In occasione della chiusura dei festeggiamenti per la Giornata Mondiale della Poesia 2021, #raipoesia, il primo blog di poesia della Rai presenta “La realtà sensibile“, un’idea di Luigia Sorrentino. Hanno partecipato all’evento trasmesso in prima assoluta domenica 28 marzo 2021 attraverso il canale Facebook “Poesia, di Luigia Sorrentino” quattro poeti nati negli anni Sessanta: Stefano Dal Bianco, Alessandro Moscè, Luigia Sorrentino, Antonio Riccardi. Ha moderato l’incontro Alfonso De Filippis. Il video dell’incontro è stato trasmesso contemporaneamente su you tube.
Così ha scritto Fabrizio Fantoni: “Pur nel loro differente poetare questi quattro poeti rispecchiano le nuove tendenze della poetica attuale e si incontrano in un dialogo intessuto di corrispondenze, in un reciproco aprirsi alla fragile realtà del presente..
Un incontro di voci che ha la stessa densità emotiva delle opere pittoriche realizzate negli anni Sessanta e anche decenni prima, da un grande artista statunitense, Cy Twombly, che amò l’Italia tanto da sceglierla come sua patria.
Si osservi, ad esempio, a “The Italians” del 1961, (sopra riportata), dove l’esplosione di segni e macchie di colore sulla nuda tela bianca è raffrenata dall’inserimento di “parole” tracciate inaspettatamente ai margini della tela che offrono all’osservatore significati inattesi, capaci di oltrepassare l’idea di Action Painting per affondare nella storia o, se si vuole, in un origine.
Questa è la forza e l’autorità della parola della poesia: partire dall’osservazione di una realtà fragile e anonima per fare emergere il senso vivo e pulsante della storia, il nostro essere collettività, popolo.”
(Si ringrazia per la gentile collaborazione Monica Punzi Anfossi)
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BIOGRAFIE SINTETICHE
Stefano Dal Bianco (Padova 1961) insegna «Poetica e Stilistica» all’Università di Siena. Dal 1986 al 1989, con Mario Benedetti e Fernando Marchiori, ha diretto la rivista di poesia contemporanea «Scarto minimo». Dal 1992 al 1994 è stato nella redazione di «Poesia». Come studioso e critico militante si è occupato prevalentemente della metrica di Petrarca, Ariosto, Andrea Zanzotto, e di poesia del Novecento. Di Zanzotto ha curato il Meridiano Mondadori nel 1999 (con Gian Mario Villalta) e l’Oscar Tutte le poesie (2011). Libri di poesia: La bella mano (Crocetti 1991), Stanze del gusto cattivo (in Primo quaderno italiano, Guerini e associati 1991), Ritorno a Planaval (Mondadori 2001; LietoColle 2018), Prove di libertà (Mondadori 2012). I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea, Quodlibet 2019.
Alessandro Moscè (Ancona, 1969) vive a Fabriano. Si occupa di letteratura italiana. Ha pubblicato le raccolte poetiche L’odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro 2005), Stanze all’aperto (Moretti & Vitali 2008), Hotel della notte (Aragno 2013), la plaquette in e-book Finché l’alba non rischiara le ringhiere (Laboratori Poesia 2017) e La vestaglia del padre (Aragno 2019). E’ presente in varie antologie e riviste italiane e straniere. I suoi libri di poesia sono tradotti in Francia, Spagna, Romania, Venezuela, Stati Uniti, Argentina e Messico. Ha pubblicato il saggio narrato Il viaggiatore residente (Cattedrale 2009) e i romanzi Il talento della malattia (Avagliano 2012), L’età bianca (Avagliano 2016), Gli ultimi giorni di Anita Ekberg (Melville 2018). Ha dato alle stampe l’antologia di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Il lavoro editoriale 2003); i libri di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsilio 2004), Tra due secoli (Neftasia 2007), Galleria del millennio (Raffaelli 2016), Alberto Bevilacqua. Materna parola (Il Rio 2020) e l’antologia di poeti italiani del secondo Novecento, tradotta negli Stati Uniti, The new italian poetry (Gradiva 2006). Si occupa di critica letteraria su vari giornali, tra cui il quotidiano “Il Foglio”. Ha ideato il periodico di arte e letteratura “Prospettiva” e dirige il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.
Luigia Sorrentino (Napoli, 1965), lavora alla RAI.
