un rifugio e uno schermo. Una corda. Una palizzata.

Tasàr è il quinto libro della sequenza poetica sui Tolki, con cui Ida Travi ha inaugurato la sua poetica epopea contemporanea, dove campeggiano non le grandi gesta degli eroi, ma i minimi gesti dei sopravvissuti.

Chi sono i Tolki? Scrive Ida Travi:“Penso a un Tolki come a un parlêtre, un essere marchiato dal linguaggio. Parlêtre è un neologismo di Lacan che fonde l’essere al linguaggio. Vedo i Tolki come lavoranti o non lavoranti, esseri che nello scontro con la poesia assumono in se stessi il peso d’una lingua povera, dura come una colpa, leggera come una liberazione”.

QUI UN’ANTICIPAZIONE TRATTA DAL LIBRO
“Noi lo chiamiamo Antòn”
Voce recitante, Ida Travi

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In memoria di te, Milton Gendel

Conversations/Conversazioni

Omaggio a Milton Gendel
13 novembre 2018 alle 18.00
Villa Aurelia
Largo di Porta San Pancrazio 1, Roma

L’American Academy in Rome rende omaggio alla figura di Milton Gendel nell’anno del centenario della sua nascita. Critico d’arte, fotografo, giornalista, traduttore, ambasciatore culturale, Gendel è scomparso lo scorso 11 ottobre a Roma, la città nella quale ha vissuto per lungo tempo.

Diverse voci internazionali dedicheranno il loro ricordo alla sua vita straordinaria e alla sua opera poliedrica. Tra i partecipanti: Emily Braun, Docente di Storia dell’arte presso l’Hunter College il Graduate Center, City University of New York; la scrittrice Marella Caracciolo Chia; la storica dell’arte Barbara Drudi; la storica della fotografia Lindsay Harris, Andrew W. Mellon Professor-in-Charge of the Humanities dell’American Academy dal 2014 al 2018; l’artista Maurizio Mochetti; la storica dell’architettura Adachiara Zevi.

Quest’anno segna il centenario di Milton Gendel, critico d’arte, fotografo, giornalista, traduttore, diplomatico culturale americano, da tempo residente a Roma. Dopo aver studiato Storia dell’arte con Meyer Schapiro alla Columbia University, Gendel frequenta la cerchia dei Surrealisti europei in esilio a New York prima della Seconda Guerra Mondiale. Passa gli ultimi anni del conflitto in Cina, dove scatta foto con una macchina fotografica presa in prestito, occupazione dalla quale vengono prodotti più di 70,000 negativi, oggi conservati dalla Fondazione Primoli a Roma. L’archivio fotografico di Gendel rappresenta una narrazione senza precedenti, e spesso sagace, del fermento artistico internazionale in Italia e della trasformazione radicale del Paese dal 1950 a oggi. Continua a leggere

Emanuele Severino, “Fondamento della contraddizione”

Il principio di non contraddizione, che Aristotele chiamò il «principio più saldo di tutti», è considerato, fin dalle origini, il fondamento stesso del pensiero occidentale. Un passaggio obbligato che si presenta tuttavia come un’ardua strettoia, giacché se per Aristotele a quel primo principio è connessa «la necessità che sia sempre compiuto l’opposto dell’errare, cioè l’essere nella verità», anche l’essere nell’errore richiede un fondamento, e già Platone si sentiva «turbato» di fronte all’interrogazione su come sia possibile l’esistenza, in quanto tale, dell’«opinione falsa» – di quell’errore la cui essenza è proprio la contraddizione.
Sono temi ricorrenti in tutta l’opera di Severino. Mai però come in questo libro sono stati trattati in forma così estesa e compiuta: in particolare nell’importante saggio inedito che dà il titolo al volume, dove il filosofo muove dall’esame di uno dei tratti cruciali nonché dei meno indagati del pensiero di Aristotele, il quale «mostra come ci si debba liberare dal “turbamento” di Platone: negando l’esistenza della contraddizione e dell’errare. Un gesto, questa negazione, che è rimasto pressoché sconosciuto e che lo stesso Aristotele non ha esplorato. Ma che, soprattutto, non può avere l’ultima parola». Continua a leggere

