Torna a Roma dopo molti anni una grande retrospettiva dedicata al genio di Joan Mirò. Dal 16 marzo al Chiostro del Bramante saranno esposte circa 80 opere del maestro surrealista mai viste in Italia, tra cui 50 olii di sorprendente bellezza e di grande formato, ma anche terrecotte, bronzi e acquerelli.
Intitolata ‘Miro’! Poesia e luce’, l’importante rassegna (prodotta e organizzata dal Dart Chiostro del Bramante in collaborazione con Arthemisia Group e 24 Ore Cultura) è il frutto della collaborazione con la Fundacio’ Pilar i Joan Mirò di Palma di Mallorca, in cui e’ custodito gran parte del patrimonio dell’artista catalano e che ha concesso, in via del tutto straordinaria, i suoi capolavori per un’anteprima italiana.
La mostra è curata da Maria Luisa Lax Cacho, considerata la massima esperta internazionalmente dell’opera di Mirò, che ha selezionato le opere in modo da riproporre al pubblico romano l’intero arco produttivo del maestro. Che è stato molto intenso, dal momento che, nato nel 1893, ha lavorato ininterrottamente e con grande passione dal 1908-1981. Anzi, proprio negli anni della maturità e della vecchiaia, si affinarono la ricerca e la volontà sperimentatrice (quasi novantenne si interessa di scultura gassosa e pittura quadridimensionale) di un artista il cui valore indiscusso fu riconosciuto in tutto il mondo fin dagli anni Quaranta e Cinquanta (ma in patria solo dopo la caduta del franchismo).
La curatrice ha quindi voluto porre un particolare accento sui capolavori creati nei trent’anni anni in cui
l’artista visse a Mallorca e cioe’ dal 1956 fino alla morte avvenuta nel 1983. Un periodo particolarmente felice per il pittore e ceramista, che finalmente aveva a sua disposizione un grande atelier e un laboratorio, a contatto con la natura, definita la sua musa ispiratrice, da cui traeva continuamente nuove idee, tanto da fargli iniziare contemporaneamente più opere.
L’importanza del luogo di lavoro era per Mirò di importanza cruciale. Per questo negli spazi espositivi del Chiostro del Bramante sara’ ricreato integralmente lo studio in cui creò insuperati capolavori. Si potranno così vedere anche tutti gli oggetti, i pennelli e gli strumenti originali che l’artista usava e che si sono conservati proprio grazie all’attività della Fondazione. Incontro “di fantasia e di controllo, di oculatezza e di generosità’, come ha scritto Gillo Dorfles, il genio multiforme di Mirò si esprime in un suo linguaggio fatto di macchie, grafismi, spruzzi, impronte, abrasioni, suture e chiodi. Ma soprattutto inondato di luce e di colore, in una gioiosità perenne, un canto alla vita che pero’ al tempo stesso non rifugge la riflessione e la condanna sui mali dell’umanità.
In mostra si potranno ammirare, tra gli altri capolavori, gli olii Femme dans la rue (1973) e Untitled (1978), i bronzi come Femme (1967), i bellissimi schizzi, ad esempio quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University, tutti provenienti dalla collezione di Palma di Maiorca.