Some Birds Chirp Others have nothing to say. You see them pace back and forth, Nodding their heads as they do. It must be something huge That’s driving them nuts – Life in general, being a bird. Too much for one little brain To figure out on its own. Still, no harm trying, I guess, Even with all the racket Made by its neighbors, Darting and bickering nonstop. Alcuni uccelli cinguettano Altri non hanno niente da dire. Li vedi zampettare avanti e indietro, ciondolano la testa a ogni passo. Deve essere qualcosa di enorme che li fa uscire di senno – la vita in generale, l’essere uccelli. Troppo perché un cervellino ci arrivi da solo. Comunque, tanto vale provarci, mi sa, anche con tutto il can can che fanno i vicini, che sfrecciano e bisticciano nonstop. Hide-and-Seek Haven’t found anyone From the old gang. They must be still in hiding, Holding their breaths And trying not to laugh. Our street is down on its luck, Its windows broken here and there Where on summer nights We heard couples arguing, Or saw them dancing to the radio. The redhead we were All madly in love with, Who sat on her fire escape Smoking late into the night, Must be in hiding too. Nascondino Non ho trovato nessuno della vecchia combriccola. Devono essere ancora alla macchia, trattenendo il respiro e cercando di non ridere. La nostra strada ha visto tempi migliori, le finestre sfondate qui e là dove le sere d’estate sentivamo litigare le coppie o le vedevamo ballare alla musica della radio. La rossa di cui eravamo tutti cotti, che sedeva sulla scala d’emergenza a fumare fino a notte fonda, deve essersi data alla macchia anche lei.
Come Closer and Listen I was born – don’t know the hour – Slapped on the ass And handed over crying To someone many years dead In a country no longer on a map, Where like a leaf in a tree; The fair weather gone, I twirled around and fell to the ground With barely a sound For the wind to carry me away Blessed or cursed – who is to say? I no longer fret about it, Since I’ve heard people talk Of a blind lady called Justice Eager to hear everyone’s troubles, But don’t know where to find her And ask her the reason The world treats me some days well, Some days ill. Still, I’d never Be the first to blame her. Blind as she is, poor thing, She does the best she can. Avvicinati e ascolta Sono nato – non so a che ora – mi hanno dato una pacca sul sedere e mi hanno passato in lacrime a uno morto da parecchi anni, in una nazione che non è più sulle carte geografiche, dove come una foglia su un albero, la bella stagione finita, ho vorticato cadendo a terra quasi senza fare rumore perché il vento mi portasse lontano benedetto o maledetto – chi può dirlo? Non me ne preoccupo più dato che ho sentito parlare di una signora cieca chiamata Giustizia disposta ad ascoltare i problemi di chiunque, ma non so dove trovarla per chiederle il motivo per cui il mondo certi giorni mi tratta bene e altri giorni male. Comunque mai e poi mai sarei il primo a darle contro. Cieca com’è, poveretta, se la cava meglio che può. Skywalking Much grief awaits us, friends. From this day on We’ll be testing our luck Like a man stretching a wire Between two skyscrapers, Who sets out to walk on it Carrying an open umbrella Which the wind may snatch away When he is halfway, And then have its fun Bouncing it off walls and windows. We are likely to forget the man Waving his arms up there Like a scarecrow in a squall. Camminare nel cielo Molto lutto ci attende, amici miei. Da questo giorno in poi metteremo alla prova la nostra sorte come l’uomo che tende un filo tra due grattacieli, e che ci si incammina sopra con in mano un ombrello aperto che il vento gli potrebbe strappare quando è a metà del tragitto, per poi divertirsi a sbatterlo su muri e finestre. Probabile che ci dimentichiamo dell’uomo che lassù agita le braccia come uno spaventapasseri nella tempesta. The Fall One flaps his arms to arrest the fall One climbs a ladder he brought along One peeks inside a tattered Bible One goes on laughing at some joke One opens a large red umbrella One grasps at a straw floating in the air Overjoyed to hold it for a moment Distraught to see it slip away like that You up there did you ever save anyone? A young woman shouts angrily As she falls alongside her children Quiet and alone with their thoughts La caduta Uno batte le braccia come ali per fermare la caduta uno sale una scala a pioli che ha portato con sé uno sbircia dentro una Bibbia squinternata uno continua a ridere per chissà quale barzelletta Uno apre un grosso ombrello rosso uno si afferra a una pagliuzza