NOTA DI LUIGIA SORRENTINO
Questa foto di Gabriele Galloni mi è particolarmente cara. Me la inviò Gabriele per email il 5 novembre 2017 con alcune sue poesie inedite dal titolo Orazioni di giugno, poi confluite con un altro titolo a gennaio 2018 nella raccolta In che luce cadranno.
Gabriele aveva solo 22 anni quando mi contattò la prima volta.
Era nato a Roma nel 1995, studiava Lettere Moderne all’Università La Sapienza e aveva da poco pubblicato con Alter Ego – Augh! Edizioni la sua prima silloge, Slittamenti.
Lessi la prima poesia fra gli inediti che mi aveva inviato nella email. Era questa:
I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile:
sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci
con una mano – e l’altra all’Invisibile.
Gli risposi sempre per email che mi piacevano le sue poesie, e che ne avrei volentieri pubblicato qualcuna sul mio blog. Purtroppo la morte di mio padre, il 4 dicembre 2017, mi tenne lontana da Gabriele e dalla sua poesia.
Fu Ida Cicoira, una mia amica, a riparlarmi di lui. Ma io non ero in grado di recepire nulla in quel momento, totalmente assorbita dal grande cambiamento che aveva occupato la mia vita.
Il giovane poeta Gabriele Galloni si è addormentato senza più svegliarsi il 6 settembre 2020, a soli 25 anni.
A tre mesi dalla scomparsa lo ricordiamo con questi versi tratti dalla sua ultima raccolta: L’estate del mondo, Marco Saya Editore, 2019.
In questi versi si percepisce molto chiaramente la voglia di vivere che aveva Gabriele, un ragazzo dalla personalità dichiaratamente votata alla poesia. Sono versi luminosi, sembrano scritti pensando a un cortometraggio girato con la cura e i dettagli del poeta che vede l’invisibile. Le poesie sono il ritratto di una giornata serena, trascorsa vicino al mare, contrassegnata da apparizioni e da sparizioni.
Si legga il finale di uno dei testi qui sotto riportati: [… “è bello correre, andarsene via/ da ogni luce che sia/ troppo grande per queste nostre mani.”
Sono le parole di chi vuole possedere il mondo, l’eternità felice di una giovinezza che però sa bene di non poter trattenere quella luce, troppo grande anche per le mani del poeta.
Gabriele sapeva che la vita e la gioia, sono momenti fugaci, scorrevoli.
I suoi testi sono quelli di chi desidera rimanere negli occhi chiari dell’estate conservando in una tasca molto profonda una conchiglia, raccolta nell’età dei ragazzi, un’età di gioia e di disperazione, l’età della ferita e della bella giornata di sole tanto profonda e lontana da noi da dimenticarsene.
Questa raccolta conserva una luce che partecipa a un sogno: camminare sul mondo che perde le nostre tracce.
Si legga infine la poesia Campo/Controcampo: il campo ripreso dal regista-poeta riprende davanti a sé una stagione intera, quella della vita; nel controcampo, in ciò che l’altro vede, il poeta fa riferimento a un tempo trascorso con le tante conchiglie raccolte. Ma la bella giornata irripetibile , è finita.
Gabriele conosce bene il sentimento della nostalgia, della perdita, che qui si intravede, nella consapevolezza che tutto ciò che si vive è destinato ad allontanarsi da noi. E’ qualcosa che avviene davvero in questi versi, e avviene proprio mentre lo si vive, e niente, se non la memoria, potrà riportare in ognuno di noi, l’estate del mondo.
I
Nel parcheggio del centro commerciale
mi parlasti di certi
giorni d’isole; giorni dall’uguale
passo del mare misurati interi.
Mi raccontasti poi di come aperti
all’onda i cieli aprissero sentieri
mai apparsi prima, neanche agli occhi esperti
dei residenti che alla roccia e al sale
erano familiari.
II
Io non ti domandavo; solamente
ascoltavo in silenzio, interrompendoti
per mostrarti le foto che prudente
ti coglievo di spalle. E riprendendo
perdevi sempre il filo; ti arrabbiavi
ma un attimo, per finta: ché ignorandomi
presto ricominciavi.
