“Per anni e anni ho scritto e stracciato poesie vergognandomi di scriverne. Il mio mestiere di slavista, la mia etichetta depositata mi relegavano sempre a una precisa dimensione, in un ranch, da cui mi era rigorosamente vietato di evadere.” […]
“Vorrei che la mia poesia risonasse come un violino, comunque esso si chiami: violon, violìn, viool, hegedu, geige, housle, skrzypce, skiripka. Anche se storto, se guercio, e perciò chagalliano.” […]
di Angelo Maria Ripellino
Nel video Luigia Sorrentino legge una poesia di Ripellino tratta da “Sinfonietta” (1970-1971).
.
[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/02/luigia-ripellino.mp4[/flv]