Andrea Zanzotto
“La casa di mia nonna si trovava proprio a metà della strada che conduce dalla casa della mia famiglia all’asilo infantile. Da bambino fui particolarmente legato alla nonna paterna. Le rime di Ariosto e Tasso che era solita recitarmi, secondo le abitudini di una cultura, tra popolare e classica, tipica dell’ambiente veneziano, intercalandosi e, quasi, fondendosi con il dialetto di Pieve, comunemente parlato in casa, comportarono in me una percezione fantasiosa delle parole. Ho appreso precocemente il linguaggio, anche in virtù della musicalità e del ritmo caratterizzanti le innumerevoli filastrocche che mia nonna era solita recitarmi. La nonna aveva lavorato come cameriera personale di una principessa dei Collalto, seguendola anche a Vienna: la sua era una cultura da autodidatta, ma alimentata da un’ardente curiosità nei
confronti della letteratura, e in particolare della poesia. Per questo motivo, nei versi delle sue filastrocche potevano apparire, indifferentemente, termini dialettali e aulicismi, frammenti di tedesco minimo e di latino maccheronico.” da: Ascoltando dal prato. Divagazioni e ricordi Andrea Zanzotto. A cura di Giovanna Ioli Interlinea, pp. 112, euro10
Oh che bello sommarli i ricordi, e la condivisione: Esso passeggia ancora e sempre, per me; non mi sono svegliata, forse per potere udire meglio la sua poesia nella grazia, nel suo stato di grazia (senza lo strazio) Maria Pia Quintavalla
Un commento efficace, importante, grazie Maria Pia Quintavalla