Le corse a perdifiato tra i canneti;
l’eco pomeridiana e l’eco a notte.
L’animale brusio e le sue interrotte
chiamate; e certi libri di poeti
scovati in biblioteche sotto il mare.
III
Arrivasti alla storia della Luna:
di come capitò che la scoprissi
nella sua casa una notte di eclissi;
nella sua casa dove mai a nessuna
viva persona era dato di accedere.
La descrivesti nuda, la tua Luna;
la descrivesti coperta di cenere
dal capo ai piedi; Luna che più Venere
sembrava e penitente. Non avresti
potuto dirmi certa la paura;
né sotto i piedi l’umido e le tenere
felci; solo che ai giorni del Miracolo
è bello correre, andarsene via
da ogni luce che sia
troppo grande per queste nostre mani.
***
Me ne vado; ma tu sei lontananza
che ritorna. L’eternità felice
del tuo viso indagato controluce –
dalla Magliana vecchia alla mia stanza.
***
Ma non ho nulla, cielo, da mostrarti.
Ecco: sorprendimi giù a Fiumicino,
tra i Dioscuri e le case popolari;
fa’ ch’io raccolga l’ultima conchiglia
dell’estate, occhi chiari;
e la conservi agli anni in una tasca
così profonda da dimenticarmene.
***
Luna di luglio: dalla tua finestra
scoperta di sfuggita sopra il mare.
Per poco, ma l’abbiamo fatta nostra
pensando fosse un fondo di bicchiere.
Luna di mare; ciotole di legno
in fila tutte lungo il davanzale.
Il cielo non si asciuga – intanto
la marea sale.
***
È stato questo: svegliarsi da un sogno
e realizzarne attonito la luce.
I bambini, giù in strada, a fare il bagno
nelle pozzanghere come piscine.
Un sogno dell’estate; delle
stanze serene dove, perdonato
finalmente da te, assolvo le stelle.
***
Abbiamo superato Fiumicino
e tu hai fatto, ricordo, una battuta
su tutto ciò che era passato in questa
vita senza per noi lasciare traccia.
E poi hai indicato il fumo che saliva
dal mare. Tutte le strade erano bloccate
e noi già pensavamo ad altro; a quello
che tutti quanti pensano d’estate.
Campo
Un giorno la vedremo intera, questa
stagione. Basterà
un fuoco in spiaggia a memoria di festa
e il bagnasciuga a dire l’aldilà
delle conchiglie mai raccolte:
Controcampo
così tante – ricordi? – Che per tutta
la notte ci hanno tormentato. In sogno
maree su maree di conchiglie.
Il letto ne fu invaso; le lenzuola
ci ferirono per tutto il tragitto fino alla spiaggia.
***
Noi dormiamo raccolti nell’estate.
Ha smesso già di svegliarci il rumore
del mondo. I nostri piedi sono nudi,
scoperti, ché il lenzuolo è troppo corto.
Il nostro sonno è come una corrente
di risacca; per ore non riusciamo
a svegliarci. Trascorre la mattina
in una luce, una luce che è febbre
da fondale marino; sia destino
guardare tutta la vita da qui.
Sia destino arrivare al pomeriggio
sul filo che divide e l’acqua e l’aria;
e insieme farli in due passi questi anni.
____
Gabriele Galloni è nato a Roma il 9 giugno 1995 ed è morto a Roma il 6 settembre 2020.
Ha vissuto al Trullo, periferia della zona sud-est di Roma, Gabriele sin da piccolo ha manifestato la sua propensione per l’arte e il suo facile apprendimento per la lingua italiana. A soli due anni era in grado di leggere le parole componendole lettera per lettera. Alle elementari già denotava una padronanza per la lingua italiana, cosa piuttosto rara per un bambino della sua età e cominciava a essere attratto dalla lettura.
Al suo ingresso nelle scuole superiori (si è diplomato presso l’Istituto Cinematografico “Roberto Rossellini” con specializzazione in audiovisivi), comincia a riempire la sua stanza di libri, dvd e cd musicali di tutti i generi, nel frattempo comincia a scrivere i suoi primi versi.
Quando usciva di casa portava con sé il suo quaderno e la penna perché ovunque si trovasse doveva riempire il desidero di appuntare versi, descrivere quello che vedeva, qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione.
