Se s’avvicina ciò che di me è stata
senza differenza tra chi ci fa nascere e chi ci abbandona
non è di poco conto una domanda
se non è di muoversi di stanza in stanza
ma occupar le stanze dire
non cerco strade non voglio camminare ma stare
in casa a più piani a più riprese d’ossigeno e di rose
dire: ce l’ho da fare.
II
Se s’avvicina ciò che di me è stata
interrotta
allora mi allontana la sconfitta
come se non fossi stata io
convertita
…
ho fretta
voglio invecchiare
come la terra che sotto ha l’animale.
III
Se s’avvicina ciò che di me è stato
insonne sogno di clausura mio possesso lotta
per la supremazia dello spavento
…
allora trema e tremi la ragione
di uno stato terremoto
mio sesso nato da sesso uguale.
*
Ogni soffio di vento è una lama di gelo
…
scricchiola un velo diventato dal freddo.
La natura fa visibile il respiro di anime e viceversa.
Nate comunque d’inverno
lode al Vostro silenzio e al Nostro
sesso dal primo respiro.
*
Il coraggio non usato per nascere
è ciò che canta prima di parlare
Da Turbolenze in aria chiara, Empiria, 2008
Paola Febbraro è nata a Marsciano il 9 gennaio 1956, in provincia di Perugia. Muore a Roma il 22 maggio 2008, a 52 anni. Partecipa nel 1979 al Festival di Castelporziano come ideatrice e redattrice di Quotidiana di Poesia. Con la silloge Turbolenze in aria chiara è finalista del Premio Laura Nobile nel 1994. Nel 1994 Paola febbraro ha curato per la rivista Galleria, Lezioni e Conversazioni con Amelia Rosselli, nel numero monografico a lei dedicato.