A N T E P R I MA E D I T O R I A L E
Oggi, 13 dicembre 2020, in occasione del 66esimo compleanno di Sotirios Pastakas, pubblichiamo due sue poesie inedite tratte da Canti di misconosciuta gloria, in preparazione dalle Edizioni Multimedia di Salerno, nella traduzione dal greco di Maria Allo. Pastakas, tradotto il 16 lingue, è considerato da molti uno dei maggiori poeti del nostro tempo.
ΝΟΣΤΑΛΓΙΑ ΤΗΣ ΤΖΙ ΜΠΙ
Τα μεγάλα μπαρ έχουν
μικρές περιστρεφόμενες πόρτες.
Στα λαϊκά, αντιθέτως
μπαίνεις από παντού
-κι από τις τζαμαρίες.
Τώρα που σκορπιστήκαμε
στην περιφέρεια σαν ΑΑ
(αμετανόητοι αλκοολικοί)
και κατακτήσαμε
κάθε γωνιά της Αθήνας,
άλλος στα Πετράλωνα
και άλλος στη Γλυφάδα,
απόστολοι του ρήματός σου
Κύριε Νικολόπουλε,
τώρα που η Πλατεία Συντάγματος
έχει γεμίσει σκηνές και παραπήγματα,
και η Τζι Μπι γέμισε σκαλωσιές
και χτίστηκε η πόρτα της,
η πόρτα που μόνο εσύ
θα μας ανοίξεις πάλι
το προσεχές Ιωβηλαίο,
γιατί δεν νοείται Πάπας
χωρίς καρδινάλιους,
κι Οδύσσεια δίχως συντρόφους.
Κύριε,
ελπίζουμε σε μια επιστροφή:
όπως ελπίζει ο ακρωτηριασμένος
να ξαναβρεί το ακρωτήρι του
κι ο ερωτευμένος τη δύναμη
να μισήσει πάλι
κι η γυναίκα να ξαναστήσει
το στήθος της,
κι ο άντρας να πάρει πίσω
τις τρίχες που έχασε σαν όνειρα
πάνω στο μαξιλάρι,
που τα σβήνει ένα καλό πρωινό
με σολομό και σαμπάνια,
κι ο φίλος να ξαναδεί την ανατολή
από μια ταράτσα πάνω στη θάλασσα
άμα χαράζει στο Αιγαίο,
περιμένω να χαράξει Κύριε
πάνω στο μόγκανο της μπάρας,
εκεί στο δεύτερο πάντα σκαμπό
εκ δεξιών του μπάρμαν,
εφόσον θα ξανανοίξει η Τζι Μπι
κι ο Τζιόβε Μπενεφακτόρους
επιτρέψει
να γεμίσει πάλι με Αρβανίτες
η πλατεία Συντάγματος
και μετανάστες κι επαρχιώτες
που θα σουλατσάρουν άσκοπα
και θ’ ανταλλάσσουν κινητά
βλέμματα και βιώματα,
ας επιτρέψει και σε μένα
να είμαι πάντα εκεί
δεύτερο σκαμπό
στ’ αριστερά της σάλας
ώσπου να με ρίξεις κάτω Κύριε,
να πίνω, να καπνίζω και να σκέφτομαι.
NOSTALGIA DI GB
I grandi bar hanno
piccole porte girevoli.
In quelli popolari, al contrario
arrivi da ogni dove
-pure dalle finestre.
Adesso che siamo sparsi
in periferia come AA
(alcolisti impenitenti)
e abbiamo conquistato
ogni angolo di Atene,
uno a Petralona
e un altro a Glyfada,
apostoli del tuo verbo
Signor Nikolopoulos,
ora che piazza Syntagma
è diventata un cantiere edile,
e GB è coperta da impalcature
e hanno murato la sua porta,
la porta che solo tu
riaprirai per noi
nel prossimo Giubileo,
perché non si intende un Papa
senza cardinali,
e Ulisse senza compagni.
Signore,
speriamo in un ritorno:
come spera il mutilato
per riscoprire il suo mantello
l’innamorato nel potere
odiare di nuovo
e la donna per rialzarsi
i seni,
e l’uomo riavere
i capelli persi come sogni
sul cuscino,
cancellati da una buona colazione
con salmone e champagne,
e l’amico per rivedere l’alba
da un tetto sul mare
quando albeggia nell’Egeo,
sto aspettando che fa giorno
sul mogano del bar, Signore
lì sempre sul secondo sgabello
a destra del barista,
se GB riapre
e Giove Benefactorus
permetta
di essere riempita di nuovo con forestieri
la piazza Syntagma
e immigrati e provinciali
gironzolare senza meta
e scambiarsi cellulari
sguardi ed esperienze,
lascia
che anche io ci sia sempre
sul secondo sgabello
a sinistra della sala
sino ad abbattermi, Signore,
a bere, fumare e pensare.
(GB, il mitico bar dell’albergo Gran Bretagna, su piazza Syntagma ad Atene, di proprietà e gestione Italiane)
UPPER PΑΤΗ
Γυρεύω το μνήμα μου και δεν το βρίσκω,
Θεέ μου,
πενήντα χρόνια σε προσκαλώ να με πάρεις
κι εσύ δεν απαντάς στις προσευχές μου.
Έλα, οδήγησέ με στα υψηλά
και τα πρόσχαρα.
δεν έχω που να γείρω το κεφάλι μου
να κλάψω.
Έλα οδήγησέ με στο υψηλότερο μονοπάτι,
στον ώμο σου να γείρω και να κλάψω.
Επειδή πολλοί ευχήθηκαν να πεθάνω,
κι εγώ απ’ την πλευρά μου
επιθύμησα τον θάνατο αναρίθμητων άλλων.