Anime Baltiche Slave, Mickiewicz e Miłosz

Carnet di viaggio poetico

di Fabio Izzo

L’identità è la concezione che un individuo ha di se stesso nell’individuale e nella società, l’insieme di caratteristiche, secondo la definizione presa in prestito da Wikipedia, che rendono l’individuo unico e inconfondibile. L’identità nazionale è quindi il concetto che una nazione ha di se stessa, ma tutto ciò vale per i poeti? Che identità assume un poeta? Un’identità linguistica, animata da valori patri? Forse sì, forse no, in maniera salomonica, ogni poeta ha la sua individualità espressa per lingua. La lingua quindi, potrebbe essere uno dei principali identificatori identitari. Ma la lingua, la forma di espressione scelta, cambia associazione a pari merito con la storia, come nel caso di Mickiewicz, o Mickiewicius, e Czesław Miłosz.
Vilnius, definita dal premio Nobel polacco, città senza nome, è un crogiolo di strade calde e piccole, un formicaio che si anima di giorno per dormire di notte, appesantita dalle prime nevi di novembre.
Salite e discese collinari ne delineano il panorama e in vetta si trova quasi sempre una chiesa, di ogni credo. La tolleranza è una delle virtù locali, il baltico si dimostra accogliente e aperto ai viaggiatori.
La città ha cambiato così tanti nomi nel corso della sua storia che finisce con non conservarne nemmeno uno per lungo tempo. La città dalle molte identità, ebrea, polacca, lituana, russa finisce con lo specchiarsi attualmente nell’improbabile monumento a Frank Zappa, che poco o nulla ha a che fare con questa parte di mondo, salvo l’aspetto universale della musica. L’originalità spigolosa di Zappa, musicista esemplare, ben si rispecchia nell’animo lituano. Eppure Vilnius è il centro focale della poesia polacca e non solo di questa.
Anche la letteratura tutta e la storia sono sorelle gemella in questi due paesi.

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Mario Benedetti, “Ve ne siete andati con il viso inerte”

Ve ne siete andati con il viso inerte
I tuoi ultimi piccoli francobolli in lire
che dovevano aiutarmi per i soldi, i soldi
arretrati della pensione ai superstiti.
La porcellana insaporita della cena,
la casa nuova con i contributi della legge
dopo il terremoto. Tutta una vita
per chi vi deve ricordare, per chi vi piange.
E piange la parola che riesce a dire.

 

da TERSA MORTE, Mondadori, 2013 Continua a leggere

Joseph Beuys, l’artista che amò l’Italia

Costellazione 2 è la seconda puntata di due esposizioni che raccontano storie e tesori tedeschi rinvenuti a Roma. Il progetto ideato da Giuseppe Garrera e curato insieme a Maria Gazzetti è pensato in primo luogo come un omaggio a Walter Benjamin, alla flânerie, al collezionismo, alle tante storie, ai tanti segni e passaggi di civiltà dispersi, in una metropoli, nei luoghi di scarico, robivecchi, cenciaioli, rigattieri, antiquari.
La nuova puntata è dedicata interamente ai ritrovamenti legati alla figura e all’opera di Joseph Beuys (1921 –1986). Oggetti, manifesti, cartoline, inviti, edizioni, fotografie e segni di affetto dell’artista tedesco testimoniano non solo la diffusione del suo operare e della sua carismatica presenza, ma soprattutto il legame straordinario dell’artista con l‘Italia. Continua a leggere

A Jean-Charles Vegliante, il Premio letterario internazionale Carlo Betocchi-Città di Firenze

 

Jean-Charles Vegliante

È Jean-Charles Vegliante il vincitore della XVII edizione del “Premio letterario internazionale Carlo Betocchi-Città di Firenze”. Così ha deciso la giuria del Premio, presieduta da Marco Marchi e composta da Sauro Albisani, Anna Dolfi, Antonia Ida Fontana, Francesco Gurrieri, Gloria Manghetti e Maria Carla Papini.

Jean-Charles Vegliante, nato a Roma nel 1947, vive a Parigi ed è un poeta francese alla cui produzione in proprio ha costantemente abbinato nel corso della vita una vasta e qualificatissima opera di traduzione di poeti italiani: da Dante ai poeti del Novecento e contemporanei, passando per Leopardi, Belli, Pascoli, D’Annunzio, Ungaretti, Montale, Betocchi, Sereni, Calogero, Pasolini, Fortini, Raboni, Amelia Rosselli e altri. Oltre che valido traduttore e intraprendente corifeo della letteratura italiana in Francia, Vegliante è autore di notevoli saggi di critica, teoria letteraria e anche, specificatamente, di teoria della traduzione, con testi (tra cui l’ormai classico D’écrire la traduction) sul ritmo, la scrittura bilingue, la forma poetica, i fenomeni della “translatio”, le scritture in versi connesse con l’emigrazione. Si è occupato inoltre di narratori come Morselli, Primo Levi e Camilleri. Continua a leggere

A Roma un convegno su Pietro Tripodo

Pietro Tripodo

Giovedì 8 novembre 2018 la Società Dante Alighieri  ospita a Palazzo Firenze (Roma) il Convegno che ricorda la figura del poeta e traduttore Pietro Tripodo, alla presenza di studiosi e scrittori che lo hanno conosciuto.