In poesia ha pubblicato: C’è un padre (Manni, 2003), raccolta comprendente poesie giovanili, La cattedrale (Il ragazzo innocuo, 2008), L’asse del cuore («Almanacco dello specchio» Mondadori, 2008), La nascita, solo la nascita (Manni, 2009), Prefazione di M. Cucchi; Olimpia (Interlinea, 2013-2019; Inizio e Fine, (I Quaderni della Collana Stampa2009, Varese, 2016). Figure de l’eau/Figura d’acqua, con acquerelli e inchiostri di Caroline François-Rubino, Traduzione di Angèle Paoli (Al Manar, 2017), Début et Fin, con inchiostri di Catherine Bölle, Traduzione di Joëlle Gardes (Al Manar, 2018); Olympia con disegni di Giulia Napoleone, Traduzione di Angèle Paoli, (Al Manar, 2019). Recentemente Olimpia è uscito in Spagna e in America Latina con la traduzione di Antonio Nazzaro, (Edizioni RIL, 2020). Un primo studio su Olimpia, tragedia del passaggio (A.C.M., 2020) è andato in scena a Napoli il 16 luglio 2020 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale nella rassegna del Napoli Teatro Festival Italia diretta da Ruggero Cappuccio.
Antonio Riccardi è nato a Parma nel 1962. Ha studiato filosofia all’Università di Pavia. Dalla fine degli anni Ottanta è impegnato nel mondo dell’editoria, particolarmente alla Mondadori, di cui è stato anche Direttore Letterario e degli Oscar. E’ tra i fondatori della Società Editrice Milanese (SEM) e di Aboca Edizioni.
Come poeta ha pubblicato Il profitto domestico (Mondadori 1996, nuova edizione Il Saggiatore 2015), Gli impianti del dovere e della guerra (Garzanti 2004), Aquarama e altre poesie d’amore (Garzanti 2009) e Tormenti della cattività (Garzanti 2018). Ha pubblicato inoltre il volume di prose Cosmo più servizi. Divagazioni su artisti, diorami, cimiteri e vecchie zie rimaste signorine (Sellerio 2014).
La formazione eclettica di Alfonso De Filippis, dopo le prime esperienze a Verona, avviene principalmente a Milano, dove si trasferisce nel 1985 e dove si diploma come danzatore, coltivando parallelamente un forte interesse per tutte le forme di arte scenica con corsi, borse di studio e seguendo svariati allestimenti come auditore.
Partecipa in quegli anni a produzioni di balletto e di lirica al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, all’Arena di Verona, e con la RAI e le reti MEDIASET fino ad arrivare all’incontro con Paolo Poli, nel 1990, con cui collabora per vent’anni prima come attore e poi anche come aiuto regista e coreografo fino al 2011 in tutte le produzioni con tournèe nazionali, con le firme di Emanuele Luzzati per le scenografie, di Santuzza Calì per i costumi e Jaqueline Perrotin per le musiche e gli arrangiamenti*.
Cura allestimento regia e movimenti scenici di alcune opere (Boheme, Carmen, Nozze di Figaro, Otello, Elisir d’amore, Don Pasquale, Barbiere di Siviglia, Tosca, Pescatori di Perle, Cavalleria Rusticana, Suor Angelica, Rigoletto, Aida,) a Cuneo, Bra, Nichelino, Cento, Budrio nell’ambito del concorso lirico Colzani, con la direzione di Marco Balderi, Aldo Salvagno, Facundo Agudin, Tiziano Duca, Paul Emanuel Thomas direttore del Festival di Mentone, a Varese Ligure, con la direzione di Dan Ettinger, della Berlin Stadt Opera, al Teatro Amaya di Irun, Spagna, Moitier, Svizzera. Cura le coreografie per “Histoire du soldat“ al Festival di Ravenna con la compagnia di Paolo Poli e i solisti dell’Orchestra Toscana. Cura allestimento e testo dello spettacolo di teatro-ragazzi “Barbablù” , con voce narrante di Paolo Poli e scene e costumi di Emanuele Luzzati. Su commissione dell’IBC (istituto Beni Artistici Culturali e Naturali) Emilia Romagna, porta in scena al teatro Consorziale di Budrio “Metamorfosi” da Ovidio. In vari teatri porta in scena “Soiree Satie”, concerto con narrazione, con il pianista Stefano Malferrari. Lavora anche come organizzatore di concorsi e serate di poesia in tutta Italia. Conduce laboratori teatrali con le scuole e alcune realtà socialmente sensibili (Carcere minorile di Bologna, Cooperative ed enti assistenza e integrazione disabili) e anche per principianti. La missione è dare non solo i primi strumenti di conoscenza, ma soprattutto la passione e il rispetto per un “lavoro” che non finisce mai, che può solo crescere.
La poesia, dove il sentire interiore diviene condivisione, rimane una delle sue espressioni predilette, avventura e rifugio.