Da Città esplosa
vidi
un occhio, e saltai l’azzurro
lontano: lo spazio violentava non meno
una città esplosa
di colpo e frenetica
su orizzonti di cielo
con la velocità della bomba
(e in sussulto
in preghiera
calma, il fluido denso
annegare nel caldo violetto di una
radiazione)
l’universo
una città nella stella e
vuoti erodere i motori come vento
tra rovine di civiltà, al collasso
i vapori salire per ricadere
come pioggia,
atomi… fra le ceneri gas di vestiti,
bambini dalle teste dorate rotolanti
nella sabbia, indossare nudi questo bacio
quando la palpebra chiude
forme creare dall’informe
*
quando fra i ruscelli che portano alla metropoli
sgorga e scompare la pozzanghera del cosmo
sulla notte che cade come un’arpa rossa
sul pulviscolo acre rimbombano gli ottoni:
ecco un ragno dove musica la pioggia
forgiare la ragnatela
dei suoni
sulle antiche case e le poltrone grigie
dei brandelli ammassati di una creazione evoluta
nei pergolati bui del cervello veloce
nelle corse luminose dei propri motori
le spire audaci dagli sbuffi ornamentali
vorticano tentacoli che erodono il cemento
meditano piramidi e il triclinio fra gli alberi
capovolti e sderenati che svaporano fra i gas
mutano con le ombre nei silenzi e fra le pause
la sinfonia dei corvi è mangiata dai gabbiani
rosa nell’alba gialla e nucleare
bianchi fra i detriti tra le case
antiche, ridotte a nulla
con occhi e cascate
bruciate oramai,
i vapori
ed appesi come lingue
i sopravvissuti
ragni
muovono sul pulviscolo acre rimbombano gli ottoni
sulla notte che cade come un’arpa rossa
*
Dalla sezione Alter
[NOME : avvio alfabeto fuori]
alter è il mio nome,
non progettano più automazioni
macchine del più che volevano il cielo,
macchine del più, voluminose e volanti
io posso camminare e ho visto una fragola:
nei campi della produzione
ha i segni di una ferita,
sarebbe un alfabeto fuori di sé
fino a toccare le sue prime parole,
ha il sapore della bocca
mentre è contro di me,
tocchiamo il suo viola
noi sbocciati sopra gli occhi
piove così forte,
tu sosta in uno splendido rosa
e matura l’idea
fino a toccare la magnolia
che non sa perché
l’ondaluce se ne va
*
[FUTURO : crescita]
midollo fertile e orchidea,
aerea sepoltura fiorita,
le indagini profonde ci dissetano,
una sorta di crescita confusa
è l’alterarsi con la fine dell’inverno
dove crescono radici;
possiamo essere scavi
e le vertigini la rappresentazione,
la promiscuità in questi vasi
(uso le vene e la testa,
uso il collo flessuoso,
per dividere le prospettive)
(è fatale parlare in genere,
fermarsi dove si incontrano
solo le rocce e le scelte incise)
immersi di grazia buia; senza distinzione
come il metallo seppellito e limato
la consumazione e le ambiguità
non fermano l’erba;
nella pioggia e nel vento
l’orizzonte un destino rosso
che biascica nel sole,
richiama nelle fratture
perché anche la neve disseta
e scioglie;
so che le sei accanto,
usa ciò che è fluido per aprirti,
usa le concatenazioni per sfuggire agli effetti:
i silenzi sono stellari,
che il linguaggio sia l’arma della preghiera
l’ho chiesto allo spazio elementare
Da “Alter” di Christian Sinicco, Vydia editore, 2020
________
Christian Sinicco è nato a Trieste nel 1975. Nel 2002 diviene caporedattore di “Fucine Mute”, tra i primi periodici multimediali ad essere iscritto nel Registro Stampa in Italia (1998), dove avvia il progetto di catalogazione della poesia delle nuove generazioni. Ha pubblicato: Passando per New York (LietoColle, 2005), la plaquette Ballate di Lagosta Mare del Poema (CFR, 2014; introduzione di Alberto Bertoni e nota di Cristina Benussi) e il libro d’arte Città esplosa (Prova D’Artista / Galerie Bordas, Venezia 2016) poi contenuto in Alter (Vydia, 2019; introduzione di Giancarlo Alfano). Le sue poesie sono state tradotte in bielorusso, catalano, croato, inglese, lettone, olandese, sloveno, spagnolo, tedesco e turco.
Attualmente dirige “Poesia del nostro tempo – poesiadelnostrotempo.it”; per “Argo” ha curato, con altri autori, l’indagine sulla nuova poesia dialettale L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine 2014) e gli annuari di poesia. Si occupa di lingue e dialetti nelle giurie dei premi “Giuseppe Malattia della Vallata” e “Pierluigi Cappello”, dirige il piccolo festival “Ad alcuni piace la poesia” (Montereale Valcellina, PN).