Giorgia Esposito, da “Smarginature”

Giorgia Esposito, Immagine di proprietà dell’autrice

Quanti cedimenti alla banda,
l’uno che vuole essere parte
ma non gregario, l’infelice
nel suo diaframma di senso,
il gesto che tradisce l’esilio.

Cosa caverai dal nucleo primo?

Qualcuno sta cercando i suoi,
il non ritorno, il bacio sulla fronte
del padre, il mondo-schermo,
questo tempo tutto da schiarire.

*

In quale pozzo fu benedetto, gli chiedo
sfiorando con paura l’assenza del mito,
il non approdo in cui si inarcò il vagito.

Per le lunghe scale è l’eco la dimora
dell’orco, e più su la campana cinerina
dell’infanzia, l’odore acre del limone –
incredibile credersi salvi.

Tu respingi le due braccia tese
nello sforzo di separare i lembi.
Tu vuoi l’intero nella crepa.

 

Giorgia Esposito è nata a Napoli il 19 settembre del 1995. È dottoranda di ricerca all’Università di Trento. “Smarginature” (LietoColle-pordenonelegge, 2020) è il suo primo libro.

 

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