E la paura è una cosa grande come l’odio.
La paura fa esistere la tarantola,
la rende cosa degna di rispetto,
l’abbellisce nella sua disgrazia,
rade i suoi orrori.
Che ne sarebbe della tarantola, poverina,
fiore zoologico e triste,
se non potesse essere quel tremendo
fornitore di paura,
quel pugno tagliato
di una scimmia nera che impazzisce d’amore.
La tarantola, oh Bécquer,
che vive innamorata
di una tesa magnolia.
Dicono che a volte uccide,
che scarica le sue ire su conigli addormentati.
È vero,
però morde e scarica le sue tinture interne
contro un altro,
perché non riesce a mordere le proprie membra,
e gli sembra che il corpo che passa,
quello che amerebbe se lo sapesse,
è il suo.
*
Y el miedo es una cosa grande como el odio.
El miedo hace existir a la tarántula,
la vuelve cosa digna de respeto,
la embellece en su desgracia,
rasura sus horrores.
Qué sería de la tarántula, pobre,
flor zoológica y triste,
si no pudiera ser ese tremendo
surtidor de miedo,
ese puño cortado
de un simio negro que enloquece de amor.
La tarántula, oh Bécquer,
que vive enamorada
de una tensa magnolia.
Dicen que mata a veces,
que descarga sus iras en conejos dormidos.
Es cierto,
pero muerde y descarga sus tinturas internas
contra otro,
porque no alcanza a morder sus propios miembros,
y le parece que el cuerpo del que pasa,
el que amaría si lo supiera,
es el suyo.
Eduardo Lizalde nella traduzione italiana di Gianni Darconza.
La poesia è contenuta nel volume “Antologia di poesia breve latinoamericana”, Raffaelli, 2015.
Eduardo Lizalde (Città del Messico, 1929) è uno dei maggiori poeti contemporanei messicani. Ha pubblicato: “La Zorra Enferma”, “Caza Mayor”, Autobiografía de un Fracaso. El Poeticísmo”, “Memoria del Tigre”, “Antología Impersonal”, “Tabernarios y Eróticos” e “lmanaque de Cuentos y Ficciones”. La sua opera è stata insignita di prestigiosi premi letterari come il Premio Xavier Villaurrutia, il Premio Nazionale di Poesia ad Aguascalientes , il Premio Nazionale di Linguistica y Letteratura, il Premio Iberoamericano di Poesia Ramón López Velarde e il Premio Federico García Lorca per la poesia.
La scelta del testo qui pubblicato è di Giovanni Ibello