Nel 2012 i suoi primi versi vengono inseriti in un’ antologia di testi realizzati dagli studenti dell’Istituto di Stato per la Cinematografia “R. Rossellini” dal titolo “La fontana racconta…e altre storie” edito da Edizioni Ensamble.
Nel 2014 vengono pubblicati alcuni suoi versi nell’antologia “Impronte” edita dalla casa editrice Pagine, inoltre scrive racconti per la rivista di attualità online “Daily Storm” nel periodo 2014/15.
Nel 2015 si diploma e si iscrive all’Università La Sapienza scegliendo la facoltà di Lettere moderne.
Inizia intanto quella che sarà la collaborazione con lo scrittore Antonio Veneziani che sarà il suo mentore fino alla fine.
A luglio 2017 esce il suo primo libro di poesie dal titolo “Slittamenti” edito da Augh! Edizioni libro recensito su numerose riviste online: Succede Oggi, CulturalMente, Art a Part of Cultur.
Sono state fatte presentazioni del libro presso Eternalcity Brewing Liè Larousse, presso il locale culturale “Lettere e caffè”( con la partecipazione del poeta Fernando Acitelli, dello scrittore Antonio Veneziani e della scrittrice Antonella Rizzo) e presso la libreria La Feltrinelli di Nettuno.
A novembre 2017 esce un articolo sul supplemento culturale del quotidiano Il Manifesto – Le Monde Diplomatique (testata che dedicherà a Gabriele innumerevoli articoli).
A settembre 2017 riceve il “Premio Parole” per la poesia al Montefiascone Art Festival.
A febbraio 2018 è uscito il suo secondo libro di poesie dal titolo “In che luce cadranno” edito dalla casa editrice RP Libri.
Questo libro è stato oggetto di numerose recensioni. Nel mese di maggio il libro fù presentato a Napoli a “Poesia in galleria“ a Piazza del Municipio e nel mese di giugno alla “Notte della Poesia“ a Venafro.
Nel mese di settembre 2018 è uscito il suo terzo libro di poesie dal titolo “Creatura breve“ edito dalla casa editrice Ensemble a termine della trilogia.
Alcune sue poesie sono state anche tradotte in Spagna, Romania, Russia, Grecia, India e sudamerica.
Il 13 giugno del 2019 è stato pubblicato dalla casa editrice Italic Pequod il suo primo libro di racconti brevi, “Sonno Giapponese”.
Gabriele Galloni dal 2018 era co-direttore della rivista di poesia on line “InVerso” con Mattia Tarantino, suo amico poeta.
Nel 2019 Gabriele Galloni è stato finalista al Premio di Poesia “Mauro Maconi”, sezione giovani, con il libro “Creatura breve”.
Ad ottobre 2019 è uscita la raccolta di poesie “L’estate del mondo” (Marco Saya Editore). Con questo libro Gabriele Galloni il 18 ottobre 2020 ha vinto il premio “Antica Pyrgos”. La premiazione si è svolta al teatro comunale di Lanuvio.
Sempre nel 2019 aveva anche iniziato una collaborazione con la rivista musicale Loudd occupandosi di critica musicale, ricerca sonora e di nuovi talenti.
Nel 2020 aveva inoltre iniziato a collaborare con il regista Carmine Amoroso alla sceneggiatura di un film. A gennaio 2020 era stato inserito nell’antologia “Planetaria” edita da Taut che elencava 27 poeti di varie nazionalità nati dopo il 1985.
Gabriele è morto la notte del 6 settembre 2020. Il suo desiderio, più volte espresso, era di poter partecipare con un suo libro al “Premio Poesia città di Fiumicino”. Gabriele amava Fiumicino. Diceva spesso agli amici: “Con i primi soldi che guadagnerò comprerò la mia casa a Fiumicino o Focene”.
https://www.youtube.com/watch?v=8k5XtJh3mHk
Questo lo registrai pochi giorni dopo. A Luglio ci eravamo scritti e mi aveva anche lasciato una traccia vocale. Reduci dalla due giorni del Festival ad Aversa che aveva fortemente voluto insieme a Mattia Tarantino. Ciao Gabriele. Spero che la lettura ti piaccia.