A un anno esatto dalla scomparsa del poeta italiano Alberto Toni, (1954-2019) pubblichiamo il ricordo della sorella di Alberto, Alba Toni.
COMMENTO DI ALBA TONI
Avevo un fratello fantastico, amatissimo, era il mio unico fratello, la mia vita. Alberto Toni, uno dei più importanti poeti contemporanei, è stato mio fratello. Con lui ho vissuto fintanto che ho potuto averlo accanto, questa dicotomia tra la figura istituzionale del poeta e l’affetto fraterno profondo che ci legava. Alberto muore il sei aprile 2019, lo scorso anno, dopo una malattia feroce quanto fulminante, consegnandomi in un istante alla solitudine di un mondo tanto familiare ma anche d’improvviso estraneo, assente.
Ci vorrà del tempo per capire come recuperare quel linguaggio condiviso da noi e che possa essere compreso anche da altri, qualcosa che stia in bilico tra quello che eravamo insieme e quello che era lui, da solo.
Ho ripreso recentemente alcuni suoi inediti, inediti nel senso pubblicati non su libri, che sono usciti in edizioni originali simili a piccole stampe colorate di rosso, si tratta di una piccola raccolta intitolata Gatteria, dalla Collana Exemplar di Poesia diretta da Francesco Guadagnuolo che esce in prima edizione nell’ottobre del 1995.
Ecco, Alberto e io amavamo molto Gatteria e la citavamo spesso, qui c’è una traccia importante della nostra vita famigliare, una di queste cinque poesie, la terza, si ispira espressamente all’ esperienza avuta con il nostro gatto Ulisse e alla sua storia, che ha avuto una grande ricaduta su noi tutti. Ulisse morì in modo tragico e prematuramente nel 1993 all’età di otto anni, la sua fine fu un lutto notevole e soprattutto lo fu per me. Con questa poesia che racconta il sentimento delicato per il nostro amico gatto Alberto mi fece capire quanto lo avesse amato anche lui.
Dunque oggi a un anno esatto dalla sua scomparsa in questo modo voglio solo ricordare mio fratello, che è stato un grande poeta ma che prima di tutto, di tutti e di ogni altra cosa al mondo, come un qualsiasi ragazzo che avesse una sorella, è cresciuto accanto a lei.
Grazie a Luigia Sorrentino che mi concede questo spazio e la preziosa opportunità di pubblicare questo ricordo.
GATTERIA
1
Il gatto del Tonchino ricoperto d’erba –
da Oriente a Occidente, quanti anni gli restano,
ha attraversato il fiume Mekong.
Gatto eri matto e più non devi farlo…
Sbarcato fino a me
non conosco tregua – m’incontra
e mi saluta cortesemente.
Gatto eri finito con dignità allo sbando…
Il gatto del Tonchino abbandonato in esilio –
Che pazienza seguirlo – l’esiliato
Dal pelo grigio bagnato fradicio.
Gatto eri oltraggiato fuori di ogni misura…
L’intera nazione è costretta a sopportare
Il soffio di rabbia autentica –
Il gatto del Tonchino in prima serata TV.
Gatto eri la mia coscienza nella notte…
Senza mezze misure –
passione e passione, lo ritrovo
nei viali dell’Università.
Gatto eri soltanto una piccola ruota dell’ingranaggio.
Fine partita e d’un tratto
Sparisci – !a morte in diretta.
2
Gatterìa gatterìa povera litanìa –
Il gatto sopra la mia testa
vuole dirmi qualcosa che non capisco.
Si ripete sempre uguale il lamento.
Gatterìa gatterìa la vita mia s’è persa –
ah l’invadenza del corso felino,
appena in tempo per raccogliere i pezzi
davanti allo specchio dissolta.
Gatterìa gatterìa e così sia –
Il vaso di fiori alla finestra
l’annusa dal suo pelo nero.
E tu mia cara che aspetti a baciarmi?
3
A volte – si dice – la sfortuna,
giù da una finestra aperta, seppure gatto
l’incidente lo ridusse a vivere in un male oscuro.
Lo conosciamo quel destino
feroce che decide l’ora e il giorno.
Ah quale viaggio per te, disperso
e ritrovato, più creatura che mai,
timido animale dei miei sogni.
E la natura felina
si avvicinò per lungo tratto
alle mie notti insonni.
4
Ombra nell’ombra spaventata Diva
che incolume passi
vittoria tua di gatta
tra sarabande notturne.
Da me poi torni e cerchi
conforto, in me la ripresa
delle forze.
L’avventura e la casa – sei tutte
e due le anime messe insieme.
Se non ti chiedo di restare
è perché anch’io
sommessamente ritirato
conservo polso fermo
e gambe di corridore, uno spazio
pindarico, una voluta di fumo.
5
Felina dissonanza nel mattino –
l’ungarettiano Bobosse
la rima stranamente con Minosse.
Sarà per vicinanza poetica,
per antico respiro di guerra.
Non sapremo. Felinamente un dubbio.
La risposta nelle sillabe, nel suono,
una semplice coincidenza
sulla pagina – avvicina, unisce,
rivela un’intuizione del paesaggio.
Alberto Toni