Pietro Tripodo è nato a Roma nel 1948; nella stessa città ha vissuto, lavorato ed è prematuramente scomparso nel 1999.

La maggior parte della sua produzione poetica ha visto la luce negli anni Novanta del secolo scorso e molti dei suoi testi sono stati pubblicati su riviste quali Poesia di Nicola Crocetti e Altri argomenti.

Il suo libro di poesie, Altre visioni, fu pubblicato dalla casa editrice Rotundo, nel 1991, nella collana diretta da Arnaldo Colasanti; nel 2007 la raccolta è stato ripubblicata, a cura di Raffaele Manica, con Donzelli, con il secondo volume di poesie di Tripodo, Vampe del tempo, la cui prima edizione era stata pubblicata nel 1998 dalle Edizioni Il Bulino. Continua a leggere

L’indeducibile sostanza del tempo

di Alessandro Bellasio

Quello che è successo non è ancora avvenuto, non è ancora avverato, perché ogni vero inizio è in realtà un ritorno, e il passato non è meno imminente del futuro: «l’inizio è di fronte a noi | che a ritroso andiamo verso il tempo»; «quello che abbiamo vissuto forse | deve ancora succedere».

Così, giunto alla terza silloge, con Tempo riflesso Corrado Benigni segna un importante punto di svolta all’interno della sua produzione. Rispetto al dettato giuridico e marziale di Tribunale della mente (2012), e alla parola ripida e scheggiata dell’opera d’esordio Alfabeto di cenere (2005), la nuova raccolta raggiunge – pur in una sua intima continuità di lingua e di stile, improntati da sempre a semplicità lessicale e sobrietà formale – una saggezza e una sapienza che prendono corpo anche nella ponderata architettura del libro, dove la frequente interrogazione delle questioni essenziali della nostra natura e del nostro destino è bilanciata, da un lato, da sorprendenti incursioni nell’infinitamente piccolo (come nella prosa “Il mondo invisibile degli insetti”, o in singoli frammenti dove ci viene ricordato che «c’è una trascendenza tangibile | nell’infinita interiorità di un filo d’erba») che molto mettono in dubbio il nostro supporci infinitamente grandi; e d’altra parte, come già avveniva in Tribunale della mente, il libro alterna scrittura in versi e brevi prose liriche, segno a sua volta della ricerca di un equilibrio stilistico tra tensione verticale dell’a capo e distensione orizzontale della prosa, e dunque tra sintesi e analisi, intuizione e riflessione. Continua a leggere

Isabella Vincentini, “Il codice dell’alleanza”

NEL LETTO DEI GIORNI

 

Trascino il cuore spaventato
nel letto di marmo dei giorni,
il corpo vive stagioni impietose d’esilio
proscenio amaro d’erranza,
sogni di pietra.
Ma tra le pietre i sassi
dicono il tuo nome.

 

Sia benedetto l’esilio,
tra muri sordi e pazienza di ombre
le pietre ripetono il tuo nome.
Per cercarti in nuove stagioni
ho camminato fino all’alba, ma dimmi:
–  Esisti?

 

Vuoto il tempo che divide
inferno e paradiso,
noi senza voce
– ma chi romperà l’esilio
schiudendo i giorni del domani,
chi, raccoglierà i fiori caduti
gli sguardi chiusi come grida,
chi, avrà cura degli sguardi segreti?

 

Non scordarli,
mettili tra le cose perdute
che non tornano nei giorni del domani
raccoglili, come fiori caduti
nei letti disfatti e proibiti,
nell’addio silenzioso che
mentre muore avvampa.

 

Come finisce l’amore? Come muore un fiore?
Corolle di parole nel piccolo letto dei giorni
che snaturano la mente,
si inclina il pensiero, mentre si disfano i sogni.
Niente più scuse, cadono i veli
notti come sudario
nel vuoto giaciglio dei giorni.

 

Chi ha benedetto l’esilio?
Abbassa la voce, ma non accostarla al silenzio
chissà se tra i fiori caduti
chiederemo ancora la cecità e la pena,
l’istante e l’attesa
quando come araldi esorcizzavamo
con le parole le cose, in balia di una Parca che …

 

ascolta o non ascolta,
l’amorosa immaginazione?

