Dormo qui solo ogni tanto
su questa forma mia di materasso
con un affossamento
allungatosi nel tempo
forma di quello che sarei
fossi rimasta qui per tutto il tempo
a sporcare l’aria di me
lasciare odore nella stanza.
Invece l’aria qui è intatta
liscia e profumata
insieme alle camicie di mia madre,
solo altrove lontano ce l’ho fatta
a fare veri buchi
neri odorosi di presenza.
Da I fiori dolci e le foglie velenose, di Mariagiorgia Ulbar (Firenze libri, 2012)
*
Mi lascia insoddisfatta la montagna
e il lago si è perfino ritirato.
Un sole orizzontale mescolato
al vento e più lontano
una diga di qua alta, di là più ancora
cemento fatto a strati
l’inclinazione curva della pietra.
Tolgono il respiro le dighe che dividono
acqua forte covata che poi esplode
elettricità che scende fino a valle
e lì una fioca lampadina
a illuminare pelle su altra pelle.
Da Gli eroi sono gli eroi di Mariagiorgia Ulbar (Marcos y Marcos, 2015)
Mariagiorgia Ulbar è una poetessa italiana. Nata in Abruzzo, nel 2012 ha pubblicato la raccolta I fiori dolci e le foglie velenose (Maremmi), la silloge Su pietre tagliate e smosse (nell’Undicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, pubblciato da Marcos y Marcos nel 2012), Gli eroi sono gli eroi (Marcos y Marcos, 2015, vincitrice del premio Dessì), Metamorphosis (La Grande Illusion, 2016, con illustrazioni di Elisa Talentino) e Lighea (Elliot, 2018).