Lo slancio della rosa
il silenzio della rosa, della pace ferma
nel gomito sulla fronte di aprile
nascesti imperlato nella casa doveva essere
l’ultima in una primavera in cui fummo
davvero soli
portavamo lo stesso sangue
la stessa cellula che fu accanimento
accadimento anche precoce
la meraviglia era voce che spariva nella stanza
voce lenta
dove rimbombava la rosa
stesa nella domenica
non ricordo l’esattezza del timbro
né il carnevale che provavo in quella stessa ora
*
gli argini li vedi sporgendoti
connettersi all’ansa del fiume
a contemplare anche il consumo,
l’analogia commettere
qualcosa di separato, qualcuno
ti aiuta a partire, qualcuno
sembravamo forti
come l’argano che raccoglie qualcosa
come quel giorno in cui usammo il plurale
per un’alleanza di essere
sulla salita verticale nell’azione di una
lacrima
quel tuo vocale canto
tornato da un buio inverecondo
*
perché siamo di questa
terra, la terra dei gerani e dei cento canarini gialli
sollevàti dall’oceano ci trovammo tutti
ci aspettiamo dici nella febbre
da solo non potevi immaginare volevi dire
ora la febbre
questa febbre pronunciavi
il suo volto nella veglia della rosa nel tuo trenta
d’aprile
nell’ossigeno qualcuno dimentica la sua origine
il superfluo,
l’inutile esattezza
del bacio stampato sulla guancia nella bella
mollezza della carneficina
Da La nascita, solo la nascita, di Luigia Sorrentino (Manni, 2009)
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Luigia Sorrentino è nata a Napoli, vive a Roma e lavora alla RAI. Giornalista professionista, dirige il primo blog della RAI dedicato alla Poesia, all’Arte, alla Letteratura sul sito di Rai News 24.(http://poesia.blog.rainews.it)
In poesia ha pubblicato: C’è un padre (Manni, 2003), Prefazione di R. Cappuccio, raccolta comprendente opere giovanili; La cattedrale (Il ragazzo innocuo, 2008), L’asse del cuore («Almanacco dello specchio» Mondadori, 2008), La nascita, solo la nascita (Manni, 2009), Prefazione di M. Cucchi; Olimpia (Interlinea, 2013, 2019), Prefazione di M. De Angelis, Postfazione M. Benedetti; La necessità in: Quadernario di Poesia a cura di M. Cucchi, (LietoColle, 2015); Olimpia, (Recours au Poème Editeur, 2015), Traduzione di Angèle Paoli; Inizio e Fine, Prefazione di Maurizio Cucchi, (La Collana Stampa2009, Varese, 2016); Figure de l’eau/Figura d’acqua, con acquerelli e inchiostri di Caroline François-Rubino, Traduzione di Angèle Paoli (Al Manar, 2017); Début et Fin, con inchiostri di Catherine Bölle, Traduzione di Joëlle Gardes (Al Manar, 2018); Olympia con disegni di Giulia Napoleone,Traduzione di Angèle Paoli, (Al Manar, 2019).
Buonasera. Lascia senza fiato questa poesia. Ancestrale cantico che conduce nel profondo DELL’ANIMA. Quel ” siamo della terra ” ha portato ( ma è un mio sentire) anche alla contemplazione ed accettazione , se pur con dolore. , della morte. Attualissima nella profusione di sentimenti purtroppo oggi troppo spesso dimenticati. Grazie per le emozioni che ha così generosamente regalato.
Doriana, la poesia vive nell’intimità di un sentimento che appartiene a tutti. E’ nel suo carattere quest’appartenenza… la poesia è come un uomo, una donna solitaria che coltiva il suo giardino. Ed è coltivando il giardino che si “afferra” l’intimità del vivente, l’anima del vivente. Adoperandosi cioè nella risonanza che apre il particolare nell’universale. Grazie a te, mia cara per. Per aver letto, e sentito.
Emozionante immergersi nella sostanza e risonanza dei versi, che sono come un sottile elegante crinale tra definito e indefinito.
Si ha la sensazione di un respiro senza soluzione, di una visione “da dentro” le cose, come in immersione.
Risaltano immagini bellissime di una profonda pregnanza di senso, senso originario…
Complimenti!