Opere Inedite, Valerio Magrelli

Opere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino

Oggi a Opere Inedite leggiamo cinque poesie inedite di Valerio Magrelli, una delle voci più raffinate della poesia italiana.  Fin dai suoi esordi, nel 1980, con ‘Ora serrata retinae’,  Magrelli ha confermato la sua cifra stilistica: l’umoralità e l’ironia. La sua è anche, una poesia che oscilla dalla lirica amorosa fino all’invettiva, alla denuncia, attraversando la riflessione filosofica, politica e civile.

 

 

Niente funerali di Stato per Sanguineti,
ovvero Le ceneri di Mike

di Valerio Magrelli

 

 

A Andrea Cortellessa

Mi sembrava di dover celebrare una morte,
Invece sono qui a piangerne due;
Kyrie eleison per l’Università
E per l’alfiere della sua alterità.
Bello non era. Un Bronzo di Riace,
Ostentava: “Dei due, quello che più vi piace”.
Nell’Aula Magna della Sapienza
Guizzava in libertà la sua sapienza,
Innesto dello Studio sull’amata Poesia,
Ossia: metà cultura, metà idiosincrasia.
Ripeto: oggi perdiamo sia lui, sia l’Accademia,
Nel Tele-Mondo che ad un Professore
Ormai antepone un Dio-presentatore.

II.

Per Roma

In una Pasqua azzurra e solitaria
(la città vuota, la mamma ammalata)
decido di portare mio figlio di sei anni
in bicicletta, lungo il fiume, a nord.

Via per il Pantheon, culla funeraria!
(nessuno in giro, la strada ventilata)
e dritti fino al Tevere, per scordare gli affanni,
luccicante e leggero da farsi in pedalò.

Ma dopo il Foro Italico, dalla ricca statuaria
(la ciclabile scende, più buia, malfamata)
un villaggio di nomadi, fra le baracche e i panni,
ci piomba addosso muto, con lamiere e falò.

Poi la pista risale in una curva d’aria
(noi ci voltammo indietro, la minaccia sventata)
trasparente di luce, lontana dai capanni
degli stranieri – zingari, clandestini, macrò.

Così in quella giornata raggiante e leggendaria
(per la nostra famiglia, sebbene menomata)
restò quel punto nero, vergogna, disinganni,
fratellanza, paura, odio, pena, non so.

 

III.

Se tutto dovesse andar bene,
ma veramente bene, senza incidenti o crolli,
infine arriverà la tremarella.
Vedo amici più anziani che vibrano,
il mento scosso, le mani inarrestabili.
Parliamo allora di questo movimento,
un vento che soffia da dentro
per scuotere le foglie delle dita
e non si ferma più.
E’ questo stormire neurologico
di fronde che dunque mi attende
se tutto, proprio tutto, andasse bene.
E mi tramuterò in una betulla
o in un cipresso sul bordo del fiume,
in quel tremolare di luci
alzate dalla brezza.
Mi farò soffio, mi farò soffiare,
panno lasciato al sole ad asciugare.

IV

Per i settant’anni di Giuseppe Varchetta

Visto che compirai i tuoi settant’anni sedici prima dei miei,
dimmi, com’è, da lassù, il panorama?
Qui non si vede niente,
è tutta una salita,
figurati che già mi sento stanco.
Allora brindo, quaggiù, da questa cengia,
alla tua vetta,
al tuo profilo più giovane del mio.

V.

Suites inglesi

A Roland Barthes
maestro di solfeggio

Ero andato a incontrarlo da studente
per una tesi, e invece chiacchierammo
solo degli spartiti che portavo con me.
Suonava al piano Bach e la corrente
di quel “ruscello” lo sospinse via
fra mulinelli e anse.
A che serve suonare?
Un’obbedienza cieca,
un’arte marziale: l’ascesi,
e in fondo il suono che si leva uguale,
il Sempre-uguale,
nell’ostinata speranza,
se non di un lenimento,
di un mite risarcimento musicale.

3 pensieri su “Opere Inedite, Valerio Magrelli

  1. la III è un piccolo capolavoro. una delle mie cinque favorite da sempre ( le altre sono: “Io sono ciò che manca” – “Sale sempre da un lato” – “Ognuno a turno porta il genetliaco” – e “Guardando i resti di un’audiocassetta nella sosta di un viaggio d’estate”).
    complimenti Valerio!

  2. “A che serve suonare?
    Un’obbedienza cieca,
    un’arte marziale: l’ascesi,
    e in fondo il suono che si leva uguale,
    il Sempre-uguale,
    nell’ostinata speranza,
    se non di un lenimento,
    di un mite risarcimento musicale.”

    Sostituendo “suonare” con “fare poesia” il risultato non cambia…
    Poesie davvero molto apprezzate. Grazie all’autore e al sito.
    Con stima.

  3. “Dormi ma senti frinire
    remote
    le rotative
    rotanti nell’oscurità
    per dare forma
    all’aldiquà”

    Valerio Magrelli è davvero uno dei grandi rappresentanti della poesia italiana contemporanea.

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