Cettina Caliò, “Di tu in noi”

Cettina Caliò

 

da La Forma detenuta

Ti tengo
nell’entroterra dell’anima
in un respiro di due sillabe

nel silenzio che fanno gli occhi
quando spalancati sentono
quel perdersi bello
nel nulla del passo

***

Piano sequenza

Quel mio ritornare a te
da tutte le strade
per sottrarci da tanta morte

e ricucire i luoghi
feriti
di una vita che qui
è stata vita
per un poco

***

Dove grido

Dove il tuo odore semplice dura
dove ti trattenevo

dove nessuno adesso
attendo e non accade

duro il desiderio
del respiro
nella sosta del viso

dove il colpo di frusta del sangue
brucia
rivedo antica e senza più mistero
la ruga a dividere la tua fronte
ostinata nella sua durata abissale

dove il tuo pensiero veleggia
gonfio e immemore

in questo viluppo di scogli
come l’onda mi rompo
e schiumo

***

Cade anche l’ultimo vento
ogni cosa è sola
nel risveglio che trema
come il cespuglio arruffato
dalla fuga di un uccello

non so più nominarti
se non nel pugno stretto

e indolenzito
ricomincia il giorno
a consumare lento
le suole
e noi
con aria da passanti
moriamo a strattoni nel rumore
secco del desiderio in ceppi

Nella voce di una campana lenta
passa la vita
e chiude ogni frase
in un tormento di ultime volte
sapute sempre
dopo

qualcosa cerchiamo
su cui posare lo sguardo
senza tremare

fra un rintocco e l’altro

un sentiero piccolo di arbusti
promette giorni di fiori a venire

e noi
un dettaglio
in questo panorama che basta
a se stesso

ma ancora
sorveglio le tue foglie
e mi attardo a guardare
il modo che ha il sole
di far colare la luce
sui muri

***

Sei salita
che mi vede a bocca aperta
in un giorno di finestre chiuse

mi dico parole
nell’idea di quella virgola
che dava fiato al silenzio

quando
avevamo piedi e mani
a fare il paio

***

Cadono cose e restano
cadute
in questa vita a orario fisso

tuttavia io

nell’assenza che mi porta
dove tu
arreso hai sorriso
vado

e imparo
la figura paziente dello zero


***

Un’indolenza da sala d’attesa
ci piega la schiena
e i passi
sempre legati

nella lunghezza obbligata
di questo giorno ancora
fragile
rivedo in una trasparenza da inizio
quella volta che era estate
e la vita
è passata su una piazza

e ha preso fiato

***

Soprattutto quando
a tentoni cerchiamo il fondo
del mattino
ma è ancora la porta

soprattutto quando
solo fino a un certo punto

si spiega lo strappo
fra il non domandare
e il non importa

ora che passa a brandelli
il giorno
e da una finestra
in affitto
il vuoto largo del cielo trascorre
come cosa non nostra

gli occhi sono arresi
nel silenzio levato
che moltiplica se stesso
sempre per uno

***

Fermi sui cardini
come un cancello chiuso
si va

con l’anima in contumacia
tutto è solo quel che è

intermittente
l’illusione di esserci perché
qualcuno dice il nostro nome
incidentalmente

a ogni passo
si perde vita

non c’è riparo
nel bilico di ogni cosa
noi restiamo
stretti in una fotografia

da “Di tu in noi“, La Nave di Teseo, 2021

__________________

Cettina Caliò è nata a Catania nel 1973. Scrive poesia e prosa. Cura libri. Traduce dal francese. Ha pubblicato: Poesie (1995), L’affanno dei verbi servili (2005), Tra il condizionale e l’indicativo (2007), Sulla cruda pelle (2012), La forma detenuta (2018).

1 pensiero su “Cettina Caliò, “Di tu in noi”

  1. Sentite profondamente le emozioni espresse di nostalgia di momenti perduti e desiderio del loro ritorno
    Stile fluido e leggero,ma sempre palpabile

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