Kate Clancky
Men
I like the simple sort, the soft white-collared ones,
smelling of wash that someone else has done,
of apples, hard new wood. I like the thin-skinned,
outdoor, crinkled kind, the athletes, big-limbed,
who stoop to hear, the moneyed men, the unironic
leisured sort who balk at jokes and have to blink,
the men with houses, kids in cars, who own
the earth and love it, know themselves at home
here, and so don’t know they’re born, or why
born is hard, but snatch life smack from the sky,
a cricket ball caught clean that fills the hand.
I put them all at sea. They peer at my dark land
as if through sun on dazzling waves, and laugh.
Franco Buffoni
Uomini
Odorano di bucato quelli che mi piacciono
– Ma di bucati fatti da altre –
Sanno di mela e legno nuovo duro,
Portano il colletto floscio, slacciato.
E’ il genere sportivo d’ossa solide il mio,
Atleti d’aria aperta e pelle fresca
Che protendono il tronco per sentirci meglio,
Un po’ arruffati, con scarso sense of humour,
Non colgono i giochi di parole
Ma hanno i soldi le case le automobili
Coi bambini dentro,
E posseggono e amano la terra.
Lì si sentono a casa e a loro agio
Non sanno d’essere stati partoriti
Né come sia difficile far nascere
Perché colgono la vita
Come venuta giù dritta dal cielo,
Una palla da cricket presa bene
Che ti riempie la mano.
Li manderei tutti per mare, là dove
Tra onde abbaglianti di luce intravedono
La mia striscia di terra nera e ridono.
“In ogni testo che capisco di voler ‘tradurre’ cerco di individuare l’elemento prevalente, quello irrinunciabile: può consistere nell’intarsio ritmico-melodico, o nel pensiero nitidamente formulato, oppure nell’illuminazione, nell’epifania: quel guizzo, che da solo costituisce il senso profondo del testo. In tal modo, so dove posso eventualmente compiere un sacrificio.
Mia ferma convinzione è che non di ‘fedeltà’ si dovrebbe parlare bensì di ‘lealtà’. Il termine fedeltà connota guanciali, lenzuola e sotterfugi; il termine lealtà due occhi che fissando altri occhi dichiarano amore ammettendo un momentaneo ‘tradimento’. Sono stato leale alla tua altezza poetica, tradendoti qui e qui e qui: l’ho fatto per restare il più lealmente possibile alla tua altezza. Questo è ciò che dico ogni sera ai poeti vivi e morti coi quali cerco di intessere il dialogo poietico”.
Franco Buffoni
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Kate Clanchy è nata a Glasgow (Scozia) ma vive e lavora a Oxford come insegnante, giornalista e scrittrice. Collabora con il quotidiano The Guardian e insegna scrittura creativa alla Fondazione Arvon. Ha pubblicato numerose raccolte di versi che hanno ricevuto diversi riconoscimenti.
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Franco Buffoni ha pubblicato Suora carmelitana 1997, Il profilo del Rosa 2000, Guerra 2005, Noi e loro 2008. L’Oscar Poesie 1975-2012 raccoglie la sua opera poetica. Con Jucci 2014 ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Poesia Città di Fiumicino. Nel 2015 sono apparsi Avrei fatto la fine di Turing e O Germania 2015. È autore dei romanzi Zamel 2009, Il servo di Byron 2012, La casa di via Palestro 2014, Il racconto dello sguardo acceso 2016. Del 2017 l’opera teatrale Personae. Del 2018 il libro-intervista Come un polittico e il libro di poesia La linea del cielo. Il suo sito è www.francobuffoni.it
Selezione e cura di Luigia Sorrentino