Lo spazio nella poesia di Hugo Mujica

Hugo Mujica

Hugo Mujica, Barro desnudo – Fango nudo, traduzione di Roberta Buffi, LietoColle

 

III

 

Anochece            bajamar,

algún graznido, restos que el mar abandona

en la arena

y esta soledad de ser

solo a medias.
Es la hora                de la melancolía,

la de la ausencia de lo que nunca estuvo                       y sentimos más propio:                                        lo que todavía de nosotros

no dimos a luz                                                                  en la vida.

 

III

Tramonta           bassa marea,

qualche gracchìo, resti che il mare abbandona

sulla sabbia          e questa solitudine

d’essere soltanto a metà.

È l’ora              della malinconia,

dell’assenza di ciò che non è mai stato

e che sentiamo più nostro:

ciò che di noi stessi ancora

non abbiamo dato alla luce

nella vita.

 

VII

 

Inicio de otoño y brisa,

a orillas del río                    un bote solitario,

una soledad mecida.

 

Crear no es ni un saber

ni una certeza,

suele ser un tal vez

y un presentir,

 

es la espera y la intemperie,

y a veces,

solo a veces,                                                   lo que la ausencia trae,

lo que ella inicia.

 

VII

Inizio d’autunno e brezza,              in riva al fiume                   una barca solitaria,                                 una solitudine cullata.

Creare non è un sapere

né una certezza, di solito è un forse                      e un presentire,

è l’attesa e le intemperie,

e a volte,                                          solo a volte,                                                     ciò che l’assenza reca,

ciò cui dà inizio.

 

 

XLVI

 

No cae lluvia sobre                             los surcos

ni hay tiempo para la cosecha,                                                  queda solo el sembrar

y la partida.

 

−Saber que no habrá victoria                                                       es lo que da grandeza

al combate−.

 

XLVI

 

Non cade pioggia                     sui solchi            e neppure c’è tempo per il raccolto,

resta soltanto il seminare                                                                     e la dipartita.

−Sapere che non ci sarà vittoria                                                    è ciò che conferisce grandezza                                                                                       al combattimento−.

Hugo Mujica, nato a Buenos Aires nel 1942, ha studiato belle arti, filosofia, antropologia filosofica e teologia. È autore di quasi trenta libri, tra cui due raccolte di racconti dal titolo Solemne y mesurado e Bajo toda la lluvia del mundo, e tredici libri di poesia, gli ultimi dei quali sono Y siempre después del viento, Cuando todo calla (XIII Premio de Casa de América de Poesía Americana), Barro Desnudo e A las estrellas lo inmenso. Tra i saggi di recente pubblicazione ricordiamo Origen y destino, La palabra inicial. La mitología del poeta en la obra de Heidegger, Flecha en la niebla. Identidad, palabra y hendidura, Poéticas del vacío. Orfeo, Juan de la Cruz, Paul Celan, la utopiía, el sueño y la poesía, Lo naciente. Pensando el acto creador, La casa, La pasión según Georg Trakl. Poesía y expiación, El saber del no saberse. Desierto, Càbala, el no-ser y la creación, Dioniso. Eros creador y mística pagana, e La carne y el màrmol. Francis Bacon y el arte griego. La casa editrice Vaso Roto ha pubblicato Del crear y lo creado, tre volumi che includono la quasi totalità della sua opera poetica, saggistica e narrativa. In oltre venti paesi Hugo Mujica ha pubblicato numerose antologie della sua opera poetica; alcuni dei suoi libri sono stati tradotti in oltre dieci lingue. Notte aperta, Poesie scelte, E sempre dopo il vento, Quando tutto tace e Antologia poetica 1983 – 2016 sono titoli pubblicati in Italia.

 

La scelta dei testi qui pubblicati è di Alberto Fraccacreta

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