The Landscape in the Room
thirty-two years old heard enough lying
no landscape can ever again enter this room
a corn-faced stranger
stands at the door hawking putrid stones
displaying tongue-fur a kind of eternity ground between the teeth
they or you are both cold cold enough to want
to be vomited up like the profane pictures on the walls
memory is a whole squad of weakening addresses
autumn’s bearded weeds dead under a bare yellow-gold foot
Someone (leaning) by the window hears the herds of stars disappear
the night-long wind’s sound seems like falling pears
the empty room is thrown away
wavering and wavering again in your naked flesh
dismemberment like sky and water
wet sun forgot everything as it howled in pain
no landscape can ever again enter this landscape
to do you to death
until the last bird has also escaped into the sky
colliding within that hand frozen into blue veins
wherever you lock yourself
there the room is fixed spacious echoes
recite the darkness
bury your heart’s only landscape
lie
Il paesaggio nella stanza
a trentadue anni ha udito abbastanza menzogne
alcun paesaggio potrà entrare ancora in questa stanza
uno straniero dal volto banale
sta davanti alla porta divulgando pietre putrefatte
mettendo in mostra i peli sulla lingua una specie di territorio tra i denti
loro o tu siete freddi freddi abbastanza da volere
venire rimessi come i quadri profani sui muri
la memoria è un intero drappello di indirizzi affievoliti
come l’erbaccia barbuta dell’autunno morta sotto un piede nudo giallo-oro
Qualcuno (affacciato) alla finestra sente la mandria delle stelle scomparire
il suono del vento che dura tutta la notte assomiglia al cadere delle pere
la stanza vuota viene buttata via
oscillando e oscillando ancora nella tua carne nuda
smembrata come il cielo e l’acqua
il sole bagnato ha dimenticato tutto mentre urla dal dolore
nessun paesaggio potrà entrare mai più in questo paesaggio
a farti morire
finché l’ultimo uccello non sia scappato nel cielo a sua volta
scontrandosi in quella mano congelata nelle vene blu
ovunque ti chiuda
là la stanza è bloccata echi spaziosi
a recitare l’oscurità
seppellisci l’unico paesaggio del tuo cuore
menti
Mirror
suppose reality could begin from illusion
glass is the only landscape
as the door opens the sound of a quicksilver waterfall
after daylight meanderings
another daylight in league with the dark
starting from the eyelashes under the moon
cobblestones have the pale yellow gleam of IOU’s
a room within a room
an auction goes silently on
the eye and the half-length portrait swap spiteful desires
broken laugh-lines climbed by ants
weeds proliferating
for the same dry bones in the depths of soil and skin
pursue like a snake preparing for hibernation
blood is a forest of red leaves bleakly rustling
each illumination a dying
the swamp of glass a quicksilver bird gone in an instant
as you lean into it the face stiff ens, turns to stone
years lost in the maze they spread
we drift below the horizon
open our eyes wide
entwined in four fishlike limbs
pass under the arch of a bridge the world hangs high above us whoever catches a glimpse of himself has tragically to be brought to life
Lo specchio
Supponi che la realtà potesse iniziare da un’illusione
lo specchio sarebbe l’unico paesaggio
come la porta che si apre al suono di un’esuberante cascata
dopo i meandri della luce diurna
un’altra luce diurna in coalizione con l’oscurità
che inizia dalle ciglia sotto la luna
i ciottoli hanno il luccicore giallo pallido dei debiti
una stanza nella stanza
una vendita all’asta continua silenziosa
l’occhio e il ritratto di mezza lunghezza scambiano desideri malevoli
con irrisori segni su cui s’arrampicano formiche
proliferanti malerbe
per le stesse ossa essiccate nelle profondità del suolo e della pelle
proseguono come una serpe che si prepara al letargo
il sangue è una foresta di foglie rosse desolatamente fruscianti
ogni illuminazione si estingue
nella palude dello specchio un uccello esuberante scomparso in un istante
mentre tu chini sull’entità irrigidita del volto, si pietrifica
anni perduti nel labirinto che hanno diffuso
vaghiamo sotto l’orizzonte
con gli occhi ben spalancati intrecciati con quattro arti simili a quelli dei pesci passiamo sotto l’arco di un ponte il mondo molto sospeso sopra di noi chiunque colga un’occhiata di se stesso deve venire tragicamente riportato alla vita
The Book of Exile
you are not here this pen mark
just written is blown away by the gale
is blank as if a dead bird circled above your face
the funeral-following moon a broken hand
turns your days backward
