Un romanzo importante, che affronta il tema universale della banalità del male e apre, dalla prospettiva di uno scrittore israeliano, nuove strade nel modo di raccontare il periodo del totalitarismo e della Shoah. “Brave persone”, del 35enne Nir Baram, è uscito in Italia per Ponte alle Grazie, è un libro potente che indaga sul rapporto tra la gente comune e i regimi totalitari, nel segno di una parola fondamentale: complessità. “Quando parlo della complessità delle scelte dei miei personaggi – ha detto Baram – io cerco non di dare una spiegazione delle loro azioni ma provo a mostrare le molteplici ragioni che ci possono essere per ogni azione e provo in un certo senso a obbligare il lettore a pensare e a riflettere su quelle azioni senza dare loro una risposta precisa”.
Nir Baram – Brave persone Titolo originale: Anashim tovim, trad. Elisa Carandina – Euro 22,00 – Ponte alle Grazie, 2011.
Nella storia di Thomas e Alexandra, ebrei che nelle loro scelte quotidiane finiscono con il collaborare rispettivamente con i regimi di Hitler e di Stalin, si specchia anche la ricerca sui temi universali della morale e sul ruolo che il romanzo può svolgere. “Mi sono confrontato con personaggi molto complessi – ha spiegato il romanziere – e con le loro scelte etiche. E i credo che il miglior risultato per un romanzo di questo tipo sia portare il lettore a riflettere. Ho avuto risposte molto diverse da lettori che hanno interpretato il libro in modi differenti e credo che questa sia una buona cosa per un romanzo”.
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Il punto di vista e gli spunti di trama scelti da Baram rappresentano poi una svolta importante per tutta la letteratura israeliana di fronte al periodo più tragico della storia recente di un intero popolo.
“Volevo parlare della Seconda Guerra mondiale da un’altra prospettiva – ha aggiunto – volevo capire come delle persone normali, anche brillanti e istruite abbiano collaborato con quei regimi. Non puoi semplicemente dire che tutti erano dei malvagi, degli stupidi o degli idioti.
C’è una complessità e credo che la letteratura si debba confrontare con questa complessità, perché noi inventiamo nuovi personaggi e attraverso questi personaggi poniamo nuove domande”.Nir Baram ha ammesso che scrivere il romanzo è stato difficile, per via dell’identificazione con i suoi personaggi. Ma gli elogi ricevuti da “Brave persone” da parte di mostri sacri come Abraham Yehoshua e Amos Oz possono essere considerati una prima, meritata ricompensa per tanta fatica.