Da Il codice dell’alleanza, edizioni La Vita Felice, 2018

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Paolo Valesio, “Esploratrici solitarie”

“Le esploratrici non sono personaggi dentro le poesie, ma le poesie stesse: che avanzano caute e sole – ciascuna di esse è responsabile soltanto per sé – in un territorio sconosciuto. Mi viene in mente un termine tecnico – e poetico, e drammatico – che si mantiene dal Medio Evo fino alle due Guerre mondiali: Enfants perdus. Che non sono certo “Bambini perduti” (la connotazione fiabesca non c’entra nulla), ma “Ragazzi persi” o “dispersi”. Una volta (ma forse ancora adesso…) pare che fossero semplicemente ragazzi che prendevano a sassate i soldati e i macchinari nemici; poi divennero piccoli reparti militari o semi-militari impegnati in operazioni di sabotaggio o di estrema difesa; soldati, appunto, dati per perduti in anticipo, dentro la strategia generale della battaglia. (Del resto, gli enfants perdus sono, in un senso estremo, truppe scelte.) Queste poesie, dunque, sono esploratrici così avanzate da aver abbandonato il contatto con il grosso dell’esercito (cioè con una tradizione poetica di base). Mirano semplicemente a raccontare la loro propria, irriducibile, storia; e parleranno per se stesse. […] Vedo questa raccolta come un libro in quanto, prima di tutto, vi è in esso una sorta di narrativa, di trasferimenti da luogo a luogo (paesaggi che si specificano in città e si concentrano in dimore); ma soprattutto, libro in quanto questo insieme di poesie si attua come discorso, di volta in volta ricominciato e ri-definito come serie di “squadrate” costruzioni metriche – in un continuo gioco di stasi versus movimento.”

Preghiera della torera, 1

Per Pedro Almodóvar
(Hable con ella)

Ti aspetto inginocchiata sull’arena
prego le mie mammelle
costrette nel corpetto
prego le mie spalle larghe
sotto lustrini e mostrine.
Ecco irrompi, toro – locomotiva
della coscienza esterna e schiacciante. Continua a leggere

Giorgio Caproni al Premio Poesia Città di Fiumicino

Questa foto di Giorgio Caproni ritratto a scuola, con una delle sue classi, compare sulla copertina del libro “Caproni maestro” scritto da Marcella Bacigalupi e Piero Fossati edito da Il Melangolo nel 2010.

Fra questi bambini c’è un futuro artista, Pietro di Giambattista, un taletuoso fotografo premiato per la sezione FOTOGRAFA UNA POESIA dalla giuria specializzata del Premio Poesia Città di Fiumicino 2018, abbinata alla poesia di Davide Toffoli: “Io non ho nessuno che mi abbraccia”.

IO NON HO NESSUNO CHE MI ABBRACCIA

Siamo gli occhi infranti
degli incontri mai fatti.
Siamo i segni profondi
dei volti soltanto sfiorati.
Siamo gli attimi persi
a cercare nel vuoto… A fissare
quell’anima instabile
che dentro
       si muove
con fare marziano.
Riluce.
C’è una crepa in ogni cosa…
Da lì entra la luce. Continua a leggere

“Lontano da qui”, la poesia investe l’infanzia e protegge dalla mediocrità

E’ in arrivo nei cinema italiani a partire dal 13 dicembre 2018 Lontano da qui (titolo originale The Kindergarten Teacher), film interpretato da Maggie Gyllenhaal, Gael García Bernal, Parker Sevak e Rosa Salazar.

Vincitore del premio alla regia all’ultima edizione del Sundance Film Festival e presentato con successo di pubblico e critica al Toronto Film Festival, Lontano da qui è diretto dalla giovane regista italoamericana Sara Colangelo e racconta la storia di Lisa Spinelli (Maggie Gyllenhaal), maestra d’asilo appassionata di poesia che scopre in Jimmy (Parker Sevak), suo giovane alunno, un talento innato per la quinta arte.


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Uto Ughi al Teatro Bellini di Napoli

Uto Ughi in concerto al Bellini di Napoli

L’Associazione Ouverture inaugura il ciclo di concerti della stagione 2018-2019 con un evento particolarmente prestigioso: il Maestro Uto Ughi, uno dei massimi violinisti in attività, si esibirà in duo insieme al pianista Andrea Bacchetti per presentare al pubblico napoletano il suo ultimo lavoro discografico Note d’Europa
Il programma della serata prevede brani di differente provenienza geografica, perché vuole essere un omaggio alla sterminata tradizione musicale europea, sottolineando che la musica è un linguaggio universale e dunque è collante tra diverse culture.

Nato a Busto Arsizio nel 1944, Uto Ughi ha mostrato uno straordinario talento fin dalla prima infanzia: all’età di sette anni si è esibito per la prima volta in pubblico eseguendo Bach e Paganini. È stato allievo di George Enescu, già maestro di Yehudi Menuhin e, quando aveva appena 12 anni la critica scriveva: «Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo». Continua a leggere

Alla Casa della Poesia di Milano, da Ugo Foscolo a Dino Campana, fino al giovane ottantenne Tomaso Kemeny!

