Mario Benedetti, poeta italiano. Foto di proprietà dell’autore
di Lorenzo Babini
La mancanza di Mario Benedetti è per me innanzitutto legata ad alcuni ricordi personali, di quando cioè, tra gli anni 2011 e 2013, lo incontrai diverse volte, sempre in compagnia di Tommaso Di Dio. Rimasi sin da subito colpito da quella figura silenziosa, appartata e indifesa, le cui parole sembravano uscire a stento. Non ho avuto modo, tempo o fortuna di instaurare una consuetudine con lui ma posso dire che la mia percezione di allora fu che quel silenzio umile, grave e profondo avesse qualcosa da dire alla mia esperienza.
Ricordo che ne parlai una volta con Massimiliano Mandorlo, al termine di un reading che avevamo organizzato in un bar vicino a via Venini a Milano, in quel quartiere che oggi viene chiamato NoLo e di cui fino a pochi anni fa se ne ignorava l’appeal. Era venuto ad assistere a quella lettura di giovanissimi poeti anche Mario, che abitava in quella zona. La sua figura, da cui traspariva l’esposizione dolorosa e radicale dell’uomo di fronte al destino, aveva quella sera affascinato alcuni di noi, nonostante nessuno di noi lo avesse sentito pronunciare una sola parola. Questo accadeva per me prima di conoscere la sua poesia.
Più tardi, leggendo la sua opera, riconobbi la stessa presenza che era dell’uomo: la presenza cioè di un silenzio fragile e tenace, nato dall’umile aderenza alle cose, seriamente impegnato con il proprio vissuto e improvvisamente capace di esprimere, in un due versi slogati, dalla sintassi anomala, verità disarmanti sull’esistenza.
La dolorosa scomparsa di Mario Benedetti mi fa oggi pensare a un celebre aneddoto, vale a dire al pubblico resoconto della telefonata avvenuta tra Stalin e Pasternak nel 1934. In quella telefonata Pasternak eludeva le domande infìde del dittatore affermando con intransigenza che era necessario parlare solo “della vita e della morte”, tutto il resto non aveva importanza.
Questo aneddoto potrà apparire arbitrario e fuori luogo. Ho voluto rievocarlo perché il silenzio e la poesia di Mario Benedetti sono stati per me qualcosa che ha avuto a che fare con questa intransigenza.