Ein Landschäftchen
Dort steht ein Bäumlein im Wiesengrund
und noch viele artige Bäumlein dazu.
Ein Blättlein friert im frostigen Wind
und noch viele einzelne Blättlein dazu.
Ein Häuflein Schnee schimmert an Baches Rand
und noch viele weiße Häuflein dazu.
Ein Spitzlein Berg lacht in den Grund hinein
und noch viele schuftige Spitze dazu.
Und in dem allem der Teufel steht
und noch viele arme Teufel dazu.
Ein Englein kehrt ab sein weinend Gesicht
und alle Engel des Himmels dazu.
Un piccolo paesaggio
C’è un alberello sul prato
e con lui molti alberelli graziosi.
Una fogliolina trema nel vento gelido
e con lei molte singole foglioline.
Un mucchietto di neve scintilla sul bordo del ruscello
e con lui molti mucchietti bianchi.
Una piccola cima di montagna ride sulla valle
e con lei molte basse cime.
E in tutto questo c’è il diavolo
e con lui molti poveri diavoli.
Un angioletto volge altrove il suo viso piangente
e con lui tutti gli angeli del cielo.
Traduzione di Antonio Rossi
Brausen
Es braust noch immer in der Welt,
das Brausen hört doch niemals auf;
ich liebe – niemals hört es auf,
es braust ein Lieben durch die Welt.
Und ob ich auch ein Feigling bin
und ob du auch ein Kranker bist:
du liebst, wenn du es auch nicht bist,
der liebt, ich liebe, wenn ich’s auch nicht bin.
Es braust, und ich steh’ horchend still,
ich weiß, ich hasse den und den,
es nützt mir nichts; wie ich auch will:
ich liebe alles, so auch den.
Dann gibt es Stunden, wo ich weiß,
daß wir vor Liebe alle heiß.
Fragore
Un fragore percorre il mondo,
è un fragore che non ha fine;
sento di amare – mai non ha fine,
un amore con fragore percorre il mondo.
E sebbene io sia un codardo
e sebbene tu sia un debole:
tu ami, anche se non sei tu
ad amare, e lo stesso capita a me.
Si sente un fragore, io resto in ascolto,
lo so, odio questo e quell’altro
ma non serve, per quanto lo voglia:
amo tutto, dunque anche lui.
Poi ci sono momenti in cui capisco
che tutti per amore ci infiammiamo.
Written in German by Robert Walser
Translated into Italian by Antonio Rossi
Robert Wasler nato a Bienne il 15 aprile del 1878, è considerato uno dei massimi scrittori di lingua tedesca del Novecento. Ha vissuto come un outsider, lontano dalla società e dagli ambienti letterari, scegliendo la malattia mentale come alibi e rifugio. Autore di tre notevolissimi romanzi autobiografici (I fratelli Tanner, 1907; L’assistente, 1908; Jakob von Gunten, 1909), Walser fu soprattutto un maestro della forma breve: nelle sue piccole prose, scritte a matita, con grafia minuscola, sfidando l’insignificanza, ritrasse avvenimenti comuni e tuttavia meravigliosi. In italiano segnaliamo due raccolte che consentono di godere della miracolosa naïveté di questi racconti: la silloge Seeland (pubblicata da Adelphi, trad. Emilio Castellani e Giusi Drago) e il libro La fine del mondo e altri racconti (edito da Armando Dadò, trad. Mattia Mantovani).