Il poeta Pier Luigi Bacchini

Pier Luigi Bacchini a Parma

“Poesie 1954-2013” di Pier Luigi Bacchini, a cura di Alberto Bertoni e con la bibliografia curata da Camillo Bacchini, Oscar Mondadori 2013.

 

Rimandi

Ecco un pangea di nubi,
nel convesso
che si svolge in continenti; aree
naviganti; siamo sinonimi,
fenotipi
sinopie abbarbicate a ciò che vaga.

*

Scoperta

Non è nascosto.
Ci lascia fare,
decifriamo le petraie, e gli strati sottomarini,
come giochi enigmistici, nei laboratori-
le confuse mareggiate, l’incalcolabile
dinamica delle nuvole.
E le coordinazioni e il fine,
e l’indole genetica
in un compatto io.

*

Acqualuce

Quando il muto fantasma della medusa
con lingue pendule
mòtili barbe
simile a una cometa
rendeva colorazioni traslucide, i tentacoli
delineavano soltanto un urticante
pulsante ideogramma.

*

Labirintite

Nelle notti
il sole precipita al di sotto,
sotto il polo,
e m’aggrappo al legno del mio letto
nel mondo che vola
e fa di se stesso una trottola
fra volatili coltri.

Pier Luigi Bacchini, originario di Parma, in cui ha risieduto fino al 1993 — salvo alcuni spostamenti a Milano e a Roma per lavoro — ha vissuto sulle prime colline di Medesano sino al 2013. Dopo la maturità classica, si è iscritto, seguendo una tradizione familiare, alla facoltà di Medicina, poi abbandonata per seguire la vocazione poetica. Importante, in questa fase, fu anche la frequentazione di Salvatore Quasimodo, e poi di Francesco Flora.

Debutta sul palcoscenico della poesia italiana nel 1954, a ventisette anni, con la raccolta Dal silenzio d’un nulla (Schwarz editore), che si fregia di un giudizio critico di Francesco Flora. Nel 1956 viene incluso nell’antologia La giovane poesia di Enrico Falqui (Roma, Colombo).

Sue poesie vengono successivamente presentate da Carlo Betocchi nella versione radiofonica dell’Approdo letterario. Pubblica Canti familiari (1968); pubblica in seguito Distanze fioriture (1981, Premio Pontano), con un risvolto di Attilio Bertolucci e una postfazione di Giorgio Cusatelli; successivamente, presso l’editore Garzanti, Bacchini pubblica Visi e foglie (1993), con cui si aggiudica, all’unanimità, il Premio Viareggio nello stesso anno.

L’approccio scientifico al mondo naturale e umano, di ascendenza lucreziana, è visibile in Bacchini nell’utilizzo del lessico specifico delle scienze, soprattutto botanica e medicina, ed è presente con forza sin dalle poesie pubblicate negli anni Settanta su Nuovi Argomenti (1974) e sull’Almanacco dello Specchio di Mondadori (1978).

Nei decenni, ha continuato ad affiancare con regolarità l’attività letteraria al lavoro in una multinazionale farmaceutica e alla vita familiare.

Nel settembre 2010 con i Canti territoriali, vince il Premio Brancati e il Premio Val di Comino. Mentre suoi inediti vengono accolti di nuovo sull’Almanacco dello Specchio (2010-11), nell’estate del 2011 gli viene assegnato alla carriera il Premio Parma Poesia Festival, da parte del Comune di Parma. Nel gennaio 2012 riceve, sempre alla carriera, il Premio Fondazione Roma; nel giugno dello stesso anno, a Fossano, la giuria presieduta da Giorgio Barberi Squarotti gli assegna, ancora alla carriera, il premio “Una vita per la poesia”. Nel maggio 2013 la casa editrice Mondadori lo celebra pubblicando, nella prestigiosa collana degli “Oscar“, Poesie 1954-2013, a cura di Alberto Bertoni, volume che raccoglie, nella forma di opera omnia bacchiniana, l’intera sua produzione poetica. Si spegne il 5 gennaio 2014, all’età di quasi ottantasette anni.

Oggi, sue poesie sono incluse (oltre che in diverse antologie), in testi scolastici in regolare adozione nelle scuole italiane.

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