Vita
La vita scorre attraverso il mio tempo,
e io, un volto non rasato,
dove le rughe sono profonde, analizzo
le tracce.
Pensieri come bestiame,
avanzano sulla strada per bere,
estati perdute ritornano, ad una ad una,
profonda come il cielo viene la malinconia,
per la pianta di carice che fu,
e le nuvole che allora rotolavano più bianche,
eppure so che tutto è uguale,
che tutto è come allora e irraggiungibile;
perché sono al mondo,
e perché mi prende la malinconia?
E gli stessi lillà profumano come allora.
Credimi: c’è un’immutabile felicità.
Lars Gustafsson nella traduzione di Enrico Tiozzo. Dalla rivista “Poesia”, n. 249, Crocetti Editore
Liv
Liv strömmar genom min tid.
och jag, ett orakat ansikte,
dar vecken djupnar, granskar spåren
Tankar som boskap
fram till vågen för att dricka,
förlorade somrar återvänder, en för en,
kommer ett himmelsdjupt vemod
över ett stanrgras som var.
och molnen som rullade vitare då.
och anda vet jag att allt år detsamma
att allt år som då och oåtkomligt:
varför ar jag i världen.
och varför kommer det till mig?
Och samma syrener doftar som då:
Tro mig: det finns en oföränderlig lycka.
Lars Gustafsson, un testo da “En privatmans dikter”
Lars Gustafsson (1936-2016), originario del sud della Svezia, è considerato il più internazionale scrittore svedese contemporaneo. Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere fra i più tradotti all’estero, ha insegnato per vent’anni Storia del pensiero europeo a Austin, in Texas. Nei suoi racconti come nelle poesie si riconosce quella vena fantastica, quel gioco dell’erudito che scherza con la propria erudizione, quell’ossessione per il tempo e per l’identità che l’hanno fatto definire il «Borges svedese». In Italia ha ricevuto il Premio Agrigento, il Premio Boccaccio, il Grinzane Cavour e il Premio Nonino. Tra i suoi titoli pubblicati da Iperborea, Morte di un apicultore, Il pomeriggio di un piastrellista, Le bianche braccia della signora Sorgedahl, L’uomo sulla bicicletta blu, Storie di gente felice.