cara Liliana,
dedico questa giornata al tuo impegno straordinario, alla tua forza, al tuo coraggio.
So che il male assoluto che ti ha coinvolta in prima persona è impossibile da raccontare fino in fondo. Non si può dimenticare che ci fu troppo silenzio… ma quel silenzio, il silenzio assordante di chi sapeva e che non parlò, ci ha reso per sempre, tutti colpevoli. Theodor W. Adorno ci ha invitato a considerare che dopo Auschwitz nulla sarebbe mai più stato come prima, nessuna categoria, nessuna parola, nemmeno quelle teologiche o poetiche potranno sanare quella ferita, quella tragica insensatezza che è stata la Shoah. Ma io ti ho vista, ti ho sentita nel tuo discorso al Parlamento europeo il 29 gennaio 2020, scolpire la pietra di un dolore impronunciabile, sola, davanti al mondo. Le tue parole mi hanno emozionata, e al tempo stesso, mi hanno restituito un enorme senso di impotenza e di colpa. Le tue parole mi hanno fatto vedere quella bambina di tredici anni che, una gamba dietro l’altra, affronta nella neve e nel gelo, la marcia della morte e riesce a farla diventare la marcia della vita.
Grazie per averci raccontato della bambina che disegnava una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. “Siate farfalle gialle che volano sopra i fili spinati” questo l’insegnamento più grande che ci ha si dato e che con te rivolgo oggi a tutte le donne, perché il tuo è un messaggio speciale. Tu sei espressione di un senso nuovo dell’umano. E sono felice che venga da te, da una bambina e da una donna che ha sofferto l’indicibile.
Con tutto il mio affetto e la mia riconoscenza,
Luigia Sorrentino
29 gennaio 2020
Liliana Segre al Parlamento europeo