When I see a couple of kids
And guess he’s fucking her and she’s
Taking pills or wearing a diaphragm,
I know this is paradise
Everyone old has dreamed of all their lives—
Bonds and gestures pushed to one side
Like an outdated combine harvester,
And everyone young going down the long slide
To happiness, endlessly. I wonder if
Anyone looked at me, forty years back,
And thought, That’ll be the life;
No God any more, or sweating in the dark
About hell and that, or having to hide
What you think of the priest. He
And his lot will all go down the long slide
Like free bloody birds. And immediately
Rather than words comes the thought of high windows:
The sun-comprehending glass,
And beyond it, the deep blue air, that shows
Nothing, and is nowhere, and is endless.
Da High windows (1974)
Quando vedo una coppia di ragazzi
e immagino che lui se la chiava, che lei
prende la pillola o porta il diaframma
penso “questo è il paradiso
che ogni vecchio ha sognato per una vita intera”.
Catene e riti buttati via da qualche parte
come una vecchia mietitrebbia
e tutti i giovani che scivolano
verso la felicità, senza fine. Mi chiedo
se quarant’anni fa qualcuno mi ha
guardato pensando “così dev’essere la vita,
niente più Dio, basta sudare nel buio
pensando all’inferno e cose simili;
e perché mai celare quello che pensi del prete?
Lui e i suoi sgherri scivoleranno via
come liberi uccelli di sangue. E subito,
più delle parole, penso alle finestre alte:
il vetro che assorbe il sole
e lì nell’oltre-azzurro, un’aria profonda che non dice niente
e non è da nessuna parte. E non finisce.
Traduzione di Giovanni Ibello
Philip Larkin (Coventry, 1922 – Londra, 1985), poeta e critico musicale inglese, è stato uno dei piú celebri autori del Novecento. Tra le sue raccolte di poesia tradotte in lingua italiana, si ricordino: “Le nozze di Pentecoste e altre poesie” (Einaudi, 1969) e “Finestre alte” (Einaudi, 2002).