Roberto Mussapi © Foto di Dino Ignani

Gli appuntamenti alla Casa della Poesia di Milano (via Formentini 10) 

PROGRAMMA

giovedì 9 novembre, ore 19:30 – LABORATORIO FORMENTINI
Mussapi legge Campana
a cura di Roberto Mussapi

Dino Campana è nel pantheon di Roberto Mussapi sin dalle origini e dai fondamenti della sua poesia. Accanto a Coleridge, Whitman, Yeats, Luzi, che considerava Campana uno dei massimi del Novecento.

Mussapi legge  dai Canti Orfici i versi “del poeta dell’ energia elettrica del porto, del cielo sanguinante di Genova, del viaggio verso Montevideo. Poeta della visione, discendente di Orfeo e Whitman.” Continua a leggere

Giancarlo Pontiggia è il vincitore del Premio Poesia Città di Fiumicino 2018

Giancarlo Pontiggia, vincitore del Premio Poesia Città di Fiumicino – foto della premiazione, Fiumicino 27 ottobre 2018 –

Con “Il moto delle cose”, (Mondadori, 2017)  Giancarlo Pontiggia vince la quarta edizione del Premio Poesia Città di Fiumicino per l’opera di poesia.

Lo ha deciso la Giuria Tecnica composta da Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino e Emanuele Trevi nel corso della serata di premiazione sabato 27 ottobre all’hotel Best Western di Fiumicino nel  corso della quale sono stati premiati tutti gli altri poeti arrivati in finale. Al secondo posto ex equo per l’opera di poesia, Corrado Benigni con “Tempo riflesso”, (Interlinea, 2018) e Lorenzo Chiuchiù con “Le parti del grido”, (Effigie, 2018).

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ANSELM KIEFER “Fugit Amor”

Il 28 ottobre 2018, la Galleria Lia Rumma di Napoli inaugura la nuova mostra personale di Anselm Kiefer dal titolo Fugit Amor, che segna il ritorno dell’artista in città. L’amore fugge e gioca con il tempo e la storia, sembra volerci dire Anselm Kiefer. La nota scultura di August RodinFugit Amor, una figura maschile stretta ad una femminile che sembrano essere trascinati da una corrente invisibile, realizzata dall’artista francese alla fine dell’Ottocento in numerosi esemplari a partire da quello destinato all’opera incompiuta della Porta dell’Inferno, viene scelta da Kiefer come una sorta di spirito guida all’interno del suo nuovo progetto espositivo pensato per gli spazi della galleria Lia Rumma e ci accompagna attraverso temi e motivi del suo lavoro, seguendo un percorso cronologico discontinuo fatto da un passato e presente tra loro volutamente confusi. E’ con Rodin che l’anno scorso Kiefer ha stabilito uno dei suoi poetici dialoghi d’autore a distanza, esponendo a Parigi nel Musée Rodin dichiarando: «Mi sento sempre in colpa a dipingere ciò che è rassicurante. I grandi artisti sono iconoclasti. Io so che tutto ciò che affronto contiene contemporaneamente la sua negazione». Per l’artista tedesco che opera come un vate-alchimista alla continua ricerca di nuove forme da contrapporre all’esistente, cercando così di ridisegnare ogni volta un nuovo ordine del mondo, l’atto creativo è sempre un processo in trasformazione. Un non finito su cui ritornare come quello di Rodin e le sue sculture. Dal primo stadio di decomposizione della materia vile,  per gradi verso la realizzazione della pietra filosofale. Ed è da qui che si deve partire per intraprendere il viaggio epistemologico all’interno delle tante opere disseminate nelle varie sale della galleria, cariche di storia e di storie a volte dimenticate, andando incontro all’essenza dell’amore che forse si ritrova in ogni dove. La sala grande è occupata da una serie di vetrine che, come tante capsule del tempocustodiscono materiali eterogenei e organici, quali cenere, ferro, piombo, foglie, terracotta, fiori, piante, che dall’interno verso l’esterno si offrono a più letture. «Il vetro delle vetrine – spiega Kiefer – è in qualche modo una pelle semipermeabile che collega l’arte con il mondo esterno in una relazione dialettica». L’artista ha immaginato una sequenza di connessioni tra gli oggetti posti all’interno delle teche, che sono come sospesi in un limbo, a metà tra ciò che erano e ciò che diventeranno. Sono scatole di vetro che raccontano storie ispirate all’Antico e Nuovo Testamento, come nel caso di  Thermutis – Mosesaperiatur terra et germinet salvatorem.  Ma anche misteriose evocazioni di antichi miti. Per l’artista non c’è differenza tra mito e storia, ha ripetuto più volte. Il risultato è un paesaggio di poetiche rovine che non riproduce integralmente alcun passato e allude invece a una molteplicità di passati, come teorizzato da Marc Augé, che parla di un tempo puro senza storia. La mostra è completata da due opere pittoriche – Aino  e Vainamoinen verliert Aino – che si ispirano al poema epico cavalleresco finlandese Kalevala, scritto nel 1835 da Elias Lönnrot. Sulle tele sono citati passaggi e nomi di alcuni dei protagonisti (il vecchio vate Väinämöinen e la giovane Aino) di quest’opera letteraria che, pur centrata sull’identità costitutiva della comunità finlandese, abbraccia temi storici, mitologici e religiosi universali cari all’artista tedesco. Continua a leggere

