Marco Pavoni, “Memorie”

Marco Pavoni

Ascolto trasparenze di silenzio.
Ruota la mia notte su vuote immagini
che dal tempo la mente riesuma,
mentre fa sangue l’inquietante voglia
d’attraversare i vortici del fare.
Stasera un colombo vivifica
il viaggio che l’anima vuole,
riposano sulle sue ali
canzoni di luoghi incantati
mentre dalla clessidra sgorga un attimo
di compiuta perfezione.

30 / 12 / 2015

Io sono il punto sul foglio dell’anima,
il sangue d’un angelo attento
a scorgere un reale apollineo
fra le rughe del viso della vita.
Cerco la luce nella fine d’un canto
mentre incido sull’albero del tempo
la cifra del mio stare in questo mondo.
Nei colori d’un prisma brillo come
nota dello spartito d’un Signore
nato col buio delle cose.
Pensiero numerato dell’umano
consorzio sono, accendo il mio sentire
con la scintilla dell’eternità
muovendo i miei passi sul viale del sogno.

28 / 04 / 2014

 

Nacqui Narciso in un tempio d’inganni
– gettava il mondo la gioia del canto
nella luna – latrina del bene –
e una nebbia diffusa segnava
l’ingresso nell’età d’una colpevole
passività dei sensi.
Riconobbi la vita dal selvaggio
furore del popolo in danza
sui resti d’un ego fuggito
verso pianure di speranze nuove.
Sconfissi la rabbia col tema
d’una musica nata dal giorno –
scrigno di dolci sorrisi del tempo,
e la Grazia sembrava una dea
discesa sulla terra per mostrare
il dono d’un buon divenire.

30 / 05 / 2015

Donna che hai corpo di rosa, t’azzurri
nei cieli infiniti del tempo
e, aurora nascente dall’anima,
canti la tua presenza
nel mio sangue di fantasma.
Non hai né affanni né misteriosi
inganni che il mondo dischiude
agli uomini dai sogni infranti, sordi
al suono d’un tempo sacrale.
Compagna mi sei nell’angusto
sentiero della vita e, dolce rondine
che bussa alla porta del cuore,
m’inebri del tuo garrulo sentire
il giorno, quando timido si sporge
dalla finestra del divenire.

01 / 03 / 2015

È un guanto nero il mare
nella dolce serata di settembre,
vi s’infila il destino degli altri
e il proprio non tocca
in questo sciabordare dell’ora.
Alcune crune di stelle punteggiano
memorie, mentre il rasoio del vivere
incide l’anima che ora si tinge
del sangue dell’amore.
Pace dona l’incanto silente
delle cose, e la paura ti sembra
un fantasma gentile,
seduto sulla sabbia a rimirare
quella grazia dolente del tuo sguardo.

21 / 09 / 2013

 

Marco Pavoni, nato a Chieti nel 1984, laureato in Lettere Classiche, vive e lavora a Pescara.Ha esordito in poesia nel 2009 con Immagini, Edizioni Tracce, Pescara, raccolta ricavata dagli esercizi di scrittura degli anni 2006, 2007 e 2008. Del 2014 è Permanenza del sogno, Edizioni Tracce, Pescara. Del 2019 è Memorie, Edizioni Tabula fati, Chieti. Si sono interessati alla sua opera: Giorgio Barberi Squarotti, Andrea Cati, Giovanni D’Alessandro, Daniela D’Alimonte,Simone Gambacorta, Tomaso Kemeny, Valerio Magrelli, Daniela Quieti, Dimitri Ruggeri, AnnaRuotolo, Benito Sablone, Luigia Sorrentino e altri. Tra i premi conseguiti si ricordano, in particolare, “Poesie… in cammino”, “Fondazione Pescarabruzzo – Edizioni Tracce”, “Francesco Monti”, “I Pensieri del Poeta”.

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