che vola nell’aria felicissimo di tenerla un attimo nella mano disperato nel vederla scivolare via così Tu lassù ne hai mai salvato uno? Una giovane urla con rabbia mentre precipita insieme ai figli silenziosi e soli nei loro pensieri Light Sleeper You were a witness To so many crimes In your lifetime, my friend, No wonder most nights You can be found Testifying at a trial In some country Whose language You don’t even speak. The proceedings Brutally slow With more and more corpses Being brought in Their ghastly wounds As you saw them With your own eyes Uno dal sonno leggero Sei stato testimone di talmente tanti crimini in vita tua, amico mio, che per forza la notte spesso ti si trova a testimoniare in un processo in una nazione di cui nemmeno parli la lingua. Le procedure tremendamente lente con altri cadaveri e altri ancora che vengono portati in aula le ferite agghiaccianti proprio come le hai viste con i tuoi occhi Strange Sweetness Happy are those who pass their waking hours Basking in that strange sweetness That takes away every care in the world, Except the one that concerns their love For some man or woman who does not suspect They are being loved by a stranger, While they themselves go on brooding Regarding another clueless person, The length of an endless summer Of sweltering days and muggy nights, When beyond dark open windows, Many are sleeping naked, alone or in pairs. Dolcezza arcana Beati coloro che trascorrono le ore di veglia crogiolandosi nell’arcana dolcezza che cancella ogni preoccupazione dal mondo, tranne quella che riguarda il loro amore per un uomo o una donna che non sospettano di essere amati da uno sconosciuto, mentre anche costoro continuano a rimuginare pensieri su un’altra persona del tutto ignara, per tutta l’interminabile estate di giorni cocenti e notti umidissime, quando al di là di buie finestre aperte molti dormono nudi, soli o in coppia.
DA: Charles Simic AVVICINATI E ASCOLTA © 2020 Edizioni Tlon
Nella versione di Damiano Abeni e Moira Egan
Titolo originale
Come Closer and Listen
IL LIBRO
Avvicinati e ascolta di Charles Simic (premio Pulizter nel 1990) è l’ultimo lavoro pubblicato in Italia da uno dei poeti più amati e apprezzati della scena poetica contemporanea. Una raccolta scritta in questi tempi bui, ma costantemente illuminata dall’amore, utile per orientarsi nell’oscurità del nostro presente.
Con il suo sguardo irriverente e ironico, empatico e attento, il poeta esplora la profondità dell’esperienza umana cercando in essa la parola poetica.
Innovatore nella forma e cronista tanto delle nostre vite interiori quanto delle persone che siamo nel mondo, Simic si dimostra una delle voci più importanti e vitali del nostro tempo.
Non è un caso che questa nuova raccolta si apra con i versi di Ralph Waldo Emerson – «Come se servissero gli occhi per vedere» – : una vera a propria dichiarazione di intenti, non solo dell’opera in questione, ma dell’innato proposito dell’autore, sempre concentrato nel suo compito di andare a fondo alle cose, alla ricerca di quelle realtà che solitamente restano fuori dal nostro campo visivo e nelle quali traspare l’eterna lotta intrapresa dall’essere umano con sé stesso e contro le dinamiche che lo circondano.
Poesie che oscillano tra il minimalismo di un breve frammento e la fotografia di un istante, dove ciò che è apparentemente reale si fonde con l’onirico. Un’ellissi che lascia il lettore come di fronte a un quadro che deve contemplare con il suo personale sguardo, disposto non a sentire, bensì ad ascoltare.
Avvicinati e ascolta è la vocazione, l’invito che da sempre racchiude la poesia di Simic.
La sua lirica, vicina alla prosa, sobria, a tratti persino cupa, fa brillare luoghi, persone o sentimenti che raramente vengono toccati dalla luce. Una penombra in cui non di rado si cela l’essenza di una realtà spesso rivestita di tragedia, per quanto dissimulata dall’ironia. Simic è il perfetto Cicerone per guidarci in quegli angoli nascosti che non vogliamo o che non abbiamo imparato ad osservare.
«Scruteremo il cielo sperando che la luna piena / ci illumini il cammino. // E se non ci sarà, porremo tutta la nostra fiducia / nella tua bustina di minerva / e sul mio senso dell’orientamento / mentre vaghiamo in cerca di casa». CHARLES SIMIC
«Radicata nella storia e nell’immaginazione surreale, nell’ilarità e nel pathos, nella violenza pubblica e privata come nella beatitudine di una serena vita domestica, l’opera di Simic contiene, discute e si indirizza a tutti gli aspetti della nostra imperfetta, ma talora eroica, condizione umana.