Το μνήμα μου γυρεύω και δεν το βρίσκω.
Κύριε,
είναι νόμος αφού εγώ δεν σκότωσα,
κάποιος να με σκοτώσει.
Να με προλάβει
κάπου εκεί στην Ελευθερίου Βενιζέλου,
υπό τους ήχους των ελληνάδικων
χιπ χοπ, εδώ σκότωσαν ολόκληρο ροκ
-τι τους είναι να φάνε τον Παστάκα;
Τον τάφο μου
δείξε με Κύριε, εν τη ευσπλαχνία σου,
να αποθέσω πρώτος εγώ
το ακάνθινο στεφάνι,
από όλους τους ομότεχνους
τους τεθλιμμένους συγγενείς
τους απαρηγόρητους φίλους,
πριν λάχει και τους πω
πόσο ωραίος είναι ο θάνατος
και ο νεκρός ευγνώμων.
Ψάχνω τον τάφο μου
και δεν τον βρίσκω,
στο τριάρι μου στη Νέα Σμύρνη,
στις ράγες του Τραμ,
στα υπερυψωμένα σίδερα
της Λεωφόρου Συγγρού,
στις διαβάσεις πεζών της Παραλιακής,
στις αφύλακτες του ΟΣΕ,
στο μονόζυγο του αλκοόλ,
στα ακροβατικά της καύσης
του τσιγάρου,
σαν άλλος αναστενάρης πάνω στην καύτρα του
κάνε με φως
Κύριε.
Λαμπάδιασέ με.
UPPER PΑΤΗ
Cerco la mia tomba
e non riesco a trovarla,
Oh, mio Dio
da cinquant’anni Ti prego
di venirmi a prendere
e Tu non esaudisci le mie preghiere.
Vieni, conducimi sul sentiero alto
e più gioioso,
non so dove chinare la testa
a piangere.
Guidami sul sentiero più alto,
sii una spalla per appoggiarmi e piangere.
Perché molti mi auguravano di morire,
e da parte mia
ho desiderato la morte di tanti altri.
Cerco la mia tomba e non la trovo.
Signore, è la legge
giacché non ho ucciso
qualcuno mi ucciderà.
Raggiungermi da qualche parte
in Via Eleftherios Venizelos,
sotto i suoni dell’hip hop greco,
qui hanno ucciso la musica rock
– non toglierebbero di mezzo Pastakas?
La mia tomba
mostrami, Signore, nella Tua misericordia,
depositerò io stesso
la corona di spine,
primo tra tutti i colleghi
parenti in lutto
amici inconsolabili,
prima di dire loro
quanto è bella la morte
e il morto pieno di gratitudine.
Cerco la mia tomba
e non riesco a trovarla,
nei miei tre vani nel quartiere
di Nea Smirne
sui binari del tram,
negli alti parapetti
di Corso Syngros
agli attraversamenti pedonali del lungomare,
agli incustoditi tram,
nella barra dell’alcol,
nelle acrobazie della combustione
della sigaretta
come chi cammina a piedi nudi
sulle braci
fammi luce,
Signore.
Bruciami.
(dalla raccolta “Canti di misconosciuta gloria”, in preparazione dalle Edizioni Multimedia di Salerno)
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Sotirios Pastakas (nato a Larissa, in Tessaglia, nel 1954), ha studiato medicina a Roma, dove ha vissuto alcuni anni significativi per la propria formazione, e per trent’ anni ha lavorato come psichiatra ad Atene. Ha pubblicato numerose raccolte di poesie, un monologo teatrale, un libro di saggi e traduzioni di poeti italiani (Sereni, Penna, Saba, Pasolini, Gatto) e un libro di racconti. Collabora con varie riviste letterarie con saggi e traduzioni dall’italiano ed è membro della Società degli Scrittori Greci (Greek Writers Society). È stato tradotto in sedici lingue, e un suo libro è stato pubblicato negli Stati Uniti con il titolo “Food Line” (Forepaw Press, 2014), tradotto da Jack Hirschman e Angelos Sakkis. Nel 2001 ha rappresentato la Grecia nella fondazione dell’Accademia Mondiale della Poesia (World Poetry Academy), a Verona, sotto l’egida dell’UNESCO, e ha preso parte a numerosi incontri internazionali di poesia, molti in Italia, dove ha pubblicato l’antologia poetica “Corpo a corpo” (Multimedia Edizioni, 2016, Premio Internazionale NordSud), “Jorge” (I quaderni del Bardo, 2018) e “Monte Egaleo” (Multimedia, 2019, con testo bilingue e i disegni di Marco Vecchio).
KONIA POLLA’ Sotirios! per oggi e per tanti altri Compleanni.
La poesia, noi, toccati nel profondo da queste due sole poesie dei tuoi superbi CANTI DI MISCONOSCIUTA GLORIA, aspettiamo con gioia di leggere presto l’intero libro.
KALO TAXIDI! alla tua poesia che oggi (dopo tanto orrore ma anche tanta banalità televisiva che ci parla ogni giorno di morti…)…..
ci ha trasfigurato la vita e morte tra i caffé, le strade e le piazze di Atene, piazza Syntagma, via Eleftherios,Venizelos, corso Syngros, Petralona, Glyfada, Nea Smirne…. “quanto è bella la morte” e il viaggio di Ulisse:
” speriamo in un ritorno:
come spera il mutilato
per riscoprire il suo mantello”.
Sì la poesia è un ritorno per “rivedere l’alba/ da un tetto sul mare/ quando albeggia nell’Egeo”!!!! GRAZIE per averci regalato tu a noi, nel giorno del tuo compleanno la poesia che ci manca.
COMPLIMENTI!!!!! poesie bellissime