Romina De Novellis alla Galleria Internazionale d’arte moderna Ca’ Pesaro

ROMINA DE NOVELLIS

FELICIT – À
Live Performance October 27th 2018 12pm – 6pm

with the support of
CNAP (Centre National des Arts Plastiques / France)

GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA CA’ PESARO
VENICE

new performance and 3 video installations
October 13th – November 11th 2018

Il rosa Tiepolo

Giambattista Tiepolo, Scherzo 23, acquaforte

DAL RISVOLTO DI COPERTINA

«Il rosa Tiepolo getta sull’opera del pittore veneziano una luce fulminante, che la fa apparire per quello che essa è, ovvero il riepilogo e l’apogeo, nel linguaggio delle forme, del genio italiano tanto pagano quanto cristiano».

MARC FUMAROLI

«Un libro che ha la forma del suo oggetto».

UMBERTO ECO

«Tiepolo: l’ultimo soffio di felicità in Europa. E, come ogni vera felicità, piena di lati oscuri, non destinati a scomparire, anzi a prendere il sopravvento. Riconoscibile dall’aria che spira senza ostacoli e senza sforzi, come non sarebbe più avvenuto dopo quella volta. In paragone con Tiepolo, la felicità di Fragonard è costruita operando tacite esclusioni. Mentre Tiepolo non esclude nulla. Neppure Morte, che viene accolta fra i suoi personaggi e non si fa troppo notare. La felicità che Tiepolo emana non necessariamente abitava in lui stesso. Può darsi che le abbia detto in molte occasioni di ripassare più tardi, perché al momento doveva finire un lavoro ed era in ritardo». Continua a leggere

Wendy Artin, “Ad Libitum”

Wendy Artin, Temple of Saturn with Parasol Pines, 22″x40″, watercolor on cotton paper, 2018

AD LIBITUM
Wendy Artin, Roma e Tivoli
Statue giganti a carboncino, Seppia, Acquerello. Paesaggi, frutta e fiori

La collezione è presentata da Gurari Collections dal 2 novembre al 9 dicembre 2018

Apertura mostra: venerdì 2 novembre, dalle 18:00 alle 21:00 presso
Collezioni Gurari, 460 Harrison Avenue, South End of Boston (SoWa)

Wendy Artin, Ganges, Piazza Navona, 44″ x 44″, charcoal on paper, 2018

Wendy Artin da anni lavora sulle rovine che si stagliano sotto il cielo di Roma e le porta negli Stati Uniti.

Pochi artisti oggi, si confrontano nella contemporaneità con le divinità fluviali giganti di Piazza Navona. Il lavoro qui in Italia di Wendy,  è una celebrazione del ritorno di  Roma, un luogo di gioia visiva. Continua a leggere

Festival Internazionale di Poesia Civile “Città di Vercelli” 2018

Giampiero Neri

XIV edizione
dal 24 al 28 ottobre

Al maestro della poesia in prosa Giampiero Neri il premio internazionale di poesia civile 2018.

Il Festival internazionale di poesia civile “Città di Vercelli”, ammesso alla UNESCO’s World Poetry Directory e giunto alla sua XIV edizione, ha premiato nelle passate edizioni, fra gli altri, il siriano dissidente Faraj Bayrakdar, la poetessa-biologa Katherine Larson, la candidata Nobel Márcia Theóphilo, l’angry poet Tony Harrison, Lambert Schlechter e Ryszard Krynicki.

Nell’edizione 2018 il premiato alla carriera è il poeta Giampiero Neri, novantenne, tra i decani della letteratura italiana contemporanea. La cerimonia di premiazione giovedì 25 ottobre 2018 con un reading della nuova antologia poetica Non ci saremmo più rivisti (Interlinea). È prevista un’anteprima mercoledì 24 ottobre a Milano, presso l’Università Cattolica, con intervento di Franco Buffoni, introduzione di Giuseppe Langella e Davide Savio.

