I lavori forzati in Siberia, i lunghi periodi in cella d’isolamento. Dalla prigionia Michail Chodorkovskij, l’ex miliardario che ha osato sfidare Vladimir Putin, non ha smesso di far sentire la sua voce contro la corruzione, lanciando parole di speranza in articoli, interviste e dialoghi raccolti in ‘La mia lotta per la liberta-Un uomo solo contro il regime di Putin’.
Il libro esce il 15 febbraio 2012, in Italia, tradotto da Giulia Marcucci ne ‘i Nodi’ Marsilio, dopo il grande successo ottenuto in Russia, Francia e Germania dove è stato presentato dal ministro della giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger che ne ha fatto un’occasione per dimostrare la sua solidarietà a Chodorkovskij come combattente per la libertà. [Cosa ne pensate? Posta il tuo commento].
“Non sono l’uomo ideale, ma l’uomo dell’idea. Come chiunque altro, non amo vivere in carcere e non vorrei morire qui. Ma se necessario, non avrò esitazioni. La mia fede mi costa la vita” dice l’oligarca ribelle.
Ex magnate a capo del colosso petrolifero Yukos, Chodorkovskij ha commesso un unico grande errore: finanziare l’opposizione a Putin e oggi è il detenuto numero uno in Russia. Arresto nel 2003, è in carcere da 9anni, è stato Bollato come “ladro” e traditore della patria dopo essere stato imprigionato con l’accusa di evasione fiscale, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.
La sua vicenda giudiziaria ha suscitato proteste e indignazione e la sua causa è sostenuta dal presidente Obama e da numerose organizzazioni umanitarie di tutto il mondo. “Credo di potermi definire un voltaireano, vale a dire un partigiano del libro pensiero, della libertà di parola” afferma Chodorkovskij.
Nei suoi scritti, l’ex miliardario, 48 anni, riflette sulla vita carceraria, sul desiderio di giustizia e propone modelli di modernizzazione, fondamentali per la Russia. Nel libro c’è anche la corrispondenza con alcuni grandi scrittori russi contemporanei come Boris Akunin, Boris Strugatzki e Ludmila Ulickaja che lo ha definito un “personaggio da romanzo”.
Le lettere a quest’ultima in cui racconta la prigionia e come riesce a mantenersi vivo, gli sono valse anche un premio letterario. “Io sono per Chodorkovskij e Lebedev. Contro l’assurdo e l’illegalità. Contro l’inettitudine e la falsità” ha detto la Ulickaja. E Anna Politkovskaja nel suo ‘Diario russo’ parla addirittura di un “trattamento Chodorkovskij” destinato a chiunque osasse mettersi contro Putin.
Nel 2001 Amnesty International ha riconosciuto a Chodorkovskij lo status di “detenuto politico”.
“Le esplosioni sociali non avvengono dove si verifica un
collasso economico, ma dove è giunto il momento di distribuire i frutti della crescita economica” scrive Chodorkovskij. Nato il 26 giugno 1963 a Mosca, l’ex magnate è laureato in ingegneria chimica, ha introdotto in Russia il concetto di responsabilità sociale delle imprese e costituito la Open Russia Foundation.
Candido questo libro all’edizione del Premio Anima 2012