MODELLI MATEMATICI E COMPORTAMENTI UMANI
L’epidemia che stiamo vivendo ha portato alla ribalta i numeri, come ha notato Michela Murgia, scrittrice e dottore di ricerca in matematica. Ci sono in effetti modelli matematici abbastanza semplici che spiegano l’andamento del contagio. Tuttavia essi non sono in grado di predire quello che accadrà, se non nel breve periodo. Questo perché l’andamento dell’infezione dipende in modo sostanziale dai comportamenti umani. Dobbiamo quindi integrare i modelli matematici con fattori che tengano conto di ciò che fanno le persone. E questo è molto difficile, ma non del tutto impossibile. L’epidemiologia comportamentale, se così possiamo chiamarla, ha già ottenuto interessanti risultati nel caso dell’esitazione vaccinale. Oggi per la prima volta dobbiamo mettere a punto qualcosa di simile riguardo alla diffusione del virus e al rispetto da parte dei cittadini del distanziamento fisico.
SCIENZA E AUTORITA’ AI TEMPI DELL’EPIDEMIA
Per un attimo, lasciamo perdere le fake news, che circolano a tonnellate in questi drammatici mesi. Consideriamo, invece, opinionisti di grido o compagni dei social che, riguardo a una delicata questione di policy sanitaria, che dipende dal possesso di informazioni abbastanza certe sul comportamento del virus, per difendere la loro opinione, affermano: “Ma lo ha detto Pinco Pallino, noto virologo!”
Questa modalità di ragionare ad hominem potrebbe anche andare bene se si stesse discutendo il factum della scienza, cioè una questione più o meno assodata; tuttavia, nel caso che stiamo vivendo di una ricerca in fieri, è da evitare. Su un tema su cui si sta lavorando, l’opinione di un esperto vale di sicuro di più di quella di un non esperto, ma è ben lontana dall’essere risolutiva. Il caso Montaigner in questo senso è stato paradigmatico.
Capire la scienza in fieri significa entrare almeno un poco nel buon senso delle pratiche scientifiche; non basta cioè seguire con attenzione le opinioni di un esperto, cosa che normalmente è sufficiente per evitare le fake news scientifiche. Per essere consapevole, ogni cittadino deve, e questo è un punto cruciale, avere un po’ di dimestichezza con la filosofia della scienza.
VIRUS, AMBIENTE E TEORIA DELL’EVOLUZIONE
In questi mesi il libro di David Quammen, Spillover ha avuto un meritato successo. Le zoonosi, cioè il salto di specie dei virus da un animale all’uomo, erano un pericolo già noto prima del SARS-Cov-2. Intorno a questo problema si è però innestato uno strano ragionamento, poco convincente, secondo cui le zoonosi sarebbero causate dalla distruzione dell’ambiente. In realtà non è così. Che, sia le zoonosi, sia la distruzione dell’ambiente siano un problema è vero, ma questo non significa che il secondo causi le prime.
Le zoonosi e l’epidemia sono anche situazioni che costringono a ripensare il posto dell’uomo nell’albero della vita. I virus non sono sempre cattivi; non solo, il nostro patrimonio genetico è per il 40% di origine virale. E, infine, i virus, come direbbe Dawkins, sono dei potenti replicatori alla ricerca di un veicolo. Dunque non è nel loro interesse distruggere il veicolo che li ospita.