è troppo tardi per tornare a casa.
obliterare
vestiti per gioco come segnalibri
rimandare il momento in cui ti spegni.
mi toglierò il ghiaccio dai capelli,
ti dirò che il corpo non significa niente.
*
drogarti solo per capire
le ragioni i cani che hai smarrito
nell’inutile che avevi – dentro
carie
che ti tengono sveglio.
adesso – è una gara di resistenza.
leccarti
per indicarti dove sono le mie ferite.
*
trascurare l’urgente
gli occhi socchiusi –
recepire l’alcohol come chiavi di casa il canto
delle iene
la vita breve dei tuoi accendini.
*
io non ho più mani.
fretta
di camminarti in gola come
scale – quando è tardi
rame
sottratto ai cavi.
Bianca – il tuo sangue non ha direttive
domani non c’è.
*
ti aspettano soltanto cose immobili
oltre il limite di corridoi dove
la colpa fiorisce
e la tua assenza è breve come fuochi artificiali
aritmie a cui appartieni fino al punto in cui
te ne vai via
a cullarmi in nuove aspettative.
___________
Stefano Bottero, Cinque poesie da Notturno formale (Industria&Letteratura, 2023)
Stefano Bottero è nato nel 1994. Vive a Venezia, dove svolge un dottorato di ricerca. Collabora con periodici italiani ed esteri come saggista e traduttore. Si occupa di letteratura contemporanea e di estetica. Ha pubblicato la raccolta Poesie di ieri (Oèdipus, 2019) con prefazione di Biancamaria Frabotta per cui ha vinto il Premio Città di Como – Opera prima, e la silloge Ogni cosa sta per finire nella rubrica di Milo De Angelis in «Poesia», Crocetti, n. 14. Il suo ultimo libro, Notturno formale, è uscito per Industria&Letteratura nel 2023, in dialogo con l’artista Nerina Toci.