Fra gli eventi dedicati ai grandi personaggi dell’arte e della letteratura il Festival ha deciso di dedicare una serata in ricordo di Fabrizio De André, venerdì 26 ottobre. Parteciperanno Dori Ghezzi, Giordano Meacci e Francesca Serafini a colloquio con Darwin Pastorin, con proiezioni, musica e targa in memoriam a partire dal del libro Lui, io, noi (Einaudi). Nella stessa data Roberto Cicala presenterà Cesare Viviani, psicanalista e poeta di fama internazionale, in occasione dell’uscita di La poesia è finita (Il melangolo): un incontro-dibattito sulla necessità o meno della poesia nella società contemporanea.

Spazio alle nuove voci emergenti della poesia, che saranno protagoniste sabato 27 ottobre dell’incontro Lyra giovani. Reading di nuove voci della poesia italiana selezionate da Franco Buffoni. Presentati da Franco Buffoni, sarà possibile ascoltare la rivelazione di quest’anno, la giovanissima transessuale Giovanna Cristina Vivinetto (autrice di Dolore minimo) e il poeta-barman di origine albanese Julian Zhara (Vera deve morire). A seguire, Franco Buffoni festeggerà i primi 70 anni d’età leggendo dal suo nuovo libro La linea del cielo (Garzanti). Continua a leggere

Mimmo Rotella Manifesto

L’esposizione, a cura di Germano Celant con Antonella Soldaini, si propone come la più completa ricognizione scientifica sulla produzione di Mimmo Rotella (Catanzaro,1918 – Milano, 2006) nell’anno del centesimo anniversario dalla sua nascita. Il progetto di allestimento della mostra scaturisce dalla configurazione del Salone Centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e interpreta lo spazio espositivo come una vasta ‘piazza’ interna circondata da pareti o facciate di edifici: “Tale interpretazione urbana ha sollecitato”, come afferma Celant, “un display che non fosse composto da frammenti, i quadri, con strutture espositive centrali, tipiche delle mostre tradizionali, in cui le opere sono presentate per temi e per momenti, in singoli territori parietali, stanze e sale, ma si integrasse con la piazza, entrandone a far parte. Al tempo stesso, la necessità di proporre un’antologia dove i lavori giungessero a fornire – con estrema ricchezza connessa alla qualità e alla diversità – un ampio spettro dell’estetica di Rotella, comporta una loro presenza numerosa. Mettendo insieme tutti questi elementi – l’aspetto urbano del luogo, la spinta a concretare una retrospettiva con un numero elevato di opere – e considerando il caratteristico linguaggio dell’artista focalizzato sul manifesto, è emersa la concezione di ‘tappezzare’ la piazza e i suoi edifici con sei grandi cartelloni o billboards, dal formato in media 3 x 10 metri circa, come se il pubblico si trovasse a camminare e a fruire dell’opera di Rotella in un contesto cittadino”. Continua a leggere

Premio Poesia Città di Fiumicino 2018

A Fiumicino, sabato 27 ottobre, nella sala convegni dell’Hotel Best Western Rome Airport, (via Portuense, 2465) si svolgerà la serata finale del “Premio Poesia Città di Fiumicino” con le letture dei poeti, la proclamazione del vincitore per l’Opera di Poesia e le consegne dei premi. L’appuntamento è alle 18.30. Ingresso libero.

La Giuria Tecnica, composta da Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino e Emanuele Trevi, nel corso della serata,  designerà il vincitore della quarta edizione del Premio Poesia Città di Fiumicino per l’ “OPERA DI POESIA”.

I finalisti sono:

Corrado Benigni, “Tempo riflesso”, Interlinea 2018;
Lorenzo Chiuchiù “Le parti del grido”, Effigie 2018;
Giancarlo Pontiggia, “Il moto delle cose”, Mondadori 2017.

Per la sezione “PREMIO ALLA CARRIERA”, vincitore Giuseppe Conte.

Per la sezione “PREMIO OPERA PRIMA”, vincitrice Maria Borio con “L’altro limite”, Collana gialla LietoColle, 2017.

Per la sezione “PREMIO POESIE INEDITE”, vincitore Giovanni Ibello.