turns to the page where you are absent
as you write so you are
a connoisseur of your own excision
like the sound of someone else
crushed bones casually spat into a corner
the hollow sound of water clashing on water
casually moving into a breath
into a pear so no-one else need be seen
the skulls on the ground are all you
growing old overnight between the words, the lines
your poem has invisibly pierced the world
Il libro dell’esilio
non sei qui questo segno della penna
appena tracciato viene rapito dalla burrasca
è mancante come se un uccello morto volteggiasse sul tuo
volto
la luna segue il funerale una mano spezzata
fa ritornare i tuoi giorni
ritorna alla pagina dove manchi
mentre scrivi ti rendi conto
della tua espunzione
come il suono di qualcun’altro
ossa frantumate disinvoltamente sputate in un angolo
il vuoto suono dell’acqua che sbatte sull’acqua
disinvoltamente mutando in un respiro
in una pera sicché nessun altro deve venire visto
i teschi sul terreno è tutto ciò che tu
invecchiando in una notte tra le parole, le righe
con cui la tua poesia ha inevitabilmente perforato il mondo
Yang Liam, “Origine” Cantos, 2020
Yang Lian, poeta, traduttore, teorico della letteratura, ha composto versi in cinese tradotti in più di venti lingue, tra cui l’italiano, l’inglese, il francese, il tedesco, l’ungherese, lo spagnolo e il giapponese. Il poeta nasce in Svizzera, figlio di diplomatici, nel 1955. Giovanissimo, a Pechino, fonda la rivista «Foschia», dove a versi contemporanei si congiungono forme dell’antica poesia classica cinese. Mentre la sua poesia si sta affermando, la sequenza di testi, intitolati Norilang, attirano la collera governativa. In seguito al massacro di piazza Tienanmen a Pechino (1989), sceglie l’esilio in Nuova Zelanda per poi, col tempo, stabilirsi a Londra e Berlino. In esilio continua a comporre nella sua lingua madre e pubblica undici raccolte di versi, due raccolte antologiche di poesia e una selezione di saggi. Eletto a membro del Pen Club Internazionale (2008), ha conseguito numerosi premi di poesia, tra i quali il Gran Premio Internazionale Janus Pannonius (2018), istituito dal Pen Club Magiaro, di 50.000 euro, premio considerato dal «New York Times» il vero Premio Nobel per la Poesia. In Italia ha ottenuto, tra gli altri, il Premio Internazionale Flaiano (1999) e il Premio Internazionale Nonino (2012). Nel dicembre 2013, la sua “Concentric Circles Trilogy” (YI, Concentric Circles e Narrative Poem) ha vinto il Premio Tianduo per Poemi lunghi in Cina. Nello stesso anno, Yang Lian è stato invitato a far parte dell’Accademia norvegese per la Letteratura e la Libertà d’espressione. Nel giugno 2014, ha vinto il Premio Internazionale di Poesia Capri. Nel 2015, ha vinto Quattro premi di poesia in Cina: “Li Bai Poetry Nominating Prize”; “Zuo Pin” (Works) Magazine’s Prize for Sequence; The First Long Poem Prize (Fo Shan City, China); “Da Kun Lun” prize for the Outstanding Contribution to Poetry. Nel 2016, ha ricevuto il Pacific International Poetry Prize a Taiwan. Nel 2017 Yang Lian ha vinto il Shanghai Literature Magazine Award per la poesia. Nel 2018, ha vinto il primo premio per la poesia di “He Ze Du Lin Cup”, a Shanghai; nel 2018 ha vinto il Premio Internazionale NordSud (2018 NordSud International Prize) per la letteratura; sempre nel 2018 ha vinto il Gran Premio Internazionale Janus Pannonius in Ungheria e il Premio Internazionale di letteratura di L’Aquila. Nel 2012, da direttore artistico del sito Artsbj.com, ha dato avvio all’“Arts.com International Chinese Poetry Prize”, un premio internazionale per poesie scritte in cinese. Il sito ha una base in Cina e collabora con il British Centre for Literary Translation in Gran Bretagna. Il sito vuole riunire l’energia di “altri poetici”, quindi approfondisce il pensiero individuale con le sfide della Globalizzazione; per questo più di 80.000 poesie sono state inviate al sito da tutto il mondo in un solo anno. Nel giugno 2013, il Premio Internazionale di Poesia di Rotterdam, il maggiore festival di poesia al mondo, scelse come suo tema la Poesia Cinese Contemporanea e Yang Lian creò un Synchronic International Poetry Festival online tra Rotterdam e la Cina, con milioni di visualizzazioni. Nel 2013 Yang Lian è stato invitato come guest-professor dalla Nanjing University of the Arts, una delle più antiche e note Università d’Arte in Cina, come pure all’Arts College dell’Università di Hebei nel 2013; nel 2014, è stato invitato come scrittore e professore dall’Università di Shantou, sempre in Cina. Yang Lian vive tra Londra e Berlino.