Prefazione di Dante Maffia a Versi Inferi, poesie 2005-2010 di Valerio Mello Tracce Edizioni, 2010 (Euro 10,00)
“Valerio Mello è siciliano, precisamente di Agrigento. Dunque si è abbeverato ai miti antichi, si è educato alla poesia che è fatta di sostanza lirica e di accensioni di luce. Appartiene a quella lunga e illustre gente insulare che ormai da circa due secoli detta legge non solo nella letteratura italiana. Bastano i nomi di Verga e di Capuana, di Borgese e di Pirandello, di Vittorini, di Lampedusa, di Brancati, di Bufalino, di Consolo, di Piccolo, di Quasimodo, di Ripellino e così andando avanti per oltre duecento icone. Poteva egli sfuggire alla malia e al peso di una così immensa tradizione? Assolutamente no, ma se fosse rimasto ancorato a forme e cadenze risapute, la sua presenza sarebbe quella di un epigono sbattuto tra onde alte che non trovano mai ricetto. Mello, invece, ha saputo svincolarsi dalle grandi lezioni dei suoi corregionali e avviarsi su una strada sua che da una parte sa tenere sullo sfondo il patrimonio del passato e dall’altra cerca, soprattutto nel linguaggio, approdi diversi e innovativi.
Mello non si è fatto accalappiare dalle sirene della moda, dai pifferai minimalisti che hanno svuotato la poesia della sua funzione principale e di tutte le funzioni secondarie. È rimasto sulla strada larga affidandosi alla forza del suo canto, alla riproposta di forme e di immagini greche rinverdendole, caricandole di una serie di indicazioni che tentano di svelare il mistero del proprio essere e del senso delle cose che appaiono e si dissolvono. Il tutto sorretto da una musica densa e variegata, da un tono robusto e convinto che non cede mai il passo a cadute di stile o a stanchezza espressiva.
Valerio Mello sembra far nascere dal proprio essere più profondo le parole della sua poesia e non esita ad esporsi pienamente e interamente mettendosi in gioco senza riserve. Così facendo passato e presente trovano una perfetta sintesi dentro cui il poeta riesce a leggere ciò che diversamente sarebbe in eterno rimasto nascosto.
Non sono molti oggi i poeti, soprattutto giovani, che hanno viaggiato tra i classici suggendone il nettare necessario per arrivare alle sintesi personali. Valerio Mello invece l’ha fatto convinto che non ci possa essere futuro senza prima avere verificato che cosa è avvenuto, ovviamente senza lasciarsi fagocitare dalle paludi della retorica e della estrema forbitezza. Le poesie sono state scritte tra il 2005 e il 2010, perciò si tratta di produzione recente nella quale il poeta fa sentire risonanze che arrivano dall’infanzia, da luoghi troppo conosciuti o creati dalla sua fantasia e i temi sono quelli dell’esistenza, quelli che danno l’affanno all’uomo e lo portano a entrare nella casa degli inferi per trarne alimento vitale per squarciare i veli dell’assurdo e della sconsideratezza. Vi serpeggia un canto d’amore che ha momenti dolci, drammatici, di stupore. Quello stupore che è il lievito di tutto il libro e che riempie gli occhi e il cuore di Valerio e anche quello dei lettori.”
(Dalla prefazione di Dante Maffia)
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S’accresce la folla in mente,
particolari, dettagli, figure,
qual è il nome del fiume
che corre lungo le soglie
del tempo e della carta?
Il fiume che rimanda
ad ogni accento, che regge
l’altrove e il mai più.
Il fiume che torna
a riempire le fosse,
da un giorno lontano,
a colmare i luoghi di luoghi
e le cose d’altra vita.
da “Versi inferi” di Valerio Mello
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Valerio Mello è nato ad Agrigento nel 1985. Ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza nel 2009.
Ha già pubblicato tre libri di poesia per i quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti: “Icaro e l’incanto della vita”, 2007, “Giardini pensili”, 2008, “Lungo il sentiero dei sogni”, 2009.