Per la sezione “PREMIO TRADUZIONE”, vincitore il libro “Poesie” di René Char, tradotto da Giorgio Caproni, a cura di Elisa Donzelli, Einaudi 2018. Continua a leggere

Alessandro Anil, (senza titolo)

Oggi, il frutto dell’inverno è caduto, ho sentito all’alba
il suo tuffo sordo e tanto preciso, quasi dormivo.
Ravvivo ora l’ascendere di un qualche ricordo,
stranamente verticale, e mi dispiacerà penso,
non trovare la brina sui vetri, il fumo dei corpi
nell’aprirsi della bocca…
Ritiro il fuoco dalle case, a poco a poco, la solitudine
dai letti, dalle antiche scale di un albergo semivuoto
dove tu scendi a passi lenti ed io…

Mi affaccio di rado sai, sempre più di rado,
sul condominio di questi corpi che si aggirano
nelle contrade di una metropoli o un’altra, penso
a tutti noi oggi, alla luce che apre l’alba alla sera,
al treno che porta da Padova a Mira, a te
che ti farai nei secoli minerale e all’acqua che ti compone,
silenziosa… come se, in uno specchio
si raggelassero le nostre forme:
tutta la gioventù e l’infanzia, l’apnea rossa di primavera
e la già presente attesa, ora, che l’inverno
entra nella sua manovra, i primi fiori tra l’erba
e il ciglio della strada e la frenetica e frenante idea
di essere nella natura, ma di non osare.

Alessandro Anil, (Senza Titolo)

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Ritratti di Poesia.280, 2018-2019

Torna il concorso dedicato a Twitter e alla sua modalità di scrittura. Lo scorso anno è stato aumentato a 280 il numero massimo dei caratteri utilizzabili per un tweet e così è ora “Ritratti di poesia.280” il titolo del concorso che si svolge nell’ambito della rassegna Ritratti di Poesia, manifestazione – giunta alla tredicesima edizione – promossa e organizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, in collaborazione con InventaEventi S.r.l.

Il concorso, che negli anni passati ha riscosso un notevole successo di pubblico, è a partecipazione gratuita e si rivolge ai poeti dell’era digitale, per dimostrare che anche con il linguaggio sincopato e veloce dei social network è possibile scrivere un testo poetico. Esso infatti vuole essere un incontro tra la poesia e la modalità di comunicazione richiesta da Twitter.

Saranno ammessi alle selezioni testi poetici rigorosamente inediti e composti da 280 caratteri al massimo spazi inclusi (il limite imposto da Twitter per ogni messaggio, appunto), suddivisi in due sezioni: la prima, riservata alle poesie in italiano; la seconda, dedicata ai testi scritti nelle altre lingue europee, che dovranno essere accompagnati dalla traduzione in lingua inglese. Resta inteso che il limite di 280 caratteri dovrà essere rispettato esclusivamente dal testo in lingua originale, mentre la traduzione potrà anche superare tale limite. Continua a leggere

Le poesie di René Char nella traduzione di Giorgio Caproni

René Char

René Char ha avuto in Italia due straordinari traduttori: Sereni e Caproni. Sul rapporto Char-Sereni, fatto di incontri assidui a partire dal 1960 e di un carteggio imponente (pubblicato nel 2010), si sa quasi tutto.

Molto meno si è indagato il rapporto Char-Caproni. L’amicizia personale fra i due sboccia piú tardivamente, dopo il 1978, ma la sintonia poetica è forte fin dall’inizio. Se Sereni ama in Char un poeta che sente molto diverso da sé, Caproni traduce il poeta francese per affinità, a partire dalla vicenda esistenziale che aveva visto entrambi combattere nella Resistenza. Continua a leggere

“Domus Respirandi”, con Tiziano Fratus

Domus Respirandi prevede un incontro esclusivo tra autore e lettore, della durata di circa quindici minuti per due persone alla volta, nel salone centrale di Villa Mirabello, sede prediletta del Cardinal Durini e del suo cenacolo di artisti e letterati.
Fratus accompagnerà letture di poesie tratte dalla sua ultima raccolta poetica Poesie creaturali con il dono delle poesie stesse o di semi di piante agli ascoltatori. Continua a leggere

Joy Harjo, “Fire”

Joy Harjo, Foto dell’autrice

FUOCO

una donna non può sopravvivere
col solo suo solo
respiro
deve conoscere
le voci delle montagne
deve riconoscere
l’eternità del cielo azzurro
deve fluttuare
con i corpi
sfuggenti
dei venti della notte
che la conducono
dentro se stessa

guardami
io non sono una donna divisa
io sono la continuità
del cielo azzurro
sono la gola
delle montagne
un vento notturno
che brucia
a ogni suo respiro.

(Traduzione di Laura Coltelli)

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FIRE

 

a woman can’t survive
by her own breath
alone
she must know
the voices of mountains
she must recognize
the foreverness of blue sky
she must flow
with the elusive
bodies
of night wind woman
who will take her into
her own self

look at me
i am not a separate woman
i am a continuance
of blue sky
i am the throat
of the sandia mountains
a night wind woman
who burns
with every breath
she takes.

Joy Harjo

 

Poesia tratta da: “Un delta nella pelle, Poesie scelte, 1975-2001, a cura di Laura Coltelli, Passigli Poesia, 2017 Continua a leggere