Dylan Thomas, una poesia

Dylan Thomas

SPLENDESSERO LANTERNE

Splendessero lanterne, il sacro volto,
Preso in un ottagono d’insolita luce,
Avvizzirebbe, e il giovane amoroso
Esiterebbe, prima di perdere la grazia.
I lineamenti, nel loro buio segreto,
Sono di carne, ma fate entrare il falso giorno
E dalle labbra le cadrà stinto pigmento,
La tela della mummia mostrerà un antico seno.

Mi fu detto: ragiona con il cuore;
Ma il cuore, come la testa, è un’inutile guida.
Mi fu detto: ragiona con il polso;
Ma, quando affretta, àltero il passo delle azioni
Finché il tetto ed i campi si livellano, uguali,
Cosí rapido fuggo, sfidando il tempo, calmo gentiluomo
Che dimena la barba al vento egiziano.

Ho udito molti anni di parole, e molti anni
Dovrebbero portare un mutamento.

La palla che lanciai giocando nel parco
Non è ancora scesa al suolo.

Dylan Thomas, nella traduzione di Ariodante Marianni, Einaudi, 1965

SHOULD LANTERNS SHINE 

Should lanterns shine, the holy face,
Caught in an octagon of unaccustomed light,
Would wither up, and any boy of love
Look twice before he fell from grace.
The features in their private dark
Are formed of flesh, but let the false day come
And from her lips the faded pigments fall,
The mummy cloths expose an ancient breast.

I have been told to reason by the heart,
But heart, like head, leads helplessly;
I have been told to reason by the pulse,
And, when it quickens, alter the actions’ pace
Till field and roof lie level and the same
So fast I move defying time, the quiet gentleman
Whose beard wags in Egyptian wind.

I have heard many years of telling,
And many years should see some change.

The ball I threw while playing in the park
Has not yet reached the ground.

Dylan Thomas, da Collected poems

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