Proseguono i festeggiamenti della Giornata mondiale della poesia 2021. Oggi ho scelto di pubblicare le poesie di Davide Colletta, Agnese Coppola, Giuseppe Cavaleri, Maria Teresa Funtò, Rita Greco, Valentina Napolitano, Matteo Rusconi, Stefano Sottile, Elena Verzì, fra le tantissime che sono pervenute dopo l’invito da me rivolto su Instagram. A queste poesie se ne aggiungeranno altre, tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021 poesie che invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.
Luigia Sorrentino
Non so il dio che ci regge in braccio,
La forma che ricevo, quella che mi è
Dentro da sempre. Non so quale polvere
Si alzi a dirci il capolinea ma urlano
Gli alberi e chiedo di chi sia la colpa,
Dove il perdono.
– Potevo salirti
Morendo da quel balcone, spegnermi
Gli occhi contro il guard-rail,
Ma se ci sono ancora, dovrò succhiare
Di più l’orizzonte, restare tra i contorni
Del secolo che non cede all’amore.
Davide Colletta è nato ad Ascoli Piceno nel 1999 e frequenta l’ultimo anno della facoltà di Lettere moderne all’università di Macerata. Ha pubblicato una raccolta di poesia «Sogni di cartapesta» (Itaca, 2018) e alcune sue poesie sono recentemente apparse sulle riviste: Avamposto, Il Visionario e Poesia ultracontemporanea.
L’oltre arrotonda in me il vuoto.
Non ti muovere! Muoversi è valle
misura le vette, parti dal fondo.
Rovista tra i boschi
i semi sono stati appena piantati.
Aggrappati ai virgulti,
procedi a piedi scalzi
in cima, pre-ci-pi-ta.
Adagio, piano, aspetta
in volo organi a tempo.
Cuore, continua, danza
impazza, pulsa, respira.
L’oltre non è più nel corpo,
è il mio vuoto pieno.
Da La sete della sere, Agnese Coppola
La vita felice ( gennaio 2021)
Agnese Coppola nasce a Nola (NA) e si laurea in Lettere Classiche nel 2004. Vive in provincia di Milano dal 2006 dove insegna presso l’Istituto Alessandrini di Abbiategrasso. Curiosa, appassionata e vorace lettrice scopre, attraverso le poete arabe, il mito di Lilith che determina un’esplosione poetica e il coinvolgimento dei suoi studenti nel progetto “Io sono Lilith”. È co-fondatrice della Rivista internazionale «Tam tam bum bum» e attiva promotrice/organizzatrice di eventi culturali poetici e artistici, spesso in collaborazione con lo Spazio Alda Merini di Milano e con diversi Comuni.
Pubblica: “Mario in vacanze milanesi” (racconto) (Guerini e Associati, 2012); “Nella terra di mezzo” (poesia) (Miolibro.it-Feltrinelli, 2012); “Ho sciolto i capelli, abbracciami Frida” (poesia) (La ruota edizioni, 2^ ed., 2018); “Specchi” (dialogo poetico) con Gianni Bombaci (Raccolto, 2019) e “La sete della sera” (@edizionilavitafelice , 2020
VENUTO AL MONDO
Venuto al mondo così: nel freddo
nella pioggia, nell’erba percossa dal vento.
Nel sangue, con il muso torto in alto
con il ventre spinto in basso.
E poi le zampe premono alla terra
Le viscere traboccano
il cordone si spezza.
E poi – vertigine – nell’Essere il salto.
E poi la terra, il suo afrore
di cosa vera senza grazia.
Mattone di cellule e nervi
in mezzo ad altri
mattoni di cellule e nervi
Giuseppe Cavaleri è nato a Catania il 27 Settembre 1994. Si è laureato in Filologia moderna presso l’Università degli studi di Catania. Del suo lavoro di tesi su David Maria Turoldo, è stato pubblicato un estratto nella rivista «Quaderni» (Inschibboleth, 2019). Diversi suoi componimenti sono apparsi in alcune riviste e blog online («Alma poesia», «La formica letteraria», Inverso, Ipoet di Lietocolle). Collabora con la rubrica Poeti degli anni 00 sulla rivista online «Poeti del nostro tempo» e con il blog letterario Alma poesia.
21 marzo 2021
Pioggia. E l’albicocco l’asseconda,
cadono petali a fare tappeti e
macero di bellezza. Sarà che
il tempo di ogni terrena consistenza
segue cicli imperscrutabili e
che queste funi d’acqua servono
al salire, allo scendere, certo
non di un unico nutrimento. Terra
e migliaia di gocce, e migliaia e migliaia.
È che ero anch’io in attesa,
non atterrata, semmai, distesa. Chissà
che non dovesse tramite voi,
per forza, per farmi innaffiatoio,
bucherellarmi foro dopo foro,
affliggermi a questo scopo.
Vigilia e sei venuta, benedetta.
Se anche fossi sorda, se anche fossi
cieca, non importa. Perché di
tatto s’è trattato, e senza tocco.
Nemmeno t’ho sfiorato, nemmeno
m’hai sfiorato: fiori e primavera
che chissà chi ha seminato.
L’aridità che s’inonda segretamente
per farsi fango. E da un lato limo
per nuove semine e dall’altro creta.
Argilla, grassa morbida fresca e bollente
per le tue mani che, tu nuvola tu pietra,
tu mai e sempre, tu altro totalmente,
tu inconsapevolmente,
tu che anche tu non voglia
con le tue mani mi dai forma
infinitamente trasmutevole,
ignota solo alla tua mente.
