Philip Larkin, “Talking in bed”

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Philip Larkin

Talking in bed ought to be easiest,
Lying together there goes back so far,
An emblem of two people being honest.
Yet more and more time passes silently.
Outside, the wind’s incomplete unrest
Builds and disperses clouds about the sky,
And dark towns heap up on the horizon.
None of this cares for us. Nothing shows why
At this unique distance from isolation
It becomes still more difficult to find
Words at once true and kind,
Or not untrue and not unkind.

*

Niente dovrebbe essere più semplice

di parlare a letto, stendersi insieme
è un rito antico, è l’emblema
di due persone reciprocamente oneste.
Eppure, sempre più tempo si passa in silenzio.
Fuori, un’ansietà di vento
raggruppa e disperde le nuvole nel cielo.
E città oscure si annunciano all’orizzonte.
A nessuna di queste cose importa veramente di noi.
E niente ci spiega perché
a questa siderale distanza dalla solitudine
sia invece sempre più difficile, almeno per una volta,
trovare parole oneste e gentili
o almeno non false, non meschine.
Traduzione di Giovanni Ibello
Philip Larkin (Coventry, 1922 – Londra, 1985), poeta e critico musicale inglese, è stato uno dei piú celebri autori del Novecento. Tra le sue raccolte di poesia tradotte in lingua italiana, si ricordino: “Le nozze di Pentecoste e altre poesie” (Einaudi, 1969) e “Finestre alte” (Einaudi, 2002).

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