che guardare il sonno
prendere cura e il senso del respiro
dividere ancora il giorno
come se fosse una catena di montaggio
*
che sale un odore oltrepassa la finestra
si fa vestito radiografico dilaga
(tutti si ritrovano a indossare
la faccia dell’errore o del catasto d’amore)
si riaprono gli armadi
si nascondono le mani
*
che ogni morto porta al proprio dio
un nome un oggetto fatto d’ossa
e qualche scampolo di notizia
che arriva con tanta ansia accumulata
al momento della dispersione
al ricordo dell’occasione persa
*
che dare il cibo al gatto
è compito seriale
che il rovescio nudo delle scale
è punto di appoggio e di sutura
che le case emanano odore
di lampade votive
ti piovo ti spiovo e dopo di nuovo
muovo l’odore dentro lo specchio
(Giulio Maffii, “RadioGrafie”, il Convivio Editore 2022).
Giulio Maffii scrive e collabora con la Compagnia teatrale di Bubamara Tetro. Fa parte dell’associazione Pallaio per gli studi antropologici di Firenze. Con molte pubblicazioni alle spalle, nel 2021 pubblica il suo ultimo lavoro di poesia visuale con Pietre Vive editore.