Mariateresa Funtò, nata a Galatone (Lecce), architetta e docente di Storia dell’Arte, scrive e pubblica da anni le sue poesie e i suoi microracconti sul suo profilo Fb. Inediti i romanzi La terra della sera, Crossroads e la raccolta di racconti La mano e le rose. Tiene da decenni un diario poetico dal titolo Commentarii. Si occupa di divulgazione dei temi di arte e paesaggio, in particolar modo legati al territorio salentino, partecipando in qualità di esperta e organizzando visite guidate, passeggiate e incontri tematici. Condivide spesso i propri lavori con altri artisti: suo il tracciato poetico di opere di teatro musica come Il morso senza dolore dell’incanto su Antonio Verri, In scarlet Maryland su Dickinson, Storia di Lito ed Eco, Piansi, arsi, cantai sulle poete del Cinquecento e molti altri. Scrive articoli su giornali e riviste.
Calendario
Su ogni calendario
che si rispetti
devono esserci
i giorni della settimana
i santi
le lune
il rosso della festa
spazio a sufficienza
per scriverci
gli appuntamenti
gli impegni
due o tre sogni malcelati
se siete fortunati
una piccola poesia
così il tempo si riposa
si ferma forse
quanto basta
perché il calendario
non serva più.
Rita Greco, classe 1979, è nata e vive a Mesagne (Br). Scrive poesie fin da giovanissima e si è classificata nei primi posti in diversi concorsi a livello nazionale. Diplomata attrice professionista, è vicepresidente dell’associazione culturale “Solidea 1 utopia”. Da diversi anni conduce laboratori di teatro-poesia nelle scuole.
L’altopiano e il nevischio
Ridevano della mia miseria
Il globo vagabondo
Incontrava la bocca del giorno
Superstite, ancora una volta
E fragile nella perduta illusione
Di venir tra le cose, magnificente.
Di colpo la mia ferita era
Quel cielo di latte e di sangue
Di colpo non ero più sola.
Valentina Napolitano ha 26 anni, è di Cosenza ma si è da poco traferita a Torino per lavoro. E’ medico specializzando in Radiologia. Per lei la scrittura e in generale l’espressione artistica, sono vitali. Ha sempre scritto per necessità e è grata di avere questo piccolo grande dono: “poter partecipare a quella che mi piace pensare come una silenziosa pesca, pericolosa quanto miracolosa.”
Varcata la cancellata
siamo legionari che si conquistano il pane.
Le antinfortunistiche sono scudo
la chiave a brugola è gladio
la lima a denti grossi il pugnale dell’affondo.
Le nostre vite restano fuori
come cani fedeli
come l’amante che aspetta il suo turno.
Passiamo alla storia
con il nome inghiottito dall’azienda
Matteo Rusconi nasce a Lodi nel 1979.
Poeta e operaio, nel 2017 pubblica la sua prima silloge intitolata Sigarette – Venti Poesie Per Smettere Domani (Ed. Ilmilibro.it)
Alcune sue poesie sono apparse in varie antologie, tra le quali NOvecento Non Più (2016. Ed. La Vita Felice) e La Nostra Classe Sepolta. Cronache Poetiche Dai Mondi Del Lavoro (2019, Pietre Vive Editore).
Per il 2021 è prevista l’uscita della sua nuova raccolta Trucioli per Aut Aut Edizioni.
L’amore che cercavi
a chi doveva somigliare.
Continui a cercarli, miscelare i volti
per rivederli. Mia madre e mio
padre sono ancora insieme,
come promesso. Anche se
lui e nemmeno lei ama
e io non sono più lì
ad interrogarli.
Una sera che tuo padre
portava a braccia tua madre,
di nuovo giù, dalla soffitta,
e contro il suo volere.
Hai chiesto di vedere il mostro,
in poca luce, tanto buio.
Hai dato per certo il mostro.
Hai chiesto un amore e puro
finché non lo hai saputo sporcare.
Ora che non somigli più
a qualcosa che amavi.
Libero dall’amore
cui dovevi somigliare.
Stefano Sottile nasce a Marino (Roma) nel 1984. Alcuni suoi inediti di poesia sono
apparsi su vari siti e blog italiani. È fondatore e direttore editoriale del Lit -Blog e
rivista Crackerspoesia (www.crackerspoesia.it) che si occupa di inediti, di traduzione
ed è fortemente legata all’unione tra le comunità poetiche nazionali ed internazionali.
Attualmente lavora alla sua opera prima.
Il volto della madre è il sogno di Dio sulla terra,
ha generato spine dal suo stelo
con dolce premura scrive passi
come una danzatrice sul ghiaccio.
Il suo abbraccio è l’incastro perfetto delle nostre pene.
L’infinito sgorga dai suoi palmi,
Amore ha posto l’amore sopra ogni cosa
per insegnare bene a farlo meglio
a donare il cerchio della vita di luce generosa.
Elena Verzì nata a Catanzaro nel 1990. Logopedista, vive e lavora in Calabria.
Ha partecipato a vari concorsi di poesia. Alcuni suoi componimenti sono presenti in antologie delle Edizioni Ursini.
Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di poesie “Fiori e Fango” con Eretica Edizioni.
Nel 2020 alcune poesie appaiono sulla rivista italiana <> di Davide Rondoni. Alcuni suoi componimenti vengono tradotti e pubblicati in spagnolo per riviste internazionali.
È vincitrice dell’ottava edizione del Premio letterario “Le stanze del tempo” edizione 2020 promossa dalla Fondazione Claudi (giuria: Davide Rondoni, Gianfranco Lauretano, Isabella Leardini, Franca Mancinelli) .
Nel 2021 pubblica la raccolta di poesie “L’amore misurato” con CartaCanta – Capire Edizioni.