E sono grato del mondo e dell’amore
perché ne ho avuto tanto, in primis
dai miei genitori: mia madre scatenata
andata avanti a urla fino alla fine, in ospedale
e io non c’ero, né ha c’ero quando se ne andò
mio padre fiacaresta con cavallo e carrozza
d’estate a mezzogiorno gli portavo io il mangiare
in piazza dove stava più spesso assestato
e chi altri lo poteva fare? Mia madre no
per via di mia sorella piccolina, che le dava
tanto da fare. Altro amore grande
da Rosalia o Liarosa che mo’ si sposa.
Ma se quando l’inverno ibernasse, scrivevo
indeclinabile resterà l’amore:
Cetta, aspetta che non ho finito.
*
Acrostico
Cara, cerco un acrostico
e m’adopro per questo,
tolgo dal canestro
tre genziane
assetate
aspetta che non ho finito
mi resta il più ora
ora è il più che mi resta da fare
restituita stagione propizia
estate di San Martino indeclinabile
ma se quando l’inverno ibernasse
indeclinabile resterà l’amore
o l’errore l’errore del vivere
(gennaio 1976)
*
Alcuni ancora alle volte sono ingannati
e credono di fare del bene comune: e fanno per la proprietà.
Li ladri sono stati insino a qui in noi:
sono stati gli amori che sono stati nei nostri cuori:
& chi ha avuto lo amo ore di colei & chi della roba:
& sono stati tutti ladri questi amori perché ti furano l’anima:
*
Altre notizie
Questa della scaturigine improvvisa
polla di sangue insorta nel mio tronco
gelida, dove possa confluire o frangersi
non so, né a che tossine
sul trapezio dell’intrico capillare
sia lustrale, ma conosco e aspetto
il suo riflesso condizionato d’ansia
successiva, il muscolo del cuore
trepidante.
Qui dentro
non è il primo movimento che è segnalo
e si capisce dalla faccia.
Ma un’altra, spero diversa traccia sia
l’espansa irrefragabile sussultoria ombelicale
simpaticissima e innaturale
risata mia.
Da: “Tutte le poesie – 1946-2011” di Elio Pagliarani, a cura di Andrea Cortellessa, Il Saggiatore 2019.
Elio Pagliarani (1927-2012) è stato uno dei maggiori poeti italiani del Novecento. Membro del Gruppo 63, tra le sue più significative opere si ricordano i romanzi in versi “La ragazza Carla” (Il Saggiatore, 1978) e “La ballata di Rudi”, (Marsilio, 1995).