Il ricordo di Gian Mario Villalta dell’amico Francesco Durante

Francesco Durante

Pordenone, 5 agosto 2019

di Gian Mario Villalta

Erano le 4.30 di mattima, minuto più minuto meno, di sabato 15 giungo e l’anteprima del festival Salerno Letteratura, che Francesco Durante ha creato insieme a Ines Mainieri, era in pieno svolgimento. Su istigazione di Francesco, la quindicina di poeti che praticano lingue minori e dialetti di regioni d’Italia tutte diverse, stava recitando la propria traduzione dell’Infinito di Leopardi. In salentino, in sardo, in napoletano, in piemontese, in siciliano e negli altri idiomi rappresentati, la poesia dell’ermo colle era occasione per riflessioni sulla lingua e sulla poesia non peregrine. Non mi ero dimostrato entusiasta, a dire il vero, all’idea, ma Francesco sapeva contagiare con la sua forza. E proprio lui era il più partecipe e il più attento nella discussione. Quando ci siamo salutati con un abbraccio si stava facendo giorno. È stata l’ultima volta che l’ho visto. Ci siamo sentiti più volte al telefono, in seguito, anche martedì o mercoledì scorso. La cortese cordialità, il tratto amichevole e signorile, la confidenza mai invadente. Altro non vorrei scrivere, perché l’intimità è un bene prezioso che intendo serbare intatto. Voglio solo ricordare la sua energia, la personalità, l’intelligenza di Francesco, un uomo bello, elegante, dal sorriso ironico e dallo sguardo attento. Scrisse un poeta che ogni morte lo diminuiva nella suo essere umano, e non è difficile da capire: Francesco mi lascia più povero, più solo, perché insieme a lui viene a mancare una via, una strada importante di quel mondo che la mia vita vuole percorrere. La troverò sbarrata per sempre. In questo momento, i molti percorsi che Francesco lascia aperti nella nostra memoria, e che domani porteranno più d’uno di noi a nuovi viaggi e incontri, non mi consolano. In questi giorni c’è solo sorpresa, confusione, la traccia di una mancanza che non trova parole.

________________

Francesco Durante è morto sabato 3 agosto 2019 a 66 anni. Giornalista, scrittore, traduttore, critico letterario. È stato, tra le altre cose, caporedattore del Mattino, di Grazia, D – La Repubblica delle Donne, Marie Claire e della redazione Napoli del Corriere del Mezzogiorno. Ha insegnato Cultura e letteratura degli italiani d’America all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ma era anche un traduttore molto apprezzato di John Fante, Bret Easton Ellis, Raymond Carver e contribuì a far conoscere Fante e Don De Lillo in Italia.
Nel 2001 e nel 2005, pubblicò i primi due volumi di Italoamericana. Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti. Per Mondadori curò il Meridiano di Fante e Opere di Domenico Rea. Ebbe successo anche come scrittore, con due libri su Napoli: Scuorno e I Napoletani. Il suo ultimo libro  Oh Capitano! La vita favolosa di Celso Cesare Moreno in quattro continenti era